L’IMPASSIBILE PROFESSIONISTA
Piero non
era stato trattato bene dalla vita. I primi anni da bambino erano stati una
serie di violenze, abusi e maltrattamenti impressionanti. Quel pover’uomo era
partito proprio dal basso. La sua famiglia era anche uscita un paio di volte
sui giornali e per i motivi sbagliati.
Diventato a
fatica un adulto, Piero era rimasto in ogni caso un uomo tormentatissimo, che
più volte aveva tentato il suicidio. Trattate bene i bambini per favore, non li
farete soffrire da grandi.
Durante i
nostri incontri al CPS (centro psicosociale) dove lavoravo come psicologo mi
mostrava disegni e scritti sempre di una cupezza impressionante. Quando
arrivava la sera si metteva al tavolino e buttava sui fogli il mare di dolore
che aveva dentro. Piangeva e ascoltava sempre quella canzone dei Queen “Who
wants to live forever?”. Povero Piero, avrei voluto aiutarlo di più ma non
sapevo bene come. Comunque lo ascoltavo con riguardo, aveva bisogno di
sfogarsi.
Anche perché
uno spiraglio c’era stato. Nella sua vita buia anni prima era avvenuto un vero
miracolo, che lo riempiva di speranza e luce e sa Dio quanto ne avesse bisogno:
aveva trovato una moglie che lo amava profondamente e che lui ricambiava con
una devozione assoluta. Quando parlava di lei gli occhi si aprivano e la
magnificava senza ritegno, senza di lei era veramente perduto.
A sentirlo
così infervorato mi ritrovavo spesso ad immaginare un incrocio tra Sharon Stone
e la Madonna e talvolta vagheggiavo anch’io. Uno splendido esempio di
resilienza!, come diciamo noi psicologi. “L’amore ti ha salvato, Piero”,
pensavo con una punta di invidia.
Comunque la
storia che volevo raccontare è questa. Un pomeriggio arrivai al CPS e mi sento
chiamare da Piero in sala d’aspetto. “Dottore, dottore! Le voglio presentare
mia moglie, voleva ringraziarla per quello che sta facendo per me.”
“Oh
finalmente la conosco –dissi-, ho sentito tanto parlare di lei.”
Mi avvicinai
per salutarla e spero che tanti anni di impassibilità professionale mi siano
serviti.
Dicesi
Impassibilità Professionale quella capacità che prima o poi un professionista
acquisisce, per cui riesce a rimanere calmo e freddo anche in situazioni di
lavoro critiche. Se
siete anziani del mestiere sapete benissimo di cosa parlo.
La
donna che mi salutava con calore….era lievemente diversa da Sharon Stone o
dalle immagini iconiche della Madonna a cui siamo abituati. Anzi. Non vado
oltre ma avete capito. Le strinsi la mano e feci entrare Piero nello studiolo
per il nostro solito colloquio settimanale.
Però
presto notai un cambiamento spiacevole in me. Adesso quando Piero mi parlava di
sua moglie…non vagheggiavo più. Ed era brutto. Prima la vedevo con i suoi occhi
innamorati e la pensavo bellissima, ora però la realtà oggettiva imponeva la
sua brutalità, un tributo che non mi piaceva affatto ma con cui bisognava fare
i conti. E non seguivo più veramente Piero nelle sue fantasie.
Mi
accorgo che ho già fatto questo discorso a proposito di Sarita Colonia, la
ragazza che molti peruviani vorrebbero santa e che nelle sue rare foto appare
molto diversa dai dipinti sacri che circolano. Questa volta però è stata una
mia esperienza personale, in cui per così dire ho perso qualcosa del mondo
interiore e il sacro era diventato profano.
E
non è stata una perdita da poco: Piero grazie a questa donna era riuscito a
costruirsi una casa, una famiglia, un futuro. Per lui era veramente stata una
salvatrice. Il mondo è così villano.
Ecco
perché io da allora evito, a meno che non sia necessario, di incontrare parenti
o amici o altro dei pazienti. Io desidero entrare e comunicare con il loro
mondo interiore, la “realtà” per favore teniamola fuori dalla porta.
Non
voglio vedere il mondo con i miei occhi, ma con i tuoi.
https://www.youtube.com/watch?v=_Jtpf8N5IDE
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