IL GIOCO DELLA BORSA
“Amo’,
ma che brutta città è la tua. Altro che Roma mia.”
“Tesoro,
ma stai scherzando? Sui giornali è tutto un parlare di spazzatura,
voragini nelle strade e autobus bruciati nella capitale. Mi sa che la
Sindaca Raggi ha qualche problemino.”
“Quella
cretina per risparmiare ha tolto la manutenzione e sfido che vanno a
foco!”
“Qui
a Milano invece autobus puntuali, frequenti e che non bruciano. Non
sei contenta?”
“Ma
che, stai a scherzà? Che noia. Almeno a Roma ce consolamo con la
musica. Aò, da quando son qui non ho sentito Venditti manco una
volta, ma che v’ha fatto?”
“Mi
sembra sia all’inferno con Er Monnezza, girone Coatti. Aspettano
Totti.”
“Nun
me toccà a Maggica. Qui a Milano sembrano tutti froci!”
“Mi
rendo conto che l’educazione a qualcuno può dare questa
impressione.”
“Ho
chiesto le informazioni a uno e questo mi ha risposto tutto gentile,
aò!”
“Incredibile.
A Roma non sarebbe mai successo, se ben ricordo sono tutti Figli
dell’Amore Eterno.”
“Te
mannavano a fanculo de corsa e con la mano indicavano pure la
direzione! Daje!”
“Ah
ecco. Quanta vitalità, fa bene al cuore.”
“Lo
sai che sulla Metropolitana qui a Milano faccio il gioco della borsa?
Quanto me diverto.”
“Che
gioco è?”
“Appena
salgo mi siedo ma non solo. Appoggio la borsa sul sedile vuoto a
fianco così nessuno si può sedere anche se il vagone è pieno. E
nessuno dice niente!”
“Sono
riservati.”
“So’
froci! Milanesi tutti appesi! Tutti mi lanciano occhiate brutte
guardando ma nessuno fiata. Tu provace a fa così a Roma. Gettano
fuori dal finestrino te e la borsa!”
“Uno
spasso.”
“Oggi
solo dopo 8 fermate una mi fa “Sposta la borsa che mi siedo?”. Me
so’ informata, era calabrese!”
“E
che vuol dire?”
“Me
so capita da sola. Tiè!”
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