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domenica 23 agosto 2015

IL PASSATO DI ZIA ROSA

È ora di raccontare forse la storia più segreta di me e della zia Rosa.
Premessa. Le ore estive del pomeriggio per un bambino sono le più noiose della giornata, soprattutto in estate. 
La zia Rosa dopo il pranzo si concedeva infatti una salutare pennichella in cui bisognava osservare un silenzio stampa assoluto. 
In teoria anche io dovevo riposare, ma chi li ferma i bambini, specie se come all'epoca il sottoscritto aveva 12 anni, con la molla dentro bella caricata e una energia vitale incontenibile.
Ricordo che a letto resistevo pochissimo, poi mi alzavo e iniziavo a vagare per la casa, in cui mia zia teneva le tapparelle basse contro la luce e il caldo del pomeriggio. 
In uno di quei pomeriggi silenziosi e annoiati cominciai ad aprire dei cassetti di mia zia. Lo so che era proibito ma così tanto per fare qualcosa e sempre in assoluto silenzio per non svegliarla.
Trovai vecchie posate, tanti asciugamani, libri di ricette, strani aggeggi per la cucina, medicinali, camicie, cappellini. Era tutto bene in ordine, quell'ordine femminile che poi avrei molto apprezzato andando avanti nella vita. E poi trovai una roba strana.
Era in fondo ad un cassetto, quasi nascosto, proprio in fondo sotto una pigna di vestiti, un piccolo aggeggio di colore rosa. Sembrava più un pennarellone, simile a quelli che usavo a scuola. Ma non c'era la punta per scrivere, era tutto compatto con tanti puntini neri per tutta la superficie. Sembrava un ditone con tanti puntini neri. Boh. 
Lo rimisi con cura e in silenzio al suo posto, chiedendomi come mai mia zia si era presa la briga di nasconderlo. Forse aveva qualche significato speciale. Oggi so benissimo che a trattava di un vibratore ma all'epoca me ne dimenticai subito. Cercavo dolciumi. I cassetti di mia zia Rosa erano pieni di sorprese e tantissime foto di quando era giovane. Che bella ragazza in costume da bagno!
Quella sera mia madre a tavola mi chiese al solito come era andata da zia Rosa, se avevo fatto i compiti, mi ero comportato bene etc. In estate mi mandava da sua sorella immagino per non avermi sempre tra i piedi che ciondolavo e anche forse per farle compagnia, era una donna buona ma sempre così sola. 
Raccontai tranquillo di avere fatto i compiti e poi dissi anche del ditone trovato nel fondo dell'armadio. 
Mentre raccontavo l'episodio successe qualcosa di logico ma che non mi aspettavo. Mio padre smise di colpo di mangiare e guardò in silenzio mia madre, che ricambiò lo sguardo.
Cosa avevo detto di sbagliato? Non capivo. Quanti misteri. Finimmo di cenare presto e andai a letto quasi subito. Dal mio letto sentivo i miei genitori in cucina che discutevano
"...non mi ha mai convinto tua sorella, lo sai. Non si è mai sposata eppure di pretendenti ne aveva …"
"Saran fatti suoi o no? Almeno lei è una donna libera"
"Libera? Sola direi!"'
"Non parlare male di Rosa. Lo sai quanto ha fatto per noi in passato. Te lo devo ricordare?"
"Si ma una cosa così…"
"La colpa è di tuo figlio che va a frugare nelle cose altrui."
"NOSTRO figlio va per studiare da Rosa, tu pensi che vada bene?"
"Ma certo. Domani le parlo e vedrai che certe scoperte Luca non le farà più."
Quali scoperta? Mi arrovellai sulla questione sino a quando mi addormentai. Avevo toccato uno dei segreti degli adulti questo lo capivo. Ma cosa?
Ancora non sapevo che il giorno dopo avrei avuto tutte le risposte, e da zia Rosa in persona. Ma prima doveva succedere qualcosa, e per poco non ci lasciai le penne.


(Fine parte prima)

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