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mercoledì 21 dicembre 2016

USCIRNE PULITI

E’ stata dura”, pensò il cowboy mentre a cavallo costeggiava lento il fiumiciattolo.
Era stata una vera avventura. Da tre notti non dormiva, l’avevano inseguito per mezzo paese decisi a impiccarlo al primo albero. Lui non c’entrava niente ma vaglielo a spiegare che eri innocente mentre ti mettevano il cappio intorno al collo. Brutta storia. E allora era scappato, una fuga folle, durata quattro giorni e tre notti. Non sapeva nemmeno dove si trovava.
Aveva attraversato terre sconosciute usando tutti i trucchi ed era riuscito a seminarli almeno da ieri, di questo era sicuro. Quando nemmeno tu sai dove ti trovi, gli altri come fanno a trovarti? Basta, basta così. Comincia una nuova vita. Dove andrò adesso? Cosa farò? E chi lo sa, l’importante è che i casini siano finiti.

Il cavallo puntava la testa verso l’acqua. Voleva bere. Il cowboy scese e lo portò in silenzio sulla riva del fiume. “Dai, bevi”, la bestia non se lo fece ripetere due volte.
Mentre si abbeverava all’uomo venne una idea. Anche lui aveva caldo. “Ma sì, tanto in giro non c’è nessuno.” Si spogliò completamente nudo, nascondendo la pistola dentro gli stivali, ed entrò nell’acqua del fiume con il cavallo poco lontano.
“Ahhhh che bello”. L’acqua fresca era  un sollievo dopo tanta polvere. L’uomo si sfregò la pelle e poi si rilassò completamente mentre l’acqua pulita scorreva. Era il paradiso.

Il cavallo nitrì. “Come mai è nervoso?” Il cowboy aprì gli occhi giusto in tempo per vedere un ragazzotto avvicinarsi al cespuglio e rubargli i vestiti. “Fermati, bastardo!” E intanto con la coda dell’occhio ne vedeva un altro che gli portava via il cavallo. “Maledetti, figli di puttana!”
Uscì nudo dall’acqua imprecando ma i ladri erano già saltati sul cavallo e scappati via come il vento. Dovevano averlo visto da lontano e seguito nella speranza che si fermasse. Di solito il cowboy si accorgeva di queste cose ma si vede che prima era proprio stanco.

E adesso? Nudo e gocciolante in una terra sconosciuta, senza niente addosso, senza potere contare altro che su se stesso. Niente male come fine dell’avventura. O era un nuovo inizio?
Il cowboy si mise a ridere mentre si incamminava: “Beh, non si può dire che non ne sia uscito pulito da questa storia!”








martedì 20 dicembre 2016

ESPLORAZIONE DI TE

Oggi qualcosa dal passato, una canzone degli Stilnovo, il gruppo dove da ragazzo suonavo il basso.

E' una canzone lenta, mettetevi comodi.

domenica 18 dicembre 2016

PROMOVEATUR UT AMOVEATUR
"Domine, non est quaestio ista solvatur."
"Quid dicis, adiutor meus?"
"Quaestio est qui operatur cum nobis."
"Tu dicis de eo qui operatur cum nobis et viginti et quinque annos"
"Etiam. Nemo enim aliud nemo potest ponere, sed vereor ne nos paenitet. '
"Non aliter potuit. Est etiam ubi placuit potes. "
"Sed quid faciemus ei?"
"Lucius? Promoveatur ut amoveatur. "
"Qui haec dicit, quod non ludos proprie ecclesiastica. Non vult operari in curia amet. "
"Quoque nocens pro eo. Ipse poenitebit. Procul a nobis in posterum erit. "

