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domenica 21 aprile 2019

AMORE MIO, MI RICONOSCERAI?

Sei entrata in casa mia che eri ancora una bambina. Ricordo quel giorno, avevi gli occhi grandi e spaventati.
Ti nutrivo con i bocconi migliori, eri la mia gattina preferita, potevi mangiare dal mio piatto e non dicevo nulla. E poi abbiamo dormito insieme per tanto tempo e condiviso tutto, gioie e lacrime. Meno male che c’eri tu a consolarmi certe notti.

Ma un anno fa, quando stavo troppo male per occuparmi anche di te, ti han portata lontano. Ogni tanto vedevo le foto e so che adesso ti sei trovata un fidanzato. Ogni tanto mi pensi ancora?
Ora sto bene, sono guarito e posso viaggiare. Ieri ho preso il treno per venire da te. Tanti pensieri mentre correva sui binari. 

Amore mio, mi riconoscerai ancora? Tutti han detto di sì, ma io temo.
E se non mi amasse più, se pensasse che l’avevo abbandonata, se ce l’avesse con me? Amore, stavo male non potevo, non potevo. Dovevo lasciarti andare. Scusami, scusami.

Quando ho aperto la porta, tu subito sei andata come al solito sotto il letto. In questo non eri cambiata. Poi hai sentito la mia voce. Sei uscita e mi hai guardato e io ho guardato te in silenzio. Lì ho capito che mi hai riconosciuto, ho letto dentro la mente di un animale! Campassi 100 anni non dimenticherò quello sguardo. Mi sono sdraiato sul letto e ho detto: “Ciao Bea come stai?”

Lei si è avvicinata come fanno i felini, non diretta ma con lenti giri larghi. Io restavo immobile e in silenzio mentre la vedevo avvicinarsi. Come sei diventata grande, una gattona di 6 chili.

Dopo è balzata sul letto, si è avvicinata a me, ha annusato la mia mano ferma e ha iniziato a leccarla. E’ andata avanti così qualche minuto e io la lasciavo fare. Mi ero dimenticato quanto potesse essere ruvidina la sua lingua.
Sì, mi ami ancora.

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