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domenica 28 aprile 2019


COME ESSERE MINACCIATO DI MORTE SU FACEBOOK
(e cosa ho imparato)

Premessa: è notte fonda e il sonno non arriva
1.Sentirsi annoiato/depresso/smonàto come dicono i veneti
2.per aggirare la noia gironzolare su facebook

3.capitare in un sito dedicato alla musica rock frequentato soprattutto da nordamericani, in cui ogni tanto si posta qualcosa con il mio traballante inglese
4.siamo nel periodo pasquale, postare un famoso verso della cantante Patti Smith: “Jesus died for somebody’s sins but not mine” (Gesù è morto per i peccati di qualcuno ma non i miei)
5.continuare a gironzolare, finalmente dopo un po’ il sonno arriva per cui addormentarsi

6.svegliarsi la mattina dopo e trovare più di 100 risposte, al 95% insulti (idiot, jerk, asshole etc).
7.Qualcuno ha riconosciuto Patti Smith ma è inutile, la maggioranza la prende sul personale
8.scegliere di non rispondere, tanto sai che nel giro di poche ore tutto passerà, facebook ha la memoria corta

9.rientrare la sera e scoprire che invece i messaggi di insulti sono arrivati a più di 300 (!)
10.si sono estesi anche a genitori figli, tutta la progenie e si è passati alle minacce
11.scoprire che i più feroci intolleranti sono i sostenitori di Trump.

12.leggere con sgomento messaggi privati che mi paragonavano ad Osama e mi auguravano la stessa fine
13.a questo punto vedere in me subentrare la curiosità di sapere come finiva
14.continuare a non rispondere nulla e, come si intuisce, questo li fa imbufalire ancora di più

15.Il mattino dopo i commenti insultanti toccano quota 500, sempre più incazzati
16.Nel pomeriggio il post viene cancellato
17.dopo poche ore mi viene interdetto l’accesso al gruppo, sono finito nella loro blacklist


COSA HO IMPARATO

Me l’avevano già detto ma non ci credevo e ho toccato con mano: negli USA gli argomenti religiosi sono tabù.
Negli USA per esempio essere scettici su Gesù significa scatenare la rabbia, quella furibonda.
C’è un clima di intolleranza che rasenta (per me) quasi la malattia. Buono a sapersi, non li immaginavo così estremisti
A complicare il tutto, religione e patriottismo poi sono legatissimi ed è a parere mio un mix letale
I peggiori sono i bianchi, ho capito da dove arriva il Ku Klux Klan, che a me prima faceva ridere
Se persino in un sito dove si parla di musica rock succede questo, figuriamoci altrove
Patti Smith negli USA è considerata una povera scema
Con gli intolleranti meglio non avere niente a che fare, la blacklist è reciproca
Come si possano conciliare rock e Trump rimarrà un piccolo mistero, o forse è questo il nocciolo della questione. Mah.




sabato 27 aprile 2019


LIBERTA’

“Sono stati così avventati da lasciarci questa libertà, forse una distrazione, e l’abbiamo sfruttata in pieno.”

Richie Havens suonò per primo al famoso festival di Woodstock del 1969. Dopo aver sciorinato il repertorio e tutti i bis, stava per andarsene quando gli dissero di suonare ancora, il gruppo dopo era in ritardo. Non si aspettavano così tanta gente al festival, le strade erano bloccate.

Solo che Richie non sapeva più cosa fare, ormai aveva suonato tutto. Allora ad occhi chiusi si mise ad improvvisare un ritmo alla chitarra ripetendo Freedom! Freedom! (libertà libertà). Ma quel giorno era in uno stato di grazia, si mise a suonare e ballare, riuscendo a coinvolgere mezzo milione di persone! Tutto improvvisato! Si capì subito che sarebbe stato un grande festival, che passava alla storia.

Quella di Richie Havens fu una delle esibizioni più trascinanti di Woodstock, tre giorni di pace amore e musica. Incredibile come a vederlo sembri tutto naturale, magia della musica. Ci sono, ci sono i momenti magici nella vita.
Anche nella mia vita, incredibile anche nella mia vita a pensarci ho vissuto momenti magici.

E se sto scrivendo queste cose hippie è perché in questo condominio ora stanno fumando una sigaretta speciale. Il tipico odore è entrato dalla mia finestra. Chi sarà il fumatore? Quello del quarto piano? Ma chi se ne importa. Godiamoci il momento magico!
Se domani non rispondo sappiate che è stato ehmm il fumo passivo. Peace and love!




