VISTO CON I MIEI OCCHI
“...E
allora Gesù alzò il calice, lo benedisse e dis….”
Driin!
Driin! Il cellulare del prete squilla nel taschino. Lui appoggia il
calice, lo prende discretamente, guarda chