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domenica 14 ottobre 2018


IL LIVELLO DI DIGNITA’

“Gianni, ma cosa è successo?”
“Oh ciao Luca, grazie che sei venuto a trovarmi qui in ospedale. Ma niente, l’altra sera ho avuto un… un piccolo infartino.”
“Ma come, porcatroia, un infarto? Allora è vero quello che mi aveva detto al telefono tua moglie. Ma tu hai solo 55 anni!”
“E’ successo tutto giovedì sera. Avevo appena finito tennis, ero rientrato e stavo mangiando ma avevo sempre più la percezione di un dolore che non era il solito della digestione, quando qualcosa rimane sullo stomaco.”
“Avrai chiamato l’ospedale subito.”
“Sì e fortunatamente c’era un posto nel più vicino, dopo un quarto d’ora ero già sotto i ferri. I medici dicono che la tempestività dell’intervento ha evitato danni permanenti. Ora mi aspetta una settimana di osservazioni e analisi varie, poi tornerò a casa.”
“Meno male. Bravo Gianni, sei un grande. Saggiamente hai ascoltato il tuo corpo.”
“Avevo un forte dolore al petto e il mio unico pensiero era: mi passi in fretta questo dolore. Non dico fossi tranquillo, però non ho mai avuto il senso della morte imminente.”
“Bella signora, eh?”
“Non l’ho vista! Non ho mai percepito il pericolo della morte. Del resto non ho mai perso conoscenza e i medici hanno sempre passato messaggi positivi.”
“Meglio così, meglio così.”
“L’unico è che.:: non posso scendere dal letto. E sai una cosa? Ho ripensato più volte alle tue parole di questa estate sul “livello di dignità” che scende.”
“Ci si adatta a tutto, Gianni. Tu poi ti riprenderai alla svelta. Un brutto sogno.”
“Forse per un po’ la dignità è meglio se la metto da parte.”
”Sì, in certi casi è un ingombro, dipendere dagli altri più del solito è uno di questi. Comunque hai la fede che ti conforta e una moglie vicina che ti vuol bene, due cose importanti. Ti dico un mio pensiero?”
“Dimmi, Luca.”
“Quando ieri l’ho sentita mi sbaglierò, ma dalla sua voce al telefono non mi è sembrata così dispiaciuta di averti lì, una volta tanto fermo, al riposo e al sicuro. Anzi. Lascia che gli altri si prendano cura di te per una volta. Lei per prima.”
“Io ho un lavoro che mi porta ogni settimana per mezza Italia, lo sai.”
“Forse è un segno del destino. Per un po’ basta far lo zingaro. Forza, Gianni.”
“Grazie Luca. Ma anche tu ne hai bisogno.”



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