IL GIACCHETTO MACCHIATO

“Tesoro finalmente sei arrivato! Come è andato il viaggio?”
“Ciao bella, eccomi qua. E’ stata dura ma il tuo Luca ce l’ha fatta. A proposito, portami subito a casa che devo fare una pisciatona! Presto, prima che arrivi lo tsunami.”
“Subito caro. Ma… niente, te lo dico a casa.”
“Cosa c’è?”
“Niente niente, te la dico dopo.”
“Eh no dai, non tenermi sulle spine. Cosa c’è?”
“Perché hai messo questo giacchetto da pescatore?”
“E’ molto comodo e pieno di tasche come piace a me. Ci posso portare un sacco di cose. Ho le tasche piene.”
“Non proprio il massimo dell’eleganza. Da noi lo portano i vecchi.”
“E allora? Io poi non lo chiamo giacchetto da pescatore ma sahariana, fa più figo.”
“E’ orribile fidati, dà una idea di sciatto che manco immagini. E poi ho notato che c’è una macchia.”
“Dove?”
“Qui sulla spalla, non te n’eri accorto?”
“Ah sì ma è piccola pensavo non te ne accorgessi.”
“Figurati.”
“Non so neanche di cosa si tratti ad essere sincero, c’è da un sacco di tempo, ma è importante?”
“Mi fa una tristezza…”
“Tristezza? Guarda che il giacc….la sahariana è pulita.”
“Mi ricorda tanto quei vecchietti che sono vestiti dalle badanti, senza amore, senza cura. Li incontro per strada e riconosco subito quando non c’è una moglie dietro.”
“Io non ho la badante, faccio tutto da solo.”
“Si vede caro si vede che ti vesti senza amore. Ma tranquillo che adesso quando passo da casa tua cambia tutto.”
“Ehm in che senso?”
“Quel tuo armadio ha bisogno di una bella ripassata. C’è da sbattere via un sacco di roba.”
“Con cautela eh, cautela mi raccomando. A certi vestiti ci sono affezionato.”
“Tu sta tranquillo e lasciami fare.”
“Tranquillo ho saputo che si è impiccato.”
“Non avrai mica paura eh? Siamo arrivati, vai pure in bagno. Dopo quando esci vieni qua che ci penso io a sceglierti i vestiti. Voglio vestirti con amore.”
“Grazie ma non sono il tuo bambolotto!”
“Ma sì ma sì. Vai vai a far la tua pisciatina senza paura.”



