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sabato 30 aprile 2016

GRATTINI

“Sì, così… dai dai…. Bravo umano, non ti fermare…oh che belessa….sotto il mento adesso…sulla testa…bravo, soffermati lì, vedo che hai capito…sì, continua, continua…”
“Sei incantevole quando ti faccio i grattini e chiudi gli occhietti. Si vede che ti piace. Sembra quasi che sorridi.”
“Non parlare, vai avanti…sì, qui tra gli occhi…e poi ancora sulla testa….rrrr… attento alle orecchie…”
“Tranquilla, so che son delicate.”
“Più forte adesso, più deciso…”
“Mi sto impegnando. Sai che con te riscopro la mia felinità?”
“Non so cosa intendi… Parla pure se vuoi, ma piano. Coccolami anche con le parole. E non ti fermare…Sì, qui bravo. Questo punto mi piace tanto, insisti.”
“Sai, ho notato che non ti fai nessuna remora a chiedere di essere coccolata e viziata. Non hai proprio il senso di colpa di noi umani. Apprendi, eccome se apprendi, ma mai la vergogna.”
“Non osare fermarti.”
“…vivere senza sensi di colpa. Ah se potessi essere come un felino. Se io continuo con i grattini me lo insegnerai?”
“Vedremo. Se mi piace una cosa la chiedo…sono fatta così, siete voi umani ad essere strani e negarvi un piacere… tu continua, continua…ahhh, bravo. Lì mi piace.”
“Hanno proprio ragione i persiani. Lo sai cosa dicevano?”
“mmm…dimmi, dimmi…”
“Che Allah ha creato il gatto perché l’uomo provasse il piacere di accarezzare una tigre.”
“Ah sì, mia cugina. Adesso basta grattare la testa. Accarezzami il collo, la schiena…mmmm…”
“Farò anch’io come te, ho deciso. Da ora in avanti va così, farò come i gatti, se mi piace una cosa la chiedo.”
“Bene. Adesso basta però, lasciami andare. A dopo.”
“Ma come, te ne vai?”
“Tu stesso l’hai detto prima, quando mi paragonavi alla tigre, che è libera nella foresta. Pensi che io sia così diversa?”



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