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martedì 23 settembre 2025

DIEGO

Questo weekend del settembre 2025 ho visitato Napoli. C'era un raduno di amici (su cui presto relazioneremo) e passeggiando per le vie della città partenopea notavo un fatto per me stupefacente: c'erano MURALES DI MARADONA OVUNQUE. Sapevo certo della passione dei napoletani per Diego, quello che non immaginavo è che fosse così persistente e capillare.

I bar all'aperto (tanti, tutti pieni, questo caldo settembrino invoglia la gente ad uscire di sera) vendevano l'azzurro spritz Maradona,

c'erano scritte, statuette, santini, murales ovunque. Vedevo ragazzi e anche ragazze (!!!), che all'epoca di Maradona non erano certo ancora nati, girare il sabato sera per le vie del centro indossando la maglietta del 10 di Maradona.

Se un alieno capitasse in questa città direbbe che il suo devotissimo santo popolare si chiama Maradona, mica San Gennaro o altri . Questa città a Diego è più che affezionata, è devota.

Sappiamo bene però che il soggetto, se dal punto di vista sportivo era superbo, da quello umano era invece pessimo: cocainomane, frequentatore di camorristi, figli illegittimi sparsi, che ha terminato la vita con il cervello bruciato dalle sostanze etc. Il sospetto che si trattasse di una cattiva persona di uno che non ha saputo gestire il suo successo abbandonandosi a stravizi e che non presenteremmo volentieri ai figli, è alto.

"Luca, queste cose si sanno. E' noto che a Napoli Maradona è un dio, il cui nome inizia per Di e finisce per O. Che c'è di strano?" La cosa strana per me è la sua PERSISTENZA. Son passati 34 anni dalla sua ultima partita con il Napoli eppure il "culto" è ancora vivissimo, non accenna a diminuire, anzi sono facile profeta nel dire che nei prossimi anni aumenterà. Qui c'è sotto qualcosa che va oltre il semplice aspetto calcistico ma cosa?

Dico la mia, che magari farà sorridere: facendo vincere al Napoli il primo scudetto della sua storia, Diego ha reso orgoglioso ai napoletani di dichiararsi napoletani. Il "napoletano" aveva infatti una pessima fama in Italia. Non voglio fare esempi perché il discorso diventerebbe subito antipatico ma è indubbio che, al di là dell'aspetto folkloristico, il "napoletano" era visto da Roma in su con un certo sospetto.

Abito a Milano, so di cosa parlo. E' un razzismo che io ho visto spesso applicato quasi in automatico. Se non mi credete andate anche oggi in un qualunque baretto del nord e lasciate cadere nel discorso "sono napoletano e vorrei…" poi mi dite come vi guardano tutti.

Diego, tu hai reso un napoletano orgoglioso di dichiararsi della sua città. Ce n'è abbastanza per ricordarti sempre.

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