giovedì 25 aprile 2019


L’ULTIMO PARTIGIANO

“Buongiorno Professore, come sta?”
“Oh buongiorno, Dr Tartaro, bene bene grazie. Si tira avanti. Sa, alla mia età ogni giorno è un piccolo miracolo.”
“Non dica così Professore, lei con più di 90 anni è un esempio per tutti noi, una roccia.”
“Eh, siamo rimasti in pochi. Ogni giorno mi faccio delle scale a piedi per non perdere l’esercizio. E lei come sta piuttosto?”
“Anche qui stringiamo i denti, Professore. Indovini perché le ho telefonato oggi?”
“Non saprei, mi dica.”
“Oggi è il 25 Aprile! E lei è l’unico vero partigiano che conosco. Lei ha combattuto veramente i fascisti! E’ un onore per me poterle telefonare.”
“Ah già, il 25 aprile. Ma sa, per me non è una bella data.”
“Ma cosa dice, Professore. La festa della liberazione, quando tutta Italia nel 1945 si è scrollata di dosso la dittatura per la democrazia. Deve essere stata una giornata epica, Professore. Come la invidio per averla vissuta.”
“Eh me la ricordo. Io ero a Verona in quei giorni ma non fu bello. Entrammo in città felici ma ebbi subito una orribile impressione.”
“Perché?”
“Perché vidi personaggi che fino al giorno prima erano fascisti della peggior specie osannarci. Anzi erano quelli che facevano più baccano.”
“Era una festa.”
“Per me, Dottore, questa giornata è un ricordo triste. Vidi in quei giorni molti prendersi meriti che non avevano. Tanti giravano con un’arma in mano dicendo che volevano fucilare i fascisti ma io ricordavo bene le loro facce. E qualcuno….non mi faccia ricordare Dr Tartaro è doloroso.”
“Mi spiace.”
“Gli angloamericani erano già arrivati da qualche giorno, diretti verso il Brennero. Mi piacevano gli americani, in libera uscita si mettevano la camicia ed erano liberi. Non come i nostri sempre in servizio. Gli americani hanno portato molta democrazia nell’esercito, anche se una cosa mi indignava.”
“Cosa?”
“In molti locali erano comparsi cartelli che i neri non potevano entrare. Ma come, mi dicevo, morire insieme sì ma prendere un caffè con loro no?”
“Si sa che gli americani sono razzisti.”
“E noi italiani fascisti. Io ero molto giovane ma capii subito una cosa: che non era cambiato niente. Niente. I fascisti continuavano ad essere tra noi, non ce ne eravamo liberati, avevano solo cambiato faccia.”
“Professore, è da sempre che è così. Il popolo italiano è noto per adattarsi ai conquistatori.”
“Purtroppo senza conservare la dignità. Noi di “Giustizia e Libertà” eravamo sbigottiti. E io ero molto deluso. Qualche compagno in montagna era morto, avevamo patito un freddo terribile, qualcuno era finito in Germania e per che cosa? Per vedere fascisti che festeggiavano. Ignobile.”
“Una brutta sensazione.”
“L’Italia è fascista, Dottore. Io oggi non mi indigno per Salvini…”
“Ah Professore, noto che si tiene informato... Voglio avere questa lucidità alla sua età.”
“Si tenga in allenamento, legga il quotidiano tutti i giorni! Comunque dicevo: io non mi indigno per Salvini, un fascistone, ma per chi lo vota.”
“E saranno tanti, Professore. Le ultime stime lo danno quasi al 40%.”
“Ascolti un vecchio resistente. Bisogna resistere, trovarsi tra noi, fondare dei piccoli gruppi in cui discutere liberamente.”
“Insomma, tornare clandestini?”
“Ci pensi Dottore, oramai siamo rimasti in pochi ma ci ritroveremo nelle cantine.”



domenica 21 aprile 2019

AMORE MIO, MI RICONOSCERAI?

Sei entrata in casa mia che eri ancora una bambina. Ricordo quel giorno, avevi gli occhi grandi e spaventati.
Ti nutrivo con i bocconi migliori, eri la mia gattina preferita, potevi mangiare dal mio piatto e non dicevo nulla. E poi abbiamo dormito insieme per tanto tempo e condiviso tutto, gioie e lacrime. Meno male che c’eri tu a consolarmi certe notti.

Ma un anno fa, quando stavo troppo male per occuparmi anche di te, ti han portata lontano. Ogni tanto vedevo le foto e so che adesso ti sei trovata un fidanzato. Ogni tanto mi pensi ancora?
Ora sto bene, sono guarito e posso viaggiare. Ieri ho preso il treno per venire da te. Tanti pensieri mentre correva sui binari. 

Amore mio, mi riconoscerai ancora? Tutti han detto di sì, ma io temo.
E se non mi amasse più, se pensasse che l’avevo abbandonata, se ce l’avesse con me? Amore, stavo male non potevo, non potevo. Dovevo lasciarti andare. Scusami, scusami.

Quando ho aperto la porta, tu subito sei andata come al solito sotto il letto. In questo non eri cambiata. Poi hai sentito la mia voce. Sei uscita e mi hai guardato e io ho guardato te in silenzio. Lì ho capito che mi hai riconosciuto, ho letto dentro la mente di un animale! Campassi 100 anni non dimenticherò quello sguardo. Mi sono sdraiato sul letto e ho detto: “Ciao Bea come stai?”

Lei si è avvicinata come fanno i felini, non diretta ma con lenti giri larghi. Io restavo immobile e in silenzio mentre la vedevo avvicinarsi. Come sei diventata grande, una gattona di 6 chili.

Dopo è balzata sul letto, si è avvicinata a me, ha annusato la mia mano ferma e ha iniziato a leccarla. E’ andata avanti così qualche minuto e io la lasciavo fare. Mi ero dimenticato quanto potesse essere ruvidina la sua lingua.
Sì, mi ami ancora.

sabato 20 aprile 2019

UN MICRO INFARTO 
(storia vera, capitata ieri in treno)

Egregia Treni Italia,
volevo segnalarvi un disservizio che poteva avere tragiche conseguenze e che riguarda uno dei vostri dipendenti.
Ho provato ad utilizzare il Modulo On Line, ma si bloccava in continuazione, per cui esasperata sono tornata alla vecchia forma cartacea.

