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domenica 18 agosto 2019

DELITTO E CASTIGO

"Allora letto 307 come va la sua dieta?"
"Bene, Dottor Mengele, ho già iniziato stamattina. Ho bevuto tè poco zuccherato e niente biscotti. Lo possono confermare le infermiere."
"Bravo. Come suo primario del reparto di sclerosi multipla mi congratulo. E come si sente?"
"Meravigliosamente."
"Ottimo. Come mai adesso ha dato uno sguardo al comodino?"
"Niente, mi ero confuso."
"Mmm mi è venuto un sospetto. Apra un po' il cassetto."
"Ma no Dottore... la privacy... lasci stare. Ha già avvisato le cucine che mangio in bianco?"
"Apra, è un ordine del suo primario. Apra! AAAH! Aspetti, cos'è quello? Un salame?"
"...ma no, è piccino...un salamino. .."
"Dove l'ha preso?"
"Me l'ha portato un amico dalle Marche. ..è un ricordo."
"Non lo sa che è severamente proibito dal regolamento?"
"Sì ma è piccolino...:
"Qui c'è bisogno di una lezione. Infermieri, prendetelo e legatelo al letto."
"No fermi, cosa fate?"
"Legatelo stretto. Attenti al pappagallo che è pieno."
"Lasciatemi stare!! Dottor Mengele, sono innocente! Il salamino non è mio!!"
"Bello stretto. Forza! E adesso frustatelo con lo stetoscopio!"
"No pietà! Pietà!"
"Forza con il frustino. Il castigo deve essere esemplare. E uno!"
"Aaaaarghh!"
"E due!"
"Aaargh!! Prenda tutto il salame, Dottor Mengele! È tutto suo!"
"NON! DE! VI! POR! TA! RE! CI! BO! DI! NA! SCO! STO!"
"Sì, sí...ahhhh..ahhhh..."
"Slegatelo."
"Che dolore che dolore..."
"Ora ha imparato che non bisogna infrangere la dieta?"
"Sí...sí...Che male..."

"307? 307? Si svegli!"
"Ahhh!"
"Stava facendo un incubo."
"Oddio è vero! Era solo un sogno."
"Tranquillo ora, 307, è tutto finito."
"Grazie infermiera, grazie. Sembrava così vero."
"Sì prepari ora, tra poco passa il primario. Attento che oggi è nervoso."



CICCIONE
(Intermezzo tragicomico)

"307, cosa sta facendo a letto?"
"Ehm Dottore, sto mangiando."
"Questo lo vedo anch'io. Dove ha preso quei biscotti farciti? Qui c'è una scatola vuota."
"Lo confesso, alle macchinette nel seminterrato dell'ospedale."
"Mi avevano riferito che lei si ingozzava e purtroppo ho constatato di persona. Ma non le hanno mai detto che mettere su peso nelle sue condizioni è pericoloso?"
"Volevo solo delle gratificazioni Dottore. In questo ospedale ho visto il mio futuro e non è bello."
"Cosi però rischia di aumentare la sua sofferenza. Non prenda questa cosa alla leggera."
"In effetti da quando son ricoverato è avvenuto in me un cambiamento."
"Ah sì? Si spieghi."
"Mi sembra che le magliette si siano accorciate tutte."
"307, non mi faccia dire cose cattive. Adesso è la sua pancia a sporgere di fuori."
"Non è vero! Non mi è cresciuta la panza!"
"Mettiamola cosi, clinicamente negli ultimi tempi la vedo più florido."
"Sto diventando un cicciabomba?"
"L'ago della bilancia non mente e per la sua sclerosi non va bene. La metto subito a dieta."
"Dottore, ma sarei il primo ad essere ingrassato mangiando cibo d'ospedale!"
"E i distributori di merendine?"
"Il piu delle volte prendevo solo un caffè." 
"Avviso le cucine per una dieta stretta, vedrà che presto ritornerà al suo peso abituale. Penso che per iniziare 700-800 calorie al giorno vadano bene."
"Settecen... ma è da anoressici!"
"Su su, deve dimagrire, 307."
"Oddio, mi faccia iniziare tra qualche giorno, Dottore, non subito."
"Non voglio obesi nel mio reparto. Si prepari."
"Ma Dottore, un uomo senza panza è come un cielo senza stelle!"
"Sì prepari ad attraversare una selva oscura, 307."
"Noooooo!!"



