IL GIOCATORE DI
RUGBY
Il Rugby è uno
sport affascinante. Molto fisico e rude ma pieno di regole e regolette che
impediscono ai giocatori di esagerare e trascendere quando lottano nel fango.
Inoltre è caratterizzato da una altissima dose di fair-play, di correttezza,
evidentemente mutuata dai paesi britannici dove ha avuto origine. Regole e
fair-play lo rendono assai poco latino, per questo penso che non ha mai
veramente attecchito nel nostro paese.
Tutto questo per
dire che questa domenica, accompagnato da un amico, ero andato con la mia
solita andatura stampellata a vedere una delle partite forse più importanti della
stagione, lo scontro tra la squadra di Milano e quella di Roma. Sarà la terza
partita di rugby che vedo in vita mia e anche oggi eravamo quattro gatti.
Poche centinaia
di persone malgrado l’importanza della partita, che non si pagasse neanche un
minimo biglietto all’entrata –mondo villano- e la bellezza della giornata piena
di sole. Finalmente Luca esci a prendere un po’ di sole.
La passione di
chi era presente però ripagava tutto e penso che sia pure per questo che la
sfavorita squadra di Milano è uscita vincente dalla gara, seppur di poco. La
passione anche degli altri, il loro incitamento, riesce spesso a trascinare
fuori il meglio di se stessi.
“Attenzione, c’è
da spostare una Kia metallizzata. Bisogna spostarla! Sta già prendendo la
multa! Di chi è?”
“…è
dell’arbitro!”
Ad un certo
punto passa lento davanti a noi un ragazzo. Molto lento, strascina un piede ed è
evidentemente sofferente.
Il mio amico,
più esperto di me, mi mormora all’orecchio: “ecco, quello è il tipico giocatore
di rugby, tutto saccagnato e pieno di segni”.
E io, pensando
alle mie cadute di stamattina e ai miei lividi, sorrido. Forse è vero, abbiamo una
passione per la terra in comune.
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