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lunedì 1 aprile 2019


GARIBALDI

L’11 maggio del 1860 avvenne un episodio che poteva cambiare il corso della storia. Un certo Giuseppe Garibaldi, a capo di un manipolo di uomini vestiti in maniera bizzarra (camicie rosse!), sbarcò a Marsala in Sicilia. Il suo intento era chiaro: fomentare l’insurrezione dell’isola, appoggiando ribellioni e moti rivoluzionari.
In questo modo l’isola sarebbe diventata ingovernabile e si sarebbe sottratta al controllo dei Borboni, allora a capo del regno delle Due Sicilie e padroni incontrastati dell’isola.

Ma il giovane re Francesco II non si fece cogliere impreparato. Era salito al regno da poco ma già da tempo aveva intuito le mire espansionistiche dei Savoia, che allora regnavano in Piemonte. Anche dalla sua reggia di Napoli, Francesco II capiva bene che dietro all’avanzata di Garibaldi in Sicilia c’erano loro, i “piemontesi”. Bisognava assolutamente fermare questi garibaldini.

La cosa era più facile a dirsi che a farsi. Garibaldi, uomo di un certo carisma, mieteva successi. Purtroppo Marsala e altre cittadine dell’isola caddero presto, ma l’occasione buona arrivò il 27 maggio a Palermo. Ci furono tre giorni di aspri combattimenti per le strade ma alla fine, conoscendo meglio il territorio, le truppe borboniche ebbero la meglio sulle improvvisate armate di rivoltosi.

Lo stesso Garibaldi fu catturato e, dopo un processo sommario, fucilato sul posto. Francesco II venne a saperlo dopo a cose fatte, quindi sono inutili le polemiche vivissime che ci furono sul fatto che avrebbe potuto risparmiarlo. Si mormora che esistano delle foto del cadavere del nizzardo ma non sono mai state rese pubbliche.

Di sicuro è quello che avvenne dopo: Francesco II mandò un chiaro messaggio a Vittorio Emanuele (il famoso “Fuitevinne, malamente!”) e dopo la vittoria di Palermo pensò solo a consolidare il suo regno, operando una serie di epurazioni da tutti gli elementi avversi ma avendo sempre di buon occhio le arti, la pace sociale e il benessere del popolino, la vera base del suo governo.

Ciò pose le basi del Rinascimento Borbonico, che nel nuovo millennio rende ancora il Regno delle Due Sicilie uno dei migliori d’Europa. Oggi i Borboni, uno degli ultimi Re in Europa, regnano sul sud Italia in maniera incontrastata, mentre per esempio Roma (che si venne a sapere aiutò in varie maniere sotterranee la dinastia borbonica) è governata come è risaputo dal Papa.
Il nord Italia è sempre diviso in vari litigiosi staterelli.



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