mercoledì 14 dicembre 2016

MORTO DI SONNO

“Luca, aiutami, non ce la faccio più.”
“Che c’è?”
“Sto morendo di sonno. Sbadiglio in faccia alla gente.”
“Non è che sei depresso?”
“Ma vaffanculo!”
”Hai dormito stanotte?”
“Lascia perdere che se ci penso mi incazzo. Mi addormenterei sul colpo di giorno e poi di notte sto sveglio, che nervi.”
“Prendi la Melatonina. Hai il ritmo sonno-veglia sballato.”
“Sballato è dire poco. E la colpa lo so io di chi è, di questa malattia brutta che ho, la sclerosi multipla. La conosci?”
“Sì, ne ho sentito parlare. Ma cosa c’entra con la sm?”
“C’entra, la stronza c’entra e di brutto. Da quando è arrivata lei sono sempre stanco e dormirei sempre. Dammi qualche consiglio, dai.”
“Beh ci sono quelli classici contro la sonnolenza: mordersi la lingua, un secchio di caffè, una lattina di coca cola, una musica bella ritmata, avviare una conversazione brillante con gente nuova, avere paura…”
“Grazie al cavolo. Io ho bisogno di una roba normale.”
“Puoi sempre alzare la mano, andare in bagno e dormire sul gabinetto. Oppure chiudere la porta o fermare l’auto e riposare, ogni tanto è necessario. Tanto bastano pochi minuti, poi la crisi passa e si riprende.”
“Sino a quando non me ne torna un’altra di crisi. Ma qualcosa di meno estemporaneo?”
“Io ho visto che c’è chi mi aiuta molto, ma magari è solo personale.”
“Sarebbe?”
“Il freddo. Il freddo mi tiene sveglio e attivo, al contrario del caldo che mi distrugge.”
“Quale freddo? Di che tipo?”
“Oh, in tutte le sue varianti: l’aria condizionata, l’acqua fresca sotto i polsi per qualche minuto, aprire la finestra, gli ultimi 10 secondi di doccia fredda, il phon non caldo. Anche se a dirti la verità secondo me un tipo di freddo funziona più di tutti.”
“E che aspetti a dirmelo? Quale?”
“Quello che nasce dal dentro, succhiando per esempio un cubetto di ghiaccio o bevendo acqua gelata. Io d’estate faccio scorta di ghiaccioli e prima di uscire di casa me ne mangio uno, poi per 15 minuti sono a posto.”
“Ma funziona?”
“Prova. E a mali estremi puoi sempre farti un bolo di cortisone, con quello anzi non chiuderai occhio tutta la notte.”
“Il cortisone lo odio, mi gonfia e mi fa pisciare in continua. Senti ma… prima di buttarmi sulla cocaina o robe strane ci sono dei farmaci per questo problema?”
“Certo, ci sono il Provigil e il Mantadan che io sappia. Soprattutto il Provigil è efficace ma lo danno solo dietro ricetta del neurologo e costa una cifra. Alcuni ragazzotti lo tritavano nella birra per star svegli tutta la notte in discoteca.”
“Scemotti.”
“Sicuramente. Ma guarda il lato positivo della faccenda.”
“Ah perché, esiste?”
“Vedila così, noi siamo una classe di malati che sogna molto. La nostra vita interiore è molto ricca.”
“Solo quella purtroppo!”





martedì 13 dicembre 2016

NODO MISTICO
Se la Rivoluzione la si facesse in due
Avremo già sconfitto il mondo
Le unghie mie con le unghie tue
Ma tutto il giorno in piazza, sai che monotonia
Sarai la mia ragazza e dopo
Fuggiremo dalla Polizia
Tra quello che mi dai e quello che ti dò
c’è un Nodo Mistico
tra quello non hai e quello che non ho
c’è un Nodo Mistico
Se Dio nel quinto giorno ha popolato il mare
Riempiendolo di grandi squali
E di animali con i quali nuotare
Ma tutto il giorno in acqua, sai che monotonia
Ti asciugo tutto il corpo e dopo
Sulla sabbia correremo via
Tra quello che mi dai e quello che ti dò
c’è un Nodo Mistico
tra quello non hai e quello che non ho
c’è un Nodo Mistico
E’ una città malvagia e che non ha pietà
Ti blocca ore in mezzo al traffico
E intanto la mia vita va
E tutto il giorno in auto, sai che monotonia
Mi prenderò una grande moto
Salta sopra e scapperemo via
Tra quello che mi dai e quello che ti dò
c’è un Nodo Mistico
tra quello non hai e quello che non ho
c’è un Nodo Mistico
LE FONTANE DEL PARADISO
Colleghi, in Paradiso ci sono solo semi
Enormi gigli sotto i quali riposare
E scivoli incantevoli
Per sprofondare in fondo al mare
La verità del cielo
Dei suoi cipressi bianchi
Non risiede in un concetto che ho pensato
Ma solo nella sensazione che ho provato
E se considerate la parte per il tutto
Non riuscirete mai a vedere tutto
Non riuscirete a sentir le campane delle fontane
Non entrerete nel prato del Paradiso

