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lunedì 20 marzo 2017

IL TELEFONO CHE NON SQUILLA

“Cos’hai? Ti vedo molto giù.”
“Hai ragione, ma in questi ultimi tempi sto provando una delle sensazioni più mortificanti e umilianti che un adulto moderno e disoccupato possa provare, un telefono che non squilla.”
“In che senso?”
“Nessuno che ti cerca. Gli ami li ho lanciati, la pubblicità è stata fatta, public relations con tutti, professionalità aggiornata…eppure nessuno chiama. Provo una inutilità profonda.”
“E’ un momentaccio per tutti.”
“Lo so, per questo lo dico solo a te che sei un amico, ma la mia sensazione non avendo un lavoro impegnativo è proprio quella di essere un poverino, la dignità rischia di scivolare sotto i tacchi e già non è che fosse ai massimi. Tanto studio, tanto impegno, nottate spese in progetti che alla fine si sono rivelati fallimentari…”
“Forse dovresti abbassare le aspettative.”
“Già fatto, già fatto. Mi sono proposto anche…lasciamo perdere. Sotto un certo livello comunque non voglio andare, tanto varrebbe lavorare come volontario e farsi sfruttare.”
“E non essere pagato, che è un errore. Sai come dicono gli americani “se sai fare qualcosa bene, non farla gratis”. E hanno proprio ragione secondo me.”
“Anche secondo me, ma il telefono non squilla lo stesso. Sto scontando tutti i miei peccati professionali del passato e il brutto è che non capisco nemmeno l’errore vero dove sta veramente.”
“Forse ci vuole solo tempo.”
“Ne sta passando troppo, c’è qualcosa che non va.”
“Allora occorre cambiare rotta.”
“In che senso?”
“Se vuoi qualcosa di nuovo, devi fare prima tu qualcosa di nuovo, mai fatto prima.”
“Per esempio? Dimmelo, sinceramente. Sono in ascolto di qualsiasi proposta.”




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