giovedì 15 agosto 2019

LA ROSA ILLUMINATA

Rosa, bella rosa,
Bella e delicata rosa,
Nell'angolo in ombra del giardino,
In questa vita di dolore
Mi ricordi che il mio cuore esiste ancora

Erba, verde erba,
Che circondi questa rosa
Siete tanti fili allegri
Sapete bene, bisogna 
Tenere felice ciò che si ama

Sole, forte sole,
Ora fai splendere la rosa
In silenzio fai capire
Che la bellezza è per tutti
Non bisogna mai nasconderla 

Il cuore, il mio cuore amareggiato,
Si è accorto della rosa
Dell'erba, del sole
Ha capito il loro messaggio
E ora si è aperto al mondo. Che miracolo!


COME SUPERARE IL SENSO DI COLPA

Prima fase, l'impulso. La massaia vede il Bounty/Kitekat e scatta l'impulso all'acquisto. "Che buono, lo prendo!"

Seconda fase, il senso di colpa. "Però c'è dentro il cioccolato, fa ingrassare, ci rinuncio". L'acquisto salta.

Terza fase, il superamento del senso di colpa ideato da quei FdP del marketing: dividere in pezzi il prodotto. "Beh ne mangerò solo un pezzetto". E la massaia lo compra.

Risultato: se volete fare qualcosa di proibito non guardate il risultato finale. Suddividetelo in pezzettini e fate solo il primo passo. 
"Poi basta, se voglio smetto". Sarà facile iniziarlo.

LA FIGLIA RIBELLE 

Come tutti i padri, anche il Demonio voleva maritare le sue figlie e pian piano riuscì a sistemarle bene tutte: Usura con i borghesi, Ipocrisia con i preti, Pazzia con gli artisti etc. 

Solo una era la spina nel fianco, Lussuria. Figlia molto molto bella ma dal carattere difficile, poco docile, alla fine spaventava sempre tutti i pretendenti.
Accadeva sempre la stessa storia: all'inizio ardevano d'amore e passione e poi scappavano. Che noia.

Dopo l'ennesimo fidanzamento andato a rotoli, questa volta con un monaco, Satana furente convocò la figlia nel suo salone. 
La ragazza entrò apparentemente senza paura e spavalda ma suo padre la aspettava inferocito, circondato da servitori tremanti. Metteva paura a vedersi, era enorme.

"Cosa devo fare con te? Tu non mi obbedisci mai!"
Fece calare un pugno rabbioso che schiacciò dei vermi, povere anime.
Lussuria non rispondeva ma aveva gli occhi guizzanti e fieri, bellissima e carnosa.
Tutti sapevano che sotto il vestito era nuda, Lussuria non se ne faceva scappare uno, ma nessuno osava nemmeno guardarla con suo padre presente.

Il Demonio ruggì, le pareti tremarono tra le fiamme. 
"Dovresti essere contento -rispose senza paura la ragazza-, grazie a me hai sempre nuovi discepoli."
"Basta! Sei furba come tua madre, Avidità, ma sei più sfrontata!"
"Tua figlia deve sopravvivere in un mondo di uomini. E dominarli facendo finta di arrendermi."
"Non essere stupida che tua sorella Arroganza l'ho già data in sposa ai politici. Se non mi ubbidirai sai che ti brucerò."
"No non lo farai, sai bene che ti sono utile. Padre, ti propongo invece un patto. Non darmi a nessuno, lasciami ogni volta libera di scegliere l'amante che voglio."
"Mmm. .. (il Demonio si liscia la barbetta sul mento)... mmmmm.. pericoloso ..libera..."
"Cosi voglio essere. Dentro e fuori le mura di casa. Di ogni casa" 
"Se vorrai conservare la tua bellezza peró dovrai rifornire l'abisso di anime sempre fresche."
"Vedremo, padre, vedremo. Tu intanto fammi diventare l'amante di 
tutti, mettimi alla prova."