lunedì 12 dicembre 2016


LA CREADA

"Zia Rosa, zia Rosa! È vero che tu e la mamma da bambine eravate povere?"
"Certo, Luchino bello, venivamo da una famiglia poverissima."
"Perché?"
"Avevamo perso tutto con la guerra. La nostra casa era stata distrutta e dormivamo in 7 in una stanza. Tua mamma era troppo piccola per ricordarselo ma ogni tanto c'era pure qualche animale e a me faceva un po' schifo. Che tempi brutti."
Ma riuscivi a dormire?"
"Si impara a far tutto nella vita bel bambino. Sapessi quante cose imparerai."
"Però andavi a scuola?"
"Mio babbo mi ha fatto studiare solo fino alle elementari, poi mi ha mandato dai signori a lavorare come domestica. Penso che l'abbia fatto non solo per soldi ma anche per il mio bene, almeno li mangiavo tutti i giorni."
"Ma dovevi anche lavorare?"
"Quanti letti ho rifatto, per loro non avevo neanche un nome, mi chiamavano creada."
"E che vuol dire?"
"La creata, quella che non ha altri meriti che essere nata. Per fortuna poi mi sono rifatta. Come vedi, Luchino, tua zia nella vita è partita proprio dal basso."
"Un giorno mi racconterai la tua vita zia Rosa?"
"Certo amore bello, ma devi essere più grande."
"Perché?"
"Voglio essere sicura che capirai bene. A volte non è stato facile."
"Mi spiace, zia."
"Non ti preoccupare, ci sono stati anche momenti di festa. Per esempio quando un soldato americano regaló a noi figli di contadini una manciata di caramelle. Che gioia. Mai mangiate di così buone. E un altro episodio ricordo bene."
"Quale?"
"Una mattina quando ancora andavo a scuola e vidi qualcosa di brillante sul bordo del sentiero. Erano le bucce di una arancia che qualcuno aveva buttato via. Io non le conoscevo, le mangiai ed erano buonissime. quando tornai a casa lo raccontai alla mia povera mamma che mi sgridó tanto."
"Perché?"
"Non si mangiano le cose trovate per strada,è pericoloso. Ma erano così buone…"
"Ma le stesse arance che mangiamo noi?"
"Le stesse. Per questo a Natale voglio sempre che ci sia una arancia sul mio tavolo, per ricordarmi di quando ero povera."
"Ma io le butto sempre via le bucce! A scuola mi han detto che son velenose."
"Eh adesso si butta via tutto, anche qualcosa che potrebbe servire ancora. Che peccato. Che peccato."

martedì 6 dicembre 2016

UN COMMENTO SUL REFERENDUM
Della Costituzione non gliene fregava una ceppa a nessuno, il referendum in realtà era Pro o Contro Renzi, che ha avuto l'ingenuità di proporlo pensando ad una passeggiata e invece si è preso una tranvata sui denti (come Cameron con il Brexit inglese).
Il popolo infatti ha votato e democraticamente si è espresso contro, nella migliore tradizione italica per cui non si vota mai "per" ma "contro".
E adesso? E adesso si ricomincerà in qualche modo.
Tra le lezioni che si possono imparare dalla vicenda io trovo comunque interessante questa: gli italiani sono intolleranti a qualunque forma di controllo, amano la libertà più di ogni altra cosa. I regimi durano poco perché governare in Italia non è che sia impossibile, è proprio inutile. Gli italiani preferiscono governarsi da soli, sono un popolo profondamente anarchico.
Spero che chi arrivi adesso se lo ricordi.

domenica 4 dicembre 2016

"Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste sino al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
(William Shakespeare sonetto 116)


QUAL E’ LA SCELTA GIUSTA?