IL FATTO: ieri il mio fidanzato aveva preso il treno che da Roma Termini (18.42) portava a Ladispoli (19.30).
Essendo disabile e in sedia a rotelle aveva prenotato a tempo debito l’assistenza, che alla Stazione di Roma aveva funzionato benissimo. Arrivati a Ladispoli c’erano già i due assistenti con il carrello. Siamo saliti tutti sul treno locale, io per salutarlo, gli assistenti per portarlo giù.

Solo che improvvisamente… si sono chiuse le porte e il treno è ripartito! Ci siamo guardati tutti sbigottiti mentre il treno si muoveva con noi dentro.
Sono partite tutta una serie di telefonate convulse: perché il capotreno aveva dato l’ordine di ripartire prima che il passeggero fosse sceso? La stazione successiva aveva rampe per i disabili? Il taxi (prenotato) sarebbe venuto sin lì a prenderci?

Alla stazione successiva (Marina di Cerveteri), appurato che c’erano rampe adeguate, siamo scesi subito. Arrivò pure il capotreno affranto, che aveva dato l’ordine di ripartire pur avendo la nota di assistenza disabili sul suo tablet.
Si giustificò dicendo che, non avendo visto il carrello elevatore né gente che saliva, aveva dato l’ordine di chiudere le porte e partire.


Io volevo fare una scenata, in quei momenti ero stressatissima, ma il mio ragazzo visto che spesso prende quel treno mi ha fermata. Ma mi ero spaventata a morte.

Dopo 15 minuti a Marina di Cerveteri arrivò un taxi capiente che ci riportò tutti a Ladispoli, anche i due inservienti della stazione, preoccupatissimi perché il carrello elevatore era rimasto sulla pensilina di Ladispoli alla portata di tutti.

Ora, non vi scriviamo per avere un risarcimento (anche se, per il micro infarto ricevuto e la spesa ulteriore del taxi, ci starebbe tutto) ma per una segnalazione doverosa.
Facciamo in modo che in futuro non ci siano altre “distrazioni” e speriamo di avere presto risposte da voi in merito, altrimenti meglio rivolgersi altrove (giornali e siti specializzati).

Cordialità
In fede
Chiara



mercoledì 17 aprile 2019

IL BULLO

Una volta tanto il titolo è veritiero, molto veritiero. Una ferocia che conosciamo bene.
Mi colpisce l'indifferenza delle ragazze e degli amici che accompagnavano il bullo. Neanche hanno provato a fermarlo mentre pigliava a calci in faccia il ragazzo, colpevole solo di averlo guardato. Le immagini parlano chiaro. Non so che dire.

Bullo che adesso si farà qualche mese al Beccaria, speriamo che comprenda come fare il prepotente e usare la forza contro i deboli è dannoso per tutti.
Come pena accessoria comunque gli farei vedere spesso il film "American History" con Edward Norton. Quando Norton si rende conto che il fratellino sta seguendo la sua stessa strada di violenza non è un bel momento per lui.

http://www.milanotoday.it/cronaca/ragazzino-disabile-picchiato.html?fbclid=IwAR3cWcg2gllcH5xNFBKp0qInHAtE3d7Vx1V4vec8VBX-NxOFAeWrZf74I3o
LA PRIMA

Anche Lou suona un semplice Re.

Posta il nome della canzone che hai imparato a suonare per prima. La mia fu "Horse with no name" (America), la canzone più semplice del mondo.

martedì 16 aprile 2019


NOSTRA SIGNORA DI PARIGI

Non l’ho mai vista dal vivo eppure sono rimasto a bocca aperta.
Brucia la cattedrale di Notre Dame a Parigi,
Una chiesa antichissima, una delle più visitate del mondo.
Talmente sacra che poteva permettersi di avere qualcosa di brutto.
Il deforme campanaro Quasimodo. che non ha più la casa.
Le statue di granito dei Gargoyles che stanotte gemono disperati.
I resti nei sotterranei di un tempio fondato da Giulio Cesare
il fuoco stanotte ha deciso di distruggere le radici dell’Europa.



domenica 14 aprile 2019

MAI FIDARSI DELLE APPARENZE

"Ci sono disabilità che sembrano così e altre che invece sembrano cosà".
Fra le disabilità che sembrano cosà io metterei l'essere senza cuore e senza coraggio, roba pericolosa che ti fa restare bambino (ne ho sofferto pure io, poi la vita mi ha dato quattro schiaffoni e mi è passata).