LA PROVVIDENZA

"Sia lodato Gesù Cristo."
"Sempre sia lodato, suora."
"Buongiorno letto 307, come sta allora oggi?"
"Bene grazie."
"Ha visto a proposito ieri in televisione il film su Don Gnocchi?"
"Ehmm no. Ho visto "Il pianeta delle Scimmie"..."
"Peccato perché c'erano tante storie su di lui. Giuste per voi giovani."
"Suora, ma lei lo ha conosciuto Don Gnocchi, lavorava qui a Milano, no?"
"Ormai è morto da tanti tanti anni. Ci sono due consorelle molto vecchie però che l’hanno conosciuto."
"E che tipo era?"
"Credeva molto nella Provvidenza. Mai disperare diceva, che sempre la Provvidenza in qualche modo ci aiuterà. Ed è vero."
"Mah sa, suora, noi malati non è che ci crediamo molto stando in ospedale. Lui peró aveva fede insomma."
"Tanta. Per esempio quella volta che viaggiava in treno con una cesta piena d'uova. Dei ragazzotti cominciarono a prenderlo in giro per la sua tonaca nera. Sa come sono i ragazzi..."
"Ah c'erano anche allora le bande di deficienti."
"Lo strattonarono a turno ridendo, tanto che le uova caddero e si ruppero tutte per terra. Allora disse "adesso i miei ragazzini resteranno senza cena". Fu allora che si manifestò la Provvidenza."
"Cadde un fulmine dal cielo che folgorò tutti?"
"Meglio, il Signore è grande. Tutti i passeggeri del treno aprirono il portafoglio e gli diedero qualcosa di cuore."
"E i bulletti, anche loro hanno risarcito il danno?"
"Loro pulirono in silenzio le uova rotte."
"Suora, speriamo abbiano imparato la lezione."
"Non disperate mai insomma, la Provvidenza c'è per tutti!"
"Lei mi porta delle parole di speranza. Grazie."



UN CUORE SPAESATO

"Questo è il mio letto."
"Ma no Lara, ti sei sbagliata, sei nella mia stanza. Vieni che ti porto nella tua."
"Ho dormito qui ieri. Mi sembra..."
"No Lara, questo è il 307, il mio letto. Tu sei da un'altra parte, ora ti ci porto."
"Mi scappa la pipì. Devo andare in bagno."
"Non avere timore."
"Sì sì. Sono disperata, ho perso il cellulare! Non lo trovo più! "
"Dopo lo cerchiamo. Prendi il tuo deambulatore e seguimi."
"Dove andiamo? Mi sono persa."
Come una bambina, Lara mi ha seguito. In corridoio abbiamo incontrato una infermiera che l'ha portata docile sino alla sua stanza.
"Grazie 307, la prendo io adesso. Lara, non ti devi allontanare dalla tua stanza."
"Ho perso il cellulare!"
"Dopo lo cerchiamo nella borsetta."
"Non c'è non c'è!"
"Sta tranquilla lo troveremo."
La sclerosi multipla è una brutta malattia ma al peggio non c'è mai fine e con Lara è stata cattivissima.
Non le ha colpito gambe, vescica o gli occhi, ma il cervello, le funzioni cognitive. Rarissimo ma accade e quando succede ho sempre visto che è una tragedia, ma di quelle vere.
Nel caso di Lara una bella donna 35enne, mora e alta, adesso vaga spaesata nel reparto e sempre con lo sguardo spaventato.
Lara cammina bene ma non sa mai dove andare. Anche chi sta in carrozzina non vorrebbe essere al suo posto.
Lara non è cattiva, è gentile e sorridente ma è tornata una bambina timida con gli occhi spaesati.
Troverai mai qualcuno che ti ama veramente? Che ne sarà di te? Vorrei tanto poterti aiutare ma non so come.
Mentre pensavo a queste cose vidi l'infermiera che usciva dalla sua stanza.
"Avete trovato il cellulare ?"
"Sì subito."
"E dov'era?"
"Nella borsetta in alto. Che tristezza, 307, che tristezza..."


LA MUSICA DI SOTTOFONDO

"Letto 307, come mai il suo compagno di stanza, il 308, dorme sempre?"
"Non lo so Dottore, è vero che dorme spesso ma poi si sveglia e fa le cose."
"E in genere il 308 da sveglio come si comporta?"
"Normale, non dà molta confidenza."
"Noto che è molto magro, quasi scheletrico. Ma che lei sappia mangia? Mmm... Ne parlerò con i colleghi. 307, ci avvisi quando si sveglia."

