GRATTINI
“Sì, così… dai
dai…. Bravo umano, non ti fermare…oh che belessa….sotto il mento adesso…sulla
testa…bravo, soffermati lì, vedo che hai capito…sì, continua, continua…”
“Sei incantevole
quando ti faccio i grattini e chiudi gli occhietti. Si vede che ti piace.
Sembra quasi che sorridi.”
“Non parlare,
vai avanti…sì, qui tra gli occhi…e poi ancora sulla testa….rrrr… attento alle
orecchie…”
“Tranquilla, so
che son delicate.”
“Più forte adesso,
più deciso…”
“Mi sto
impegnando. Sai che con te riscopro la mia felinità?”
“Non so cosa
intendi… Parla pure se vuoi, ma piano. Coccolami anche con le parole. E non ti
fermare…Sì, qui bravo. Questo punto mi piace tanto, insisti.”
“Sai, ho notato
che non ti fai nessuna remora a chiedere di essere coccolata e viziata. Non hai
proprio il senso di colpa di noi umani. Apprendi, eccome se apprendi, ma mai la
vergogna.”
“Non osare
fermarti.”
“…vivere senza
sensi di colpa. Ah se potessi essere come un felino. Se io continuo con i
grattini me lo insegnerai?”
“Vedremo. Se mi
piace una cosa la chiedo…sono fatta così, siete voi umani ad essere strani e
negarvi un piacere… tu continua, continua…ahhh, bravo. Lì mi piace.”
“Hanno proprio
ragione i persiani. Lo sai cosa dicevano?”
“mmm…dimmi,
dimmi…”
“Che Allah ha
creato il gatto perché l’uomo provasse il piacere di accarezzare una tigre.”
“Ah sì, mia
cugina. Adesso basta grattare la testa. Accarezzami il collo, la schiena…mmmm…”
“Farò anch’io
come te, ho deciso. Da ora in avanti va così, farò come i gatti, se mi piace una cosa la chiedo.”
“Bene. Adesso
basta però, lasciami andare. A dopo.”
“Ma come, te ne
vai?”
“Tu stesso l’hai
detto prima, quando mi paragonavi alla tigre, che è libera nella foresta. Pensi
che io sia così diversa?”
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