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lunedì 8 ottobre 2018


NE HAI BEN DONDE

“Io mi sento così una chiavica a volte.”
“Ne hai ben donde.”
“E’ sempre un piacere parlare con te, caro amico. Uno si sente rinfrancato.”
“No, intendevo dire che nelle tue condizioni anch’io mi sentirei così.”
“Faccio davvero tanta pena, eh?”
“Beh, un po’.”
“Ah.”
“Sai cosa fa più impressione?”
“Spara.”
“Fai paura. Si vede che come malato arranchi e fai fatica, una gran fatica e uno ha paura di vederti cadere e sfracellare da un momento all’altro.”
“Io in quei momenti penso solo a me stesso. Stamane quando son caduto nella doccia c’è stato un momento che mi son sentito quasi perso.”
“Io ammiro la tua determinazione, tu non ti arrendi alla sclerosi multipla e io lo so, ma onestamente fai paura.”
“Beh, tenete lontani i bambini.”
“Ma non devi buttarti giù! Pensa alle cose che hai, guarda il bicchiere mezzo pieno.”
“Sì, di aceto. Allontana da me questo calice.”
“Non sei messo male. Hai un tetto sopra la testa, un lavoro gratificante...”
“Che rende poco.”
“Una donna che ti vuol bene!”
“Ma lontana. A noi timidi internet ha dato il colpo di grazia.”
“E il caffè che adesso preparo. Non sei messo male ti assicuro, anche se tu in questo momento non riesci a vedere oltre la malattia. Però io sì e vedo nel futuro qualcosa di bello.”
“Sicuro? Per me sarà un futuro d’inferno.”
“Te lo ripeto: non fermarti alla malattia. Comunque ne riparliamo tra un po’. Quante zollette?”
“Una grazie. Grazie. Un po’ di dolcezza dopo tante amarezze.”


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