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mercoledì 25 marzo 2020



IL POETA INCAZZATO
Lavorando in una tipografia, passavo le giornate a preparare gli opuscoli da stampare. Un lavoro piuttosto noioso con sfumature assurde, c’era da controllare da cima a fondo gli opuscoli religiosi che si distribuiscono ai fedeli durante la Messa o i depliant pubblicitari per centri estetici, pizzerie e kebabbari.
Mi andava bene qualunque cosa e già dopo qualche mese me ne andai. Però con una storia, quella che voglio raccontare oggi.
Preparando i testi da stampare infatti un giorno mi capitò di revisionare un libretto di poesie.
A mio parere di neolaureato erano sgangherate e pure con parecchi errori di stumpa. Nella mia foga giovanile mi misi di buzzo buono e corressi tutto, anche certi versi banali che sistemai.
Quando rimandai la bozza indietro per il “Visto Si Stampi” pensavo che il poeta dilettante mi avrebbe ringraziato e invece...il poeta si incazzò furiosamente e rimise tutto com’era prima, anche gli errori di stumpa!
Vabbè contento lui. Stampammo il libretto come voleva.
A distanza di anni mi dico: mi sono comportato da stronzo. Avevo corretto una persona che non lo aveva chiesto. Avevo torto marcio in partenza. E’ una lezione che non ho più dimenticato: mai correggere chi non te lo chiede.
Non sono cazzi tuoi. Anzi, lo dico in maniera più politically correct: lascia che abbiano fiducia in se stessi.
E’ una lezione che mi serve tutt’oggi: se per esempio girando sui Social leggo assurdità, sfoggi di ignoranza, errori evidenti.... Allora l’istinto di correggere pacatamente con la “cosa giusta” è forte.
Poi mi ricordo di quel periodo in tipografia, del poeta inkzato e lascio stare. Vivi e lascia vivere.
Io sarei grato se qualcuno mi facesse notare con garbo un mio errore, ma si vede che non tutti son così.


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