Non l'avevo detto al medico ma qualcosa di strano in effetti c'era. 
Sembrava dormisse, stava sempre con gli occhi chiusi, ma in realtà il 308 era sveglissimo!

Me ne ero accorto un giorno che da sbadato mi ero versato del succo addosso.
"Oh cavoli mi sono macchiato", dissi sovrappensiero.
"Metti sale sulla macchia, così la assorbe", rispose lasciandomi di stucco.
Ah ma non stava dormendo? 

Venne fuori una storia stranissima. Faceva finta di dormire per non essere disturbato, in realtà lui stava ascoltando della musica. 
Quale musica? Non vedevo fili o apparecchi.
No no, lui ascoltava i rumori di sottofondo, quelli che si percepivano appena. Per lui era come una musica.

"Non la senti?"
"No. Cosa devo ascoltare?"
"Lo senti il fruscio lontano di quella ventola? È quello che sto ascoltando adesso. Se stai attento la sentirai anche tu. Molto ritmico. Tum Tum wooosh! Tum Tum wooosh! È inconfondibile."

Io mi sforzavo ma non ho mai sentito niente, lo ammetto. Compagni di stanza ne ho avuti di tutti i tipi, ma il magrissimo 308 li batteva tutti. Voleva starsene nel suo mondo pieno di suoni senza essere disturbato insomma.

Alla fine trovammo un equilibrio: lui continuava la recita del dormire e io in un certo senso "proteggevo" il sonno di Scheletrino, come lo chiamavo tra me e me.

Due giorni fa lo beccai a "dormire" su una panchina del parco dell'ospedale. Mi sedetti vicino a lui e chiesi piano "cosa stai ascoltando?"
Riconobbe la mia voce e rispose senza aprire gli occhi: "li vedi quegli alberi davanti a noi? Il vento passando tra le foglie le fa parlare. Solo che parlano tutte insieme e bisogna fare molta attenzione".
"Ok ho capito, ti lascio stare. Dopo ricordati di venire in mensa, 308. Stasera ci sono i tortellini".
"Sai che io mangio poco".

Non ho mai capito se Scheletrino avesse una sensibilita particolare, se mi stesse prendendo in giro o fosse solo fuori di zucca.

Una volta era la vibrazione dell'acqua che scorreva nei muri, una volta il rumore dei baci che si stavano scambiando due infermieri dietro la porta (come faceva a sentirlo?), il colmo lo raggiunse stamane quando a letto ascoltava concentratissimo il rumore delle fogne, "è come un respiro" diceva.

Basta, era troppo, c'era qualcosa che non andava. Decisi di accennarne ai medici. Scheletrino pareva innocuo ma talvolta era inquietante. Le sue idee balzane potevano diventare pericolose.

Ero già sulla soglia della porta della stanza quando mi sono bloccato. 
E se lo avessero imbottito di psicofarmaci? Povero Scheletrino. Questa volta ero io a dar retta a una vocina: 307, fatti i cazzi tuoi.

IL SALTO DELL'ELEFANTE 

"No. Io non mi rassegno." 
"Stiamo calmi. Dove ti hanno messo qui in ospedale?"
"Letto 307."
"E non li vedi i tuoi compagni di reparto? Al 90% sono in carrozzina e non è che desideravano finirci."
"No io non mi rassegno. E tu che sei il mio nuovo fisioterapista mi devi aiutare."
"Testa dura che hai. Quanta pazienza. E quante volte ho sentito questi discorsi. Guarda che in primis bisogna pensare alla sicurezza."
"Questa sicurezza è una gabbia, è una prigione!"
"Non fare il bambino capriccioso 307. E se cadi? E se ti rompi qualcosa? Poi è peggio."
"...magari finisco sulla sedia a rotelle."
"Non essere sciocco. Tu sei a fortissimo rischio caduta, 307, lo sai meglio di me, ti romperai."
"Lo so. Ma preferisco qualche caduta e tantissima fatica piuttosto che una sedia così comoda. Aiutami."
"307, farò il possibile ma guarda che non è solo una questione di volontà. Tu hai le gambe pesanti, come quelle di un elefante. E gli elefanti non possono saltare."
"Perché non ci pensano. Ma io ci voglio provare."
"Provaci, ma non ti garantisco nulla."

