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giovedì 14 maggio 2020

70 GIORNI

Dopo una quarantena di 70 giorni oggi ho varcato il portone di casa mia. Finalmente riprendo possesso della mia città e di una vita normale.
Mi sono dovuto preparare accuratamente PRIMA di uscire: guanti, mascherina, autocertificazione e documenti a posto, non so cosa mi aspettava. A leggere i resoconti sembra che ci siano in giro orde di poliziotti dal controllo sospettoso e la multa facile.

E’ una bella giornata. La prima sorpresa è stata rivedere la mia macchina: la fedele Athos era sporchissima! Sembrava una di quelle vetture abbandonate nei depositi. Amore niente paura, è tornato papà. E vai di straccio. Accensione e batteria? Regolare, ogni tanto in questi mesi andava un amico a fare vrum vrum per dieci minuti.

La seconda sorpresa è stato vedere che, malgrado tutto, ancora c’è la fila per entrare al Supermercato. Certo, molto ridotta rispetto alle code smisurate di aprile ma ancora c’è. Non capisco, in teoria limitazioni per fare la spesa non ce ne sono più.

Terza sorpresa: tutte le persone che vedo per strada portano la mascherina. Tutte. Sembrava di attraversare un grande ospedale.

Quarto: il traffico. Questo mi ha stupito molto. Tutti pacifici, rispettosi e calmi. Non c’era più lo strombazzo cattivo che a Milano c’è di sottofondo da quando son nato. Erano le strade semideserte e placide di agosto o luglio. Anche perché la maggior parte dei negozi sono chiusi.

Quinto: entrando in un edificio mi han misurato la febbre con un aggeggino puntato alla fronte. Ci hanno messo un secondo (36.4). Grazie, prego.

Sesto: ogni persona che parlava con me lo faceva ad almeno tre metri di distanza. Se mi avvicinavo si allontanavano. In genere, stavano tutti ben distanziati l’uno dall’altro, ognuno dentro la sua bolla di forza invisibile che respingeva il contatto altrui. Dopo essere stato sulla mia isola deserta per 70 giorni noto che la gente adesso ha comportamenti che non aveva prima. Chissà quando ritornerà il piacere del contatto umano, per ora va così.

Settimo: tornando a casa sentivo dentro di me una gran gioia, non sapevo definirla bene ma era vivissima. Non pensavo, ero molto molto contento e sorridevo. Che bello vivere nel mondo. Ed ero semplicemente uscito da casa mia.


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