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domenica 21 febbraio 2016

IL GIOCATORE DI RUGBY

Il Rugby è uno sport affascinante. Molto fisico e rude ma pieno di regole e regolette che impediscono ai giocatori di esagerare e trascendere quando lottano nel fango. Inoltre è caratterizzato da una altissima dose di fair-play, di correttezza, evidentemente mutuata dai paesi britannici dove ha avuto origine. Regole e fair-play lo rendono assai poco latino, per questo penso che non ha mai veramente attecchito nel nostro paese.

Tutto questo per dire che questa domenica, accompagnato da un amico, ero andato con la mia solita andatura stampellata a vedere una delle partite forse più importanti della stagione, lo scontro tra la squadra di Milano e quella di Roma. Sarà la terza partita di rugby che vedo in vita mia e anche oggi eravamo quattro gatti.
Poche centinaia di persone malgrado l’importanza della partita, che non si pagasse neanche un minimo biglietto all’entrata –mondo villano- e la bellezza della giornata piena di sole. Finalmente Luca esci a prendere un po’ di sole.

La passione di chi era presente però ripagava tutto e penso che sia pure per questo che la sfavorita squadra di Milano è uscita vincente dalla gara, seppur di poco. La passione anche degli altri, il loro incitamento, riesce spesso a trascinare fuori il meglio di se stessi.
“Attenzione, c’è da spostare una Kia metallizzata. Bisogna spostarla! Sta già prendendo la multa! Di chi è?”
“…è dell’arbitro!”

Ad un certo punto passa lento davanti a noi un ragazzo. Molto lento, strascina un piede ed è evidentemente sofferente.
Il mio amico, più esperto di me, mi mormora all’orecchio: “ecco, quello è il tipico giocatore di rugby, tutto saccagnato e pieno di segni”.

E io, pensando alle mie cadute di stamattina e ai miei lividi, sorrido. Forse è vero, abbiamo una passione per la terra in comune.

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