PAROLE GROSSE

"Avvocato come mai non c'è il suo cliente?
"Signor giudice, Arnoldo è malato, ho qui il suo certificato medico, lo rappresento in tutto io."
"Peccato, se era presente poteva rispondere a qualche domanda."
"Mi ha informato di ogni cosa. Rispondo io."
"Anche perché qui si decide il suo destino dei prossimi mesi. Un momento delicato."
"Ne siamo consapevoli, signor giudice." 
"Va bene. L'imporante è questo. Signor Procuratore, come annunciato oggi siamo qui per valutare la situazione del signor Arnoldo."
"Sentiamo cosa è successo."
"I fatti risalgono ad un agosto di due anni fa... Cosa è successo in quella notte d'agosto. ..Arnoldo si è intrufolato nella casa dove c'era la moglie in via di separazione. ..."
"Sempre così, sempre così..."
"Sono volate parole grosse, se l'è presa con lei, con il suocero, con i Carabinieri..."
"A quanto è stato condannato?"
"Otto mesi. Dopo dieci giorni di detenzione è uscito e adesso dobbiamo decidere se il resto lo deve scontare in cella o in detenzione domiciliare."
"Informazioni della Polizia ne abbiamo?"
"Sì, dicono che nel frattempo è ritornato a vivere con la moglie e si è ricomposto il nucleo familiare. Il signor Arnoldo ha anche un lavoro regolare."
"Ci sono precedenti condanne o pendenze?"
"Il mio cliente era incensurato!"
"L'avvocato ha ragione. A parte questo episodio il signor Arnoldo era incensurato. Allora cosa dice il Procuratore? "
"Detenzione domiciliare."



VIAGGIA INSIEME A NOI

"Non si può lavorare cosi! Che vita insulsa la mia."
"Che è successo, Rita? Ti vedo triste."
"È tutto il giorno che mi fanno andare su e giù in questo ospedale! Non mi rispettano. E oggi sono pure da sola!"
"Ma tu non fai la portantina? È normale nel tuo lavoro correre."
"Dove ti hanno messo?"
"Letto 307."
"E ti sembra normale che 2 minuti dopo aver portato te al terzo piano devo essere a pianterreno? Tutto il giorno così, tutto. E che ho, le ali?"
"Magari pensano che tu Rita sei brava e ci riesci."
"Anche tu ti ci metti, letto 307? Non c'è logica è tutto fatto a casaccio."
"Senti, ti ricordi quella serie a cartoni animati chiamata Siamo fatti così? "
"Quella dentro il corpo umano? Bella, mi piaceva da ragazzina."
"Brava. E hai presente quelli sulla navicella vestiti di bianco e col caschetto?"
"I globuli bianchi."
"Esatto. Andavano su e giù e non si fermavano mai. Erano importantissimi, le sentinelle, senza di loro succedevano disastri e tutto moriva."
"Vuoi dire che..."
"Tu sei come i globuli bianchi. Hanno veramente bisogno di te qui dentro. Sei indispensabile in questo ospedale. Tu vali molto." 
"Dici? "
"Dai retta a questo malatino che vi vede tutto il giorno. Se manchi tu qui tutto si fermerebbe. Loro saranno anche la mente, ma sei tu che rendi possibili i loro desideri! Hanno un grande bisogno di te." 
"È vero. Da ora in avanti allora sarò Globulo Bianco. Anzi, chiamatemi Globula!"
"Così ti voglio Rita. E adesso... Il coro! SIAMO FATTI COSI, SIAMO FATTI PROPRIO COSÌ, VIAGGIA INSIEME A NOI ATTRAVERSO L'OSPEDALEEE..."