“Papà? Stai bene? Potrei chiederti una cosa?”
“Ma certamente, gioia carissima, sei la luce dei miei occhi e la più bella figlia che si possa desiderare. Sei anche la figlia del Rabbino e vedrai quanti un domani ti faranno la corte.”
“Papino, proprio di questo ti vorrei parlare.”
“Non c’è problema. Non vedo l’ora che ti sposi e mi dai tanti nipotini.”
“Papà, veramente un problema ci sarebbe…”
“E quale?”
“Ho tre pretendenti che mi fanno la corte. Sono tutti e tre molto carini e gentili ma non so chi scegliere. Qual è l’uomo giusto per me?”
“Non ti preoccupare, al momento buono il tuo cuore ti indicherà la scelta giusta.”
“Grazie ma io… io avrei pensato di chiedere a te un consiglio se per te va bene. Sei considerato un uomo giusto e ho visto che molti si fidano di te.”
“Grazie per la sviolinata, gioia. Sai che a te non posso dire di no. D’accordo allora, parlami di questi ragazzi.”
“Ho fatto di meglio, te li ho portati qui tutti e tre, così li conosci di persona e mi dai un parere.”
“Ah. E io cosa dovrei fare?”
“Niente di speciale. Te li porto davanti, tu parli un poco con loro e poi mi dici le tue impressioni per aiutarmi a decidere.”
“Mmm hai ragione, vale più una borraccia di esperienza che una botte di discorsi. Fai entrare il primo allora, voglio conoscerlo. Dai, fallo entrare.”
“…buongiorno, signor Rabbino. Io sono Aaron.”
“Buongiorno Aaron, ho sentito che lei vuole la mano di mia figlia.”
“Assolutamente!”
“Risponda allora a questa semplice domanda. E’ sabato, giorno che per noi ebrei è sacro tanto da evitare il lavoro. Lei sta camminando per strada e vede un biglietto da 1000 dollari abbandonato per terra. Che fa?”
“Beh, lo raccolgo, no?”
“No! Va via, empio bestemmiatore! Con te mia figlia si ritroverebbe in una vita dissoluta, senza principi e sarebbe infelice! Vai via! Figlia, caccialo fuori e fai entrare l’altro.”
“…buongiorno, signor Rabbino. Io sono Moshe.”
“Mi sembri un bravo ragazzo, Moshe. Allora per te sarà facile rispondere alla mia domanda: è sabato e vedi un biglietto da 1000 dollari per strada. Che fai?”
“E’ semplice. Essendo sabato non lo raccolgo e vado avanti per la mia strada.”
“Vai via! Via via via! Con te mia figlia diventerebbe povera e infelice, e io non voglio per lei una vita così! Figlia, mandalo via!”
“Ma papà!”
“Fai entrare il terzo, questi due non sono buoni. E tu chi sei?”
“Buongiorno, Rabbino. Io sono Isacco.”
“Bene Isacco. Adesso attento, immagina che è un sacro sabato, non si può lavorare e tu vedi un foglio da 1000 dollari sul marciapiede, che fai?”
“Ah…Oh…Mah non saprei, così su due piedi... Senta, facciamo così. Che quando mi capita poi scopriamo cosa faccio.”
“Questo mi piace!”



giovedì 1 dicembre 2016

Oggi la mia USB è entrata al primo colpo e io provo la sensazione che Dio mi ama

sabato 26 novembre 2016

CHE DUE COGLIONI!

“Sì pronto, ciao, sono io…senti, ti ho telefonato per quella cosa ….sì sì, tranquillo sono stata fortunata ho trovato parcheggio vicino….in un posto per handicappati…non ti preoccupare, era vuoto… senti per quella situazione…ma allora, chi è che rompe le palle?...aspetta c’è uno che si è affiancato con la macchina e mi vuole parlare, aspetta che tiro giù il finestrino… CHE CAVOLO VUOLE LEI?”
“Mi scusi, dovrei parcheggiare lì.”
“No no, son parcheggiata io. Se ne vada.”
“Guardi che il posto è riservato a me. Ho delle difficoltà, vede la stampella?”
“Ah va bene. Tra 5 minuti me ne vado. Si faccia un giro intanto.”
“Se non le dispiace preferirei aspettare qui, così appena se ne va mi metto io.”
“MA COSA FA? MI METTE FRETTA?....che due coglioni…scusa, c’è un handicappato che vuole il posto… ma sì ma sì hanno rotto i coglioni…era mezzora che cercavo un buco… ECCO, ME NE VADO, CONTENTO?”
“La ringrazio.”
“Sì sì, grazie al cazzo.”

“Buona serata!”
Cubano: "Qui possiamo vedere il Che e Fidel che giocano a golf."
Intervistatore: "Chi ha vinto?"
Cubano: "Il Che. Ma Fidel l'ha lasciato vincere."

