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mercoledì 13 maggio 2020


LA PAURA

A pensarci oggi deve essere stato terrificante.
Avevo 10 anni e quella estate andai in colonia dalle suore (che già erano paurose di loro). Il paesino si chiamava Bellaria se non sbaglio (te la ricordi eh? La colonia al mare).
Perché andavo in colonia estiva? Boh, mi sembra ci fosse lo zampino del comune di Milano, presumo per dare un po’ di aria buona ai bimbi tisichelli di città (presente, ero scheletrico come un vestitino trasparente).
La colonia era gestita dalle suore, di cui noi bambini avevamo una paura terribile (perché? Non ricordo i motivi ma la paura era indubbia). Ricordo un miliardo di bambini e un refettorio enorme come una cattedrale (rivedendolo oggi sarà stato uno stanzone ma allora mi sembrava immenso).
A tavola bisognava mangiare e stare zitti, perché intanto leggevano una storia (educativa, ovvio). Ogni tanto a tradimento chiamavano un bambino e gli dicevano di ripetere. Un giorno chiamarono pure me ma avevo passato il pranzo a scherzare e feci una clamorosa scena muta (la favola era Peter Pan, che da allora io odio con tutte le mie forze). Per punizione quel giorno non mangiai il budino.
La sera dopo le preghierine si guardava un film su Bernadette o Fatima e poi a letto (altri tempi, allora il lavaggio del cervello faceva parte di una sana educazione cattolica).
Insomma, bisognava imparare a sopravvivere e crescere lo stesso, ma il guinzaglio intriso di timore era cortissimo.

Vi dico solo questo. Un pomeriggio giocando alle giostre caddi e mi slogai la spalla sinistra. Un male cane. Ma tacqui perché le giostre erano vietate e temevo le suore. Il dolore non passava e quella sera per svestirmi e mettermi il pigiama dovetti farmi aiutare da un amichetto. Che dolore.
Avevo il TERRORE delle suore e hai voglia oggi a riderci su. Il giorno dopo se ne accorsero e mi mandarono subito dal medico del mare che mi ingessò il braccio e mi chiese stupito “Perché non hai detto niente?”
“Avevo paura.”
“Rischi che ti resta il braccio storto. Non farlo più.”
Mi passò tutto ma una piccola conseguenza mi è rimasta, a imperituro ricordo. Con la mano destra riesco a toccarmi la spalla senza problemi, ma da allora non riesco più a piegare il gomito e con la mano sinistra toccarmi la spalla sinistra.
Maledetto Peter Pan, quasi quasi preferisco Capitan Uncino! Bambini, non state zitti!



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