TERRONE!
(Negli anni '60 l'atmosfera a Milano era questa, come si percepisce nel dialogo tra Luchino e lo zio che prepara la moka e intanto canticchia)
"Oh Signùr de Vimudrun, fa sciupà tucc i terùn…. Oh Signur di Gorgonsòela, fa sciupà in una volta solaaa…"
"Zio ma chi sono questi terroni?"
"Bruta gente, Luchin bel. "
"Ma come faccio a riconoscerli?"
"Sont piscinìn, brut e cativ! Meridiunal, negher… terùn, c'est plus facile!"
"Un mio compagno di classe vien da Catania."
"Ommadonna, ammò sont cume i ratt, sont dapertutt!"
"Ma siamo amici, giochiamo insieme."
"Stag'atènt, fioeu, damm a trà, fides no! Fa no el baluba."
"Secondo me non sono cattivi."
"Balabiott, te voeret minga drizzà i banan? Mej che te ve a Bagg a sonàa l'orghen!"
"Ma com'è che parli, zio?"
"Tè, lègg e studia!"
"Che libro è?"
NOTA: la umile chiesetta periferica di Baggio era talmente povera che, non potendosi permettere un organo vero, ne aveva affrescato uno sulla parete. Da cui l'espressione popolare milanese "Vai a Baggio a suonare l'organo!" che prende in giro chi si mette a fare un lavoro inutile.
Inutile in fondo come distinguere chi è terrone e chi no. Opinione mia intendiamoci, ma più vado avanti più vedo invece somiglianze tra le genti, anche se lontane. Ha poco senso fare distinguo.
(Nella immagine l'organo dipinto di Baggio. Uè, a me piace.)
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