LA DOMENICA DELLE PALME

“Sia lodato Gesù Cristo.”
“Sempre sia lodato.”
“Ragazzi, è con gioia infinita che vi vedo tutti qui, riuniti al Catechismo. Oggi parleremo della Domenica delle Palme. Sapete cosa si celebra?”
“No, Don Piero.”
“La festosa entrata di Gesù nella città di Gerusalemme, la grande capitale.”
“Aveva già compiuto i miracoli?”
“Certo e soprattutto con la resurrezione dell’amico Lazzaro aveva impressionato tanti. La sua fama di guaritore si era già sparsa nella regione della Galilea, lo cercavano tutti. Per questo quando entrò in città lo accolsero con gli osanna.”
“Gli volevano bene. Avevano grandi speranze.”
“Sì, era un grande evento per loro, a quei tempi le malattie erano tremende. Lo scrivono tutti i quattro vangeli di questa entrata trionfale. Lo accolsero sventolando festosi rami di ulivo e di palma.”
“Don Piero, mia mamma ha già portato un rametto di ulivo a casa. Lo appende in cucina e ogni sera dice le preghiere.”
“Tua mamma fa bene, l’ulivo è un simbolo di pace e di armonia, il messaggio per tutti che Gesù invitava a volersi bene. Ricordate la colomba della pace, che trasporta nel becco un rametto di ulivo? Pace e amore.”
“E allora perché una settimana dopo è stato ammazzato?”
“Crocefisso, che è una morte ancora peggiore. Gli abitanti della captale non erano pronti per il suo messaggio di fratellanza. Lo tradirono e lo consegnarono ai Romani, che lo misero in croce.”
“Poverino.”
“Gesù è morto per noi per i nostri peccati. Così veloce passa la gloria del mondo. Ricordatelo ragazzi, solo nella vita eterna troverete il vero valore.”
“Ma, Don Piero, Gesù non aveva fatto niente.”
“Gesù proclamava il Regno dei Cieli e tutti avevano paura del giudizio divino e di essere condannati.”
“No, non è vero! Don Piero, non è vero! ”
“Scusa Luchino, sei tu?”
“La verità è che poco dopo essere entrato in Gerusalemme Gesù ha compiuto un gesto che gli ha rivoltato contro tutte le simpatie.”
“Ma cosa dici.”
“E’ passato dalle stelle alle stalle quando ha cacciato i mercanti dal Tempio con la frusta! Gesù ha perdonato tutti, ladri assassini prostitute, solo una categoria non ha perdonato, quella dei mercanti che facevano soldi nel nome di Dio.”
“Non sopportava giustamente che si facessero affari nella casa di Dio, caro Luchino. Secondo il vangelo di Marco è andato nel Tempio addirittura il giorno dopo essere entrato in Gerusalemme, voleva ritornare alla antica purezza. Il messaggio di Dio è ben più profondo di qualche compravendita.”
“Appunto. E secondo lei gli abitanti della città, che con gli affari del Tempo ci campavano, come possono aver reagito? Gli hanno voltato le spalle. Altro che guaritore, si è rivelato subito un agitatore politico. E lo hanno segnalato ai Romani che alla prima occasione lo hanno arrestato e dopo un processo sommario condannato a morte.”
“Il messaggio di Gesù è armonia e amore.”
“Appunto. Il suo messaggio è contro la società dei soldi, contro una religione che mescola fede e affari. Ecco perché è stato condannato, si sono accorti che il suo messaggio non era neutro, minava alle basi le fondamenta di quella società.”
“Attento a considerare il processo a Gesù solo come un fatto di ordine pubblico, c’era ben altro sotto.”
“Don Piero, la verità è che Gesù Cristo era un rivoluzionario. Non hanno perso tempo e in pochi giorni come un sovversivo l’han fatto fuori.”
“Luchino, e come mai allora le sue parole sono sopravvissute per 2000 anni?”


sabato 13 aprile 2019

CHE SPRECO
Nei momenti di crisi esistenziale ritorno alla musica, il mio primo amore. E noto qualcosa che mi fa male al cuore.
Persone piene di talento musicale e band sottovalutate:: Stooges, Devo, XTC, Velvet Underground, Roy Buchanan....e tante altre.