venerdì 25 novembre 2016

LO DICA ALLE SUE AMICHE

“Buongiorno signora, da dove  viene?”
“Dalla Bolivia, segnor.”
“Lei sa perché oggi l’abbiamo chiamata qui in Tribunale?”
“Por la mia bambina?”
“Certo, nel suo caso è coinvolta anche una minorenne ma non è il motivo esatto per cui l’abbiamo convocata qui. Qualche giorno fa ho ascoltato il suo ex con un Avvocato agguerrito. Oggi però volevo sentire la sua versione, dopo aver sentito quella del suo ex compagno..”
“Pedro?”
“Sì. Mi tolga prima una curiosità, cosa ha fatto alla guancia?”
“…Una sera mesi fa è tornato  casa muy borracho…”
“Ubriaco?”
“Sì. Era ubriaco de birra, che è terrible. Io non lo volevo far entrare, quando è così diventa violento e mi picchia sempre. Gli ho detto cento volte che ubriaco in casa non lo voglio. Allora lui…ha sfondato la porta, è andato in cucina, ha preso un coltello e….mi ha tagliato la faccia…”
“Davanti alla bambina?”
“No, Elizabeth dormiva nell’altra stanza. O espero che dormiva.”
“Lui mi ha raccontato che è stata lei a tagliarsi da sola perché era ubriaca anche lei.”
“Fatemi tutti gli esami che volete (mostra le braccia). Vedrete che io non bevo.”
“E poi cosa è successo?”
“Sono andata in Hospital donde me hanno ricucito, anche se una cicatrice è rimasta. Da allora non riesco più a muovere la guancia destra, è paralizzata.”
“Poi lo ha denunciato, signora?”
“….no…no…la dottoressa al Pronto Soccorso ha insistito mucho ma io non volevo.”
“Perché?”
“Ho detto che mi ero fatta male da sola. Tenevo paura.”
“Di cosa?”
“Avevo paura che arrivavano i Servizi Social e mi toglievano mia figlia. Ma non c’entra nulla la mia nina, segnor. Non portatemela via.”
“Aveva paura di lui?”
“No, poi quando gli passa l’alcool si sveglia, mi chiede scusa y se disculpa. Non l’ho mai denunciato, lo perdono siempre.”
“Il perdono è un’altra cosa, signora.”
“Yo soy catolica. Perdono, come Jesus mia luz.”
“Signora, anche Gesù si è arrabbiato. Bisogna reagire, è doveroso. Si ricordi, anche Gesù ha usato la frusta. Ah, perché non ha mai denunciato Pedro? Adesso avremmo qualcosa con cui accusarlo.”
“Disculpeme.”
“Non si scusi, signora, non c’è bisogno, stavo pensando ad altri casi simili. In quei momenti lei aveva paura. Poi cosa ha fatto?”
“Son tornata a mia casa e mentre lui dormiva ho preso la bimba e sono andata da una amica in un posto segreto. Lui è impazzito, mi mandava i messaggi di morte al cellulare.“
“Posso vedere questi messaggi?”
“…li ho cancellati, segnor.”
“Stiamo calmi. Ci sono dei vicini che possono testimoniare che la picchiava?”
“Sono tutti clandestini, segnor, non verrà nessuno.”
“La sua amica da cui è andata?”
“Lei se vuole viene, è mia primera cugina.”
“…Una parente. E così alla fine è la parola di uno contro quella dell’altro. Uno dice bianco e l’altro nero.”
“Ma io non voglio che mia figlia passi quello che ho passato io.”
“Lo dica allora alle sue amiche signora, che non si può perdonare sempre tutto. Quando subiscono un torto alla loro dignità bisogna reagire, denunciare. Altrimenti i nostri figli cosa penseranno di noi?”




mercoledì 23 novembre 2016

PROBABILMENTE

“Perché esiti?”
“Ho timore di qualcosa di spiacevole.”
“E’ da qualche minuto che osservi la doccia calda senza entrare, di che hai paura?”
“Lo sa anche tu. I primi secondi si prova sempre una sensazione di gelo.”
“Ma è acqua calda!”
“Non ha importanza. Lo sai anche tu. L’impatto con l’acqua risveglia tutti i nervi della pelle in automatico e i nervi del freddo, più numerosi di quelli del caldo, si attivano per qualche istante. Presto si accorgono che la faccenda non li riguarda e si riaddormentano. Però per qualche secondo si prova una sensazione di ghiaccio, ecco perché esito.”
“Stai parlando del freddo paradossale, come quello che si prova tuffandosi in mare? Beh, io mi immergo piano pianino, un pezzo alla volta. Così evito il falso allarme del freddo o perlomeno ci provo.”
“Io invece preferisco entrare in modo diretto nell’acqua, tanto ho imparato che questa sensazione illusoria per quanto spiacevole dura pochissimo. E’ un meccanismo di difesa pronto a scattare ma che rientra presto nei ranghi.”
“Insomma le sentinelle del freddo aprono l’occhio ma poi si riaddormentano. Scusa la mia spiegazione da cartone animato, alla Siamo Fatti Così, ahahaha!”
“Si vede che da bambino hai ricevuto l’imprinting. Io ho studiato questo freddo paradossale, come lo chiami tu, all’Università ma il pensiero mi sembra identico.”
“Oh yeah. E toglimi una curiosità, anche per quella cicatrice che hai sul petto vale lo stesso discorso? Anche per lei provi il freddo nella doccia?”
“Ah questa. E’ quella esperienza che mi ha lasciato una cicatrice, te ne ho già parlato. Sì, il freddo paradossale ho notato che vale anche per lei. Anzi probabilmente è più delicata. Ma non voglio rinunciare a farmi la doccia e ad avere delle esperienze nuove per lei.”
“Fai bene. Dai entra, affronta questa piccola prova. Sai che alla fine non si vorrebbe uscire mai dalla doccia calda. Mi ricorda quando una nuova donna è entrata nella mia vita. Esitavo come te, non sapevo quello che sarebbe accaduto- ma l’avrei scoperto solo buttandomi, non c’era altro modo”.
“Sì, probabilmente il Freddo Paradossale, il timore di soffrire avendo esperienze nuove, accade anche fuori dall’acqua. ”
“Basta con le mezze misure. Intanto l’acqua scorre. Il futuro è bello, avrai la tua ricompensa.”
“Probabilmente. Forza amico, dammi coraggio.”
“Dai, testone, entra nella doccia senza timore. Alcuni giorni meravigliosi devono ancora accadere. Non è un bellissimo pensiero?”
“Vado allora. Il futuro è bello.”


