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venerdì 29 marzo 2019

LA CATTIVA COMPAGNIA

“Signor giudice, il mio cliente proviene da un quartiere molto turbolento e poco raccomandabile, per questo ha commesso il reato di cui lo si accusa.”
“Non vedo il nesso tra il quartiere e il reato, avvocato. Si spieghi meglio.”
“Signor giudice, per me è stato facile intraprendere una buona strada. E’ una questione di umanità. La mia famiglia era a posto e mi ha fatto studiare in buone scuole, ma questo ragazzo non è stato così fortunato.”
“Annosa questione se e quanto l’ambiente circostante determini la delinquenza.”
“Non solo l’ambiente degradato e la famiglia d’origine, signor giudice, ma anche le persone che si incontrano.”
“Soprattutto quelle, avvocato. Il suo cliente faceva parte di una banda che per mesi ha seminato il panico in mezza città.”
“Il suo ruolo era estremamente marginale!”
“Questo non significa granché e a quanto risulta dai verbali di polizia era molto di più di un semplice appoggio esterno, era un complice.”
“No, non così! Purtroppo il mio cliente è stato tirato dentro da certe amicizie, da una serie di cattive compagnie molto facili da trovare nella sua zona...”
“Santo Dio, un giorno o l’altro le prenderemo queste cattive compagnie!”
“...e lui era giovane e influenzabile e il suo grado di consapevolezza nullo.”
“No, non nullo, avvocato. Ognuno di noi diventa presto responsabile di quello che fa. In prima persona, non scarichiamo sempre la colpa sugli altri. Altrimenti non ne usciamo più e non esistono più colpevoli.”
“Però esistono le attenuanti!”
“Questo è vero ma la responsabilità resta personale, personalissima, lo sa bene. Altrimenti finiamo come i mafiosi, che al posto del pentito uccidono il fratello.”
“Il mio cliente non ha ucciso nessuno, signor giudice.”
“E’ vero, avvocato, mi scusi se ho esagerato, era per capirci. Per far capire al suo cliente che provenire da un ambiente malato è stata una vera sfortuna, ma alla fine è stato lui e solo lui a far parte della banda. E’ stata una scelta, in cui la cattiva compagnia non c’entra.”
“Eppure, signor giudice, se per esempio tutti fumano mi metto a fumare anch’io.”
“Ne è sicuro?”


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