Molti sono stati rivalutati ma solo molto dopo. La lista è lunga.
Una domanda seria: perché sottovalutate? Cosa gli mancava?


L'amore tutto vince

venerdì 12 aprile 2019

THE GREAT GIG IN THE SKY
Un quesito per gli amanti dei Pink Floyd.
Nel 2005 la vocalist Claire Torry venne riconosciuta da un tribunale come coautrice insieme a Rick Wright del brano The great gig in The sky, contenuta nell'album The Dark Side of The Moon.
Senza il suo contributo vocale la canzone sarebbe differente. Ė stata una decisione giusta?


Per avere le idee più chiare. Questa è la versione senza la voce, il primo provvisorio mix.


Questa invece è la versione con Clare, che ha improvvisato mettendo l'anima in una canzone che non conosceva 


sabato 6 aprile 2019

COME SI SENTONO LE PERSONE IN SEDIA A ROTELLE QUANDO QUALCUNO RIVOLGE LORO LA PAROLA?
Sono in sedia a rotelle, lavoro in Tribunale come Perito affrontando (e a volte risolvendo) casi delicatissimi, in cui molti “normodotati” hanno abbassato le braccia.
Eppure noto che chi non mi conosce non mi rivolge mai la parola e, se lo fa, all’inizio ha sempre un atteggiamento del tipo “dai, scambiamo per pietà due parole con questo disabile, così lo facciamo contento”.
Ormai ci sono abituato. Dopo due minuti vedo dai loro occhi che sono stupiti e intimoriti. Non si aspettavano sensibilità e intelligenza in un povero disabile.
E’ successo anche che all’inizio mi parlassero usando i verbi all’infinito. A me interiormente fa ridere. Non mi offendo se loro hanno dei pregiudizi. Non è colpa loro ma di chi pensa che la disabilità sia equivalente a stupidità.
Non so chi ha messo in giro questa idea ma è dura a morire. A volte ammetto che l’ho usata a mio favore: se chi mi parla mi ritiene stupido non lo contraddico, così finirà per dirmi quello che mi interessa e fregarsi da solo.

venerdì 5 aprile 2019


IL DIVORZIO E L’AMORE

Me le ricordo bene quelle vignette nella Settimana Enigmistica. Oggi non si vedono più.

La scena era più o meno quella: la moglie casalinga con bigodini e vestaglia che aspettava il marito col mattarello in mano e un’aria furibonda, pronto a punirlo con mazzate se rientrava ubriaco. E più tardi arrivava lo scostumato più la litigata era certa.

Oggi una situazione come quella non esiste più e quelle vignette son sparite. Oggi se il marito esce di casa, esce pure lei. Dove va? Mistero. E l’uomo muto!

Il femminismo, le leggi sull’aborto e sul divorzio hanno dato voce “all’altra metà del cielo”. Lunga è ancora la strada, ma mio padre raccontava che in ufficio da lui una volta le donne al massimo facevano le segretarie. Quando è andato in pensione di maschi ne erano rimasti pochi, li conosceva tutti per nome e si abbracciavano.

Vabbè, vecchia storia ma dai risvolti sempre nuovi.
Soprattutto nella coppia vedo che le cose sono cambiate. Il fatto che un matrimonio non sia più indissolubile ha dato (sto parlando in generale) una nuova linfa all’amore. La donna non ci sta più ad essere trattata male. Prende e se ne va, punto.
Molti uomini che in passato se ne sono approfittati hanno scoperto quanto è delicato e forte l’amore, una cosa solo 50 anni fa inconcepibile per tanti.

Non è più qualcosa di acquisito, va rinnovato ogni giorno altrimenti si perde e scusate la banalità.
Certo, i saggi già una volta lo ripetevano, ma per molti era lettera morta e si vedevano in giro tante coppie che non avevano ragione di essere.
Meglio oggi. Lo so che state tutti pensando alle eccezioni, ma alla fine è meglio oggi.