martedì 22 novembre 2016

BAGIGI

Fresco fresco di stampa ecco a voi BAGIGI -cento raccontini- in una nuova edizione. Tutto nuovo e migliorato rispetto all'altra edizione (ho cambiato 20 raccontini su 100 e modificato vari elementi tra cui il carattere tipografico più grande, così lo può leggere anche chi ha difficoltà alla vista).

Ho stampato 100 copie ed è un libro che non si vende e non si compra, lo regalo e basta. Una copia è per te che stai leggendo :) (te la invio a casa insomma, basta che in privato mi dai il tuo indirizzo). Daje!

lunedì 21 novembre 2016

IL MOSTRINO

“Caro, scusa se ti disturbo mentre leggi il giornale. Posso dirti una cosa?”
“Dimmi tesssoro mio. Tu non mi disturbi mai.”
“Ho notato che c’è un pelo bianco nelle sopracciglia che spunta fuori e ti sta molto male. Se vuoi te lo levo. Aspetta che lo tiro via.”
“Ma dove?”
“Proprio qui sopra l’occhio. Aspetta, aspetta che prendo la pinzetta, sta fermo un secondo….zac!”
“Ahia!”
“Oh guarda, ce ne sono altri due, te li levo….zac!...zac!”
“Ahia!...Ahia!”
“Ma qua ce ne sono un sacco. Prendo la forbicina.”
“No ferma, mi han sempre detto che se togli uno ne crescono sette.”
“Tutte storie. Ti stanno proprio male. Non bisogna mai farli crescere così tanto. Stai fermo. Ti dispiace se uso questi due?”
“Cosa sono?”
“Cerotti speciali.”
“In che senso speciali?”
“Si mettono qui dove ci sono i peli. Si fanno aderire bene alla pelle e poi…sta attento…straap!”
“AHIAAA!”
“Guarda, guarda quanta roba è venuta via!...aspetto tiro via il secondo…questo è più difficile…straaap!”
“UAAAARGH! Basta, basta!”
“Dai, non ti lamentare, sta venendo fuori un buon lavoro.”
“…Cheddolore…cheddolore…i miei poveri peli, ci ho messo tanti anni a farli crescere…Ma sei matta?”
“Non ti lamentare, le donne lo fanno sempre. Eh, ma qui c’è ancora troppa confusione. Hai i peli anche dentro le orecchie! Bisogna far qualcosa. Senti, ti dispiace se uso questo?”
“Che roba è? Sembra un Tamagoci rosa. Carino, è innocuo?”
“E’ utilissimo. Aspetta che lo accendo….bvvvvzzz…”
“Oddio, ha tirato fuori delle lamelle! Ma che roba è?”
“Fermo, si chiama Silk Epil, inclina la testa così vedo bene l’orecchio..bvvvzzz….”
“UAHIAAAA!!!”
“Fermo, non ti muovere, sennò è peggio e rischio di farti male…”
“AAAAAAAAHRGH!! Il mio orecchio!!”
“Fermo ho detto!”
“E’ un mostrino! AIOOOO! AAAARGH!”
“Aspetta che devo fare anche l’altro orecchio. Puoi mica andare in giro a metà.”
“Pietà! Pietà!”
“Tranquillo, un minuto e ho finito…bvvvzzzz…”
“AHIAAA! AIAIAIAAAAAAAAAAHHH!”
“Sta fermo, qui c’è un pelo resistente.”
“AUAUARGH!!”
“Ecco ho finito, e adesso un po’ di profumo per disinfettare….spruz spruz..”
“Brucia! Brucia!”
“Guarda allo specchio che bel lavoro, come sei bello pulito.”
“Oddiomama... Io vedo solo uno con la faccia rossa piena di bozzi. Sembra che mi abbiano preso a pugni.”
“Poi passa. Fidati del mio parere, una donna ci è abituata.”
“Ma le donne soffrono così quando si depilano?”
“Ma certo, io tengo il Silk Epil nella doccia.”
“Non pensavo soffrissero così tanto. La mia considerazione per loro si è alzata.”