L'IMPERO DEL MALE 

"Buongiorno, io sono Beppe, lieto di rivederti."
"È vero, ti conosco! Ti avevo già incontrato qualche tempo fa. Ho un buon ricordo, sei un bravo fisioterapista."
"Grazie. Sarò io adesso a farti fisioterapia la mattina. Dove ti hanno messo qui in ospedale?"
"Sono al letto 307. Quando cominciamo noi due?"
"Subito. Mettiti sul lettino che ti mobilizzo un po', voglio rendermi conto la tua sclerosi multipla a che punto è."
"Sospetto di essere peggiorato dall'anno scorso."
"Tranquillo 307. L'importante è lavorare, vedrai che ce la facciamo a riacquistare tutto, anche la serenità."
"Però è strano che proprio tu mi parli di serenità, Beppe. Mi ricordo che l'ultima volta che ti ho visto eri tutto incazzato."
"Forse erano tempi difficili..."
"Se ben ricordo volevano farti tagliare i tuoi ulivi in Puglia..."
"E ANCORA SONO INCAZZATO!"
"Ahia la gamba! Beppe, delicato."
"Stanno morendo! Oramai nella zona di Gallipoli sono tutti morti!"
"L'avevo sentito anch'io. Pare sia colpa di quella zecca ...nervosa ...scontrosa."
"La xylella fastidiosa c'è sempre stata e non è colpa sua. La verità è un'altra! "
"Sarebbe? Fai piano intanto Beppe. Mi fa male lì."
"Rilassati 307. Con degli aerei da anni stanno spargendo dei veleni sugli ulivi. Ci sono prove su prove che li vogliono far seccare. E la gente intanto sta morendo di malattie strane!"
"E perché?"
"È Putin! Vuol far passare un oleodotto dal Salento ma ci sono gli ulivi! Ecco perché vuol distruggerli tutti!"
"Oddio l'impero del male che trama un complotto ... Beppe sei impazzito?"
"Guarda che tutti i contadini della zona la pensano così. Maledetto petrolio!"
"Per favore Beppe non perdiamo il senso di realtà... mi sembra inverosimile..tutto il Salento distrutto, tra un po' chiamerete James Bond..."
"Poveri ulivi miei, pensare che c'erano già ai tempi di mio nonno. Ah ma se avessi tra le mani Putin..."
"AHIAAAA!"



HAI FATTO IL BRAVO?

"Letto 307 sono arrivati i suoi esami del sangue."
"Oh bene, Dottoressa. Ehmm c'è qualche asterisco?"
"307 ho buone notizie, tutti i suoi valori sono nella norma."
"Ho fatto il bravo. Non mi ubriaco e non mi drogo."
"E quando ha smesso?"
"Prima di essere ricoverato."
"Sicuro?"
"In vista del ciclo di riabilitazione ed era meglio essere bello depurato."
"Bravo 307, avanti cosi."
"E anche questa estate ce la siamo giocata, cosa non si fa per la salute. Sano come un pesce allora."
"Guizzi pure. Lei però ha messo su qualche chiletto dall'ultima volta. Dimagrisca e poi sarà perfetto."
"Ancora rinunce? Minchia!"
"Come ha detto, scusi?"
"Niente, Dottoressa. Ricordi di quando studiavo dai preti."
"Vuole parlare con don Ulrico?"
"Ci manc... No grazie, non vorrei finire con qualche asterisco negli esami!"
"Come preferisce, letto 307. Ognuno vive alla sua maniera. Non è vero?"
"Yes, I did it myyyy way!"

L'ORA DELLA MERENDA

"Buongiorno è l'ora della merenda. Cosa prende?"
"Buongiorno infermiera! Che servizio qui in ospedale." 
"Allora cosa le do?"
"Vediamo...una brioche con marmellata , succo d'arancia, una fetta di torta con tanta panna montata e una tazza di caffè bello forte."
"Letto 307 da quanto tempo è ricoverato?"
"Da pochi giorni," 
"E non ha ancora imparato?"
"Non sempre avete la panna montata per noi pazienti."
"Ecco bravo. Questo è un ospedale semplice. Qui abbiamo per merenda solo tè o succo di frutta." 
"E la brioche? Almeno quella."
"Niente."
"Ieri c'era." 
"A volte capita."
"Non è vero le tenete nascoste."
"Letto 307 cosa fa si ribella?"
"Ve le mangiate tutte voi!"
"Seee..."
"E a noi niente!"
"Su, non faccia il bambino. Si consoli con la merenda. Tè o succo di frutta?"
"Non c'è altro?"
"No."
"Allora tè, infermiera. Senza zucchero, così mi abituo a soffrire."
"Bravo, vedo che si adatta subito. Così si fa."
"Vitamara."
"Su con il morale. Eeeecco che arriva il tè, occhio che scotta!"