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mercoledì 1 maggio 2019


L’AMORE CHE RICEVI E’ UGUALE ALL’AMORE CHE FAI

“Luca, dove lo appendo questo quadretto?”
“Proprio lì in alto. Io non ce la faccio più a salire sulla scala.”
“Sulla parete davanti al letto?”
“Giusto lì, grazie Pasquale. Così me lo guardo quando mi sveglio, quando mi alzo traballando, quando mi fan male le gambe come oggi.”
“Va bene, prendo la scala alta. Questi sono i Beatles, no?”
“Sono loro, è la copertina del loro ultimo album del 1969, Abbey Road.”
“Me li ricordo, me li ricordo, c’erano quando ero giovane. Ma, Luca, cosa vuol dire la scritta? Io l’inglese non lo so.”
“E’ l’ultimo verso dell’ultima canzone. Hanno finito col botto, con una frase mistica.”
“Cioé?“
“Alla fine l’amore che ricevi è uguale all’amore che dai. Anzi, più esatto, all’amore che fai. E’ un inno all’amore insomma.”
“Ah sì, l’amore libero. Mio padre li odiava i Beatles, diceva che erano capelloni degenerati!”
“Quanto tempo che non sentivo la parola capelloni! Pasquale, oramai a me e a te di capelli ne son rimasti pochi ma di amore ne possiamo ancora dare. E solo se diamo riceveremo.”
“E chi me l’assicura?”
“Nessuno. Ho dato e fatto abbastanza l’amore nella mia vita? E chi lo sa. Non esiste sicurezza in questo campo, io intanto continuo meglio che posso. La speranza sopravvive.”
“Un messaggio positivo insomma, mi sa che ne ho bisogno anch’io. Intanto prendo il martello e il chiodino.”
“Grazie, Pasquà! E’ bellissimo!”



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