sabato 19 novembre 2016

UN GESTO INTIMO

“Cosa stavate facendo ieri, tu e quella ragazza?”
“Professore, ma è cieco? Ci stavamo baciando!”
“Questo l’avevo capito. Ma vi volete bene?”
“Certo, è la mia ragazza, stiamo insieme da tre settimane.”
“E perché davanti a tutti? Il bacio è un gesto intimo.”
“Volevo far capire a tutti che è mia. Anche a quello stronzo che sta in seconda e che le gira intorno.”
“Piano con le parole. Usa altri modi poi per ribadire il tuo legame con la ragazza, il bacio è un affare delicato.”
“Sicuro, Professo’?”
“Sai come è nato il bacio?”
“Perché è il segno dell’amore, esiste da sempre!”
“E perché sarebbe segno di amore unire due labbra?”
“Ah, questo non lo so! E’ naturale.”
“Nella preistoria, tanto tempo fa, non c’erano biberon, pentolini, tazzine... Non c’erano nemmeno i cucchiai. Allora come si faceva a dar da mangiare ai bambini in maniera sicura? Le mamme sminuzzavano il cibo con i denti e poi lo mettevano direttamente nella bocca del bambino.”
“Che schifo!”
“Guarda che per un milione di anni le mamme si sono comportate in questo modo, è così che si prendevano cura del loro piccolo in prima persona. Per questo ti ho detto che è un segno d’affetto. Di grande affetto e intimità. La prossima volta pensaci bene, prima di baciare la tua ragazza in pubblico.”
“Professore, ma lei sa tutto sul bacio!”
“Io saprò tutto, ma sei tu che lo fai. Mi raccomando mio caro ragazzo, trattala sempre bene.”



 
“E’ un bradipo!”
“E’ una lumaca!”
“E’ lentissimo!”
“No, aspetta! E’ l’ultimo della fila, è… è Tartarox!”

 
TARTAROX, IL PRIMO SUPER EROE CON LA SCLEROSI MULTIPLA


Per far conoscere ai nostri affezionati lettori il nostro supereroe preferito e le sue gesta, il nostro inviato ha raccolto varie interviste per la città. A sentir lui è stato facile: tutti avevano un aneddoto su Tartarox, tutti lo amano e vogliono portare la loro esperienza. Ascoltiamoli.

Intervistatore: Allora, quando è stata la prima volta che avete sentito parlare di Tartarox?
Ragazzo: mah non so, mi sembra che ci sia sempre stato. Forse qualche anno fa è stata la prima volta.
Ragazza: ma sì, non ti ricordi? E’ stato quando ha sventato la rapina in banca!
Ragazzo: Ah sì, è vero!
Intervistatore: qualcuno di voi ci vuole raccontare come è andata?
Ragazzo: Io! Io! L’ho raccontata un sacco di volte ai miei amici.
Ragazza: Che bello sapere che la tua città è difesa da un super eroe!
Ragazzo: quando lo vedo passare con la stampella magica mi commuovo sempre!
Intervistatore: ma qualcuno me la vuole raccontare questa storia sì o no?
Ragazzo: ok ok quanta fretta… Dovrebbe darsi una calmata e iscriversi al suo fan club. Allora… Era una calda giornata estiva e l’unica banca aperta del paese era piena così, perché si pagavano le bollette della luce. Improvvisamente entrano 4 uomini mascherati e armati, che gridano “Questa è una rapina, tutti a terra!”
Ragazza: Come nei film, solo che le armi erano vere!
Ragazzo: tutti gridano e poi si gettano a terra, tutti tranne uno.
Ragazza: lui, Tartarox!
Ragazzo: che sangue freddo! Che uomo! Che temperamento! Ha guardato impassibile i rapinatori e nel silenzio ha detto “Volete qualcosa? Non ho sentito bene, stavo cercando il bagno.”. Ha capito? Stava cercando il bagno, li stava prendendo per il culo!
Ragazza: lui i cattivi li sputtana! Non li perdona mica!
Ragazzo: beh, a uno dei rapinatori non piace mica la situazione che si è creata. Uno dei cattivi va verso di lui con cattive intenzioni ma…
Intervistatore: Ma?
Ragazzo: non si è mai capita la sua mossa segreta, è segreta mica per niente, sta di fatto che il cattivo si avvicina troppo, Tartarox fa finta di perdere l’equilibrio, gli cade il suo mitico bastone, il rapinatore ci inciampa e scivola all’indietro. Cadendo gli parte dalla mitraglietta una sventagliata che uccide tutti i suoi compari! Tatta-ta-ta-tà! E solo loro!
Ragazza: una scelta di tempi eccezionale! Quando il rapinatore che aveva sparato ha capito di essere rimasto solo se l’è data a gambe. E così Tartarox ha sventato con i suoi superpoteri una rapina in banca!
Intervistatore: Però! Dopo l’avranno ringraziato, immagino. Chissà che festa.
Ragazza: Macché, appena i clienti e i commessi hanno rialzato la testa Tartarox era già sparito.
Ragazzo: tutti che si chiedevano “Ma dov’è dov’è il nostro salvatore?”, e l’han cercato dappertutto. Il Direttore voleva dargli un premio, ma lui era già volato via.
Intervistatore: volato?
Ragazza: sì! Con il suo mantellino da supereroe.
Ragazzo: c’è anche un’altra ipotesi a dir la verità, perché si è scoperto dopo che nei bagni non avevano guardato. Gli scappava la pipì e forse in attesa che si calmassero le acque si era rifugiato lì.
Ragazza: chi? Tartarox? Naaa. Sei il solito scettico. In realtà è volato sopra le nuvole.

