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lunedì 9 marzo 2020

LA MALEDIZIONE NIGERIANA
il “Juju” è una parola nigeriana che viene solitamente tradotta con “maledizione” anche se non è proprio così. E’ quell’insieme di riti e incantesimi compiuti da uno sciamano con unghie, sangue e peli pubici delle ragazze minorenni per garantirsi così cieca obbedienza.
Così quando arriveranno in Italia verranno avviate senza discutere dalle madàm verso la prostituzione e “se tenterai di scappare scateneremo il juju che vive nel tuo corpo. Se non paghi i tuoi debiti, muori. Se parli con la polizia, muori. Se dici la verità, muori".
Molte ragazze purtroppo sembrano accettare il loro destino; del resto grazie al loro “lavoro” le famiglie rimaste nella poverissima Nigeria godono di uno status economico superiore alla media e vengono da loro elogiate in pubblico.
Ma altre non vogliono sottomettersi a queste credenze e riti di anni prima e che le avvinghiano in maniera ignobile. Solo che non ci riescono. Ci provano ma si scoprono legatissime. Alcune inspiegabilmente muoiono delirando. Il reparto di psichiatria di Catania è pieno di donne con sintomi psicotici legati allo Juju.
Agli occhi di noi europei il juju può sembrare una cosa insignificante o sciocca, di cui liberarsi con una alzata di spalle, ma per le nigeriane queste maledizioni arcaiche sono reali e spaventose, sono una forma di schiavitù molto concreta e violenta. L'idea di base è che la legge si può infrangere, mentre le promesse fatte davanti agli antichi dèi no.
“Sta per arrivare qualcosa che mi farà del male” e non si riesce a convincerle del contrario. E muoiono veramente! Che una “idea” sia così forte può stupire lo scettico occidentale, eppure è così. “C’è un muro impenetrabile tra noi e loro...l’approccio classico è inutile, siamo disperati”.
Spesso è così quando arriva qualcosa di nuovo che ti travolge, che non riesci a capire.


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