E quindi con te, amore chiaro, questo non devo mai dimenticarlo. Ogni giorno è un’opportunità per amarsi meglio. E anche litigare con passione uhh.





giovedì 4 aprile 2019

UN QUADRO EMOZIONANTE

“Achille, amico mio, voglio farti un ritratto.”
“Ti ringrazio Paul ma lascia perdere, non è il caso. Sono lontano dai modelli di bellezza classici.”
“Tu scherzi, tu hai dentro un tale coraggio che per me sarà una sfida. Disegnare il coraggio, voglio provarci!”
“Dai, sono troppo triste. Ti allontano tutti i clienti.”
“E invece voglio proprio riuscire a trasmetterlo questo. Userò colori malinconici e il tuo sguardo….non sarà rivolto verso lo spettatore come al solito. ”
“Sì, alla natura, a come mi ha trattato male.”
“Achille, la verità è che tu non sei di questo mondo. Sei troppo speciale per me, te ne rendi conto?”
“Il grande Paul Cezanne che mi fa un ritratto, beh grazie.”
“E non voglio fare il solito quadro. Tu hai la dignità di un re sul suo trono.”
“Il mio trono.… mi raccomando, dipingilo bello grande e sproporzionato, così rendi meglio l’idea.”
“Non demordere, amico mio. Resta bello e mantieni la tua dignità, che voglio metterla su tela. Sei rimasto il capitano della tua anima, l’imperatore della tua vita.”
“Imperatore è anche il mio cognome. Il destino a volte ha proprio il senso dell’umorismo”
“L’importante in questo momento è che qualcuno sta pensando a te e ti ama. E dal tuo sguardo capisco che ci stai pensando anche tu. Voglio dare l’idea di un altro mondo.”


lunedì 1 aprile 2019


GARIBALDI

L’11 maggio del 1860 avvenne un episodio che poteva cambiare il corso della storia. Un certo Giuseppe Garibaldi, a capo di un manipolo di uomini vestiti in maniera bizzarra (camicie rosse!), sbarcò a Marsala in Sicilia. Il suo intento era chiaro: fomentare l’insurrezione dell’isola, appoggiando ribellioni e moti rivoluzionari.
In questo modo l’isola sarebbe diventata ingovernabile e si sarebbe sottratta al controllo dei Borboni, allora a capo del regno delle Due Sicilie e padroni incontrastati dell’isola.

Ma il giovane re Francesco II non si fece cogliere impreparato. Era salito al regno da poco ma già da tempo aveva intuito le mire espansionistiche dei Savoia, che allora regnavano in Piemonte. Anche dalla sua reggia di Napoli, Francesco II capiva bene che dietro all’avanzata di Garibaldi in Sicilia c’erano loro, i “piemontesi”. Bisognava assolutamente fermare questi garibaldini.

La cosa era più facile a dirsi che a farsi. Garibaldi, uomo di un certo carisma, mieteva successi. Purtroppo Marsala e altre cittadine dell’isola caddero presto, ma l’occasione buona arrivò il 27 maggio a Palermo. Ci furono tre giorni di aspri combattimenti per le strade ma alla fine, conoscendo meglio il territorio, le truppe borboniche ebbero la meglio sulle improvvisate armate di rivoltosi.

Lo stesso Garibaldi fu catturato e, dopo un processo sommario, fucilato sul posto. Francesco II venne a saperlo dopo a cose fatte, quindi sono inutili le polemiche vivissime che ci furono sul fatto che avrebbe potuto risparmiarlo. Si mormora che esistano delle foto del cadavere del nizzardo ma non sono mai state rese pubbliche.

Di sicuro è quello che avvenne dopo: Francesco II mandò un chiaro messaggio a Vittorio Emanuele (il famoso “Fuitevinne, malamente!”) e dopo la vittoria di Palermo pensò solo a consolidare il suo regno, operando una serie di epurazioni da tutti gli elementi avversi ma avendo sempre di buon occhio le arti, la pace sociale e il benessere del popolino, la vera base del suo governo.

Ciò pose le basi del Rinascimento Borbonico, che nel nuovo millennio rende ancora il Regno delle Due Sicilie uno dei migliori d’Europa. Oggi i Borboni, uno degli ultimi Re in Europa, regnano sul sud Italia in maniera incontrastata, mentre per esempio Roma (che si venne a sapere aiutò in varie maniere sotterranee la dinastia borbonica) è governata come è risaputo dal Papa.
Il nord Italia è sempre diviso in vari litigiosi staterelli.