Ragazzo: Gneeeow!!

giovedì 17 novembre 2016

AH, MA ALLORA…

Ah, ma allora quella volta….che son cascato per terra scendendo dal treno e non capivo cosa era successo…e quando mi sono sentito male dopo un bagno caldo…o quando ero mezzo ubriaco e non riuscivo ad infilare il cordino nell’ago e tutti ridevano…e quando guardando la fila di automobili vedevo due file….o quando inciampai in quel ramo durante la gita nel bosco….ecco perché le mani tremavano mentre giocavo all’Allegro Chirurgo….o perché ero l’ultimo a vestirsi…e perdevo se facevo le corse…oppure facevo le linee storte camminando nella sabbia…e  miei castelli di carte crollavano sempre…e a biliardo ero una schiappa….e nei giochi di forza non ne parliamo…e quella volta…e quell’altra….
E io che ho sempre pensato di essere imbranato...ero già malato? Ma è possibile, già da piccolino?
Ma quand’è che ho iniziato ad ammalarmi?
Mah, chissà se a quell’età era peggio sapere di essere malato o pensare di essere imbranato…










TRASLOCANDO

 "Papà, guarda, questa scatola è piena di fotografie."
"Ah sì, sono vecchie foto mie."
"Posso vederle?"
"Ma non so se..."
"Voglio vederle tutte!... ehy ma qui hai i capelli lunghi!"
"Eh, tanto tempo fa, ero più grande della tua età."
"E questa chi è?"
"E' la ragazza con cui stavo prima di conoscere tua madre."
"Davvero? Ma... ma in quest'altra stai fumando!"
"Sì ma poi ho perso il viz..."
"E qui? Dove è che sei?"
"Eh.. ah.. in Grecia, in un campo n…"
“Cosa?”
“In una spiaggia dove ognuno si vestiva come voleva.”
"Mi ci porti?"
"Dai, chiudiamo lo scatolone"
"Aspetta aspetta! E qui? Quanti cd che hai, papà."
"Ne vuoi un po'?"
"Posso? Sì, voglio questo, e questo, e que..."
"Senti, perché non te li prendi tutti?"
"Posso? Davvero?"
"Ma sì, tanto io ho già scaricato sul pc quello che mi interessava, li porti dalla mamma e te li ascolti. Hai 10 anni, hai tempo per ascoltarli tutti."
"Va bene! Va bene!!! Ehm papà, sentiii..."
"Dimmi, giovane"
"Ma ehm qualcuno lo posso dare via?"
"Guarda che ci sono cd che valgono anche parecchio"
"Per esempio, questo cd di Pa... Paba... Pavarotti, posso darlo via? E questo Le grandi voci della lirica?"
"Sssì, va bene..."
"Ma papà! Hai I grandi successi di Albano! Che roba è?"
"Ehm no, c'era una canzone che mi piaceva."
"Questo lo regalo."
"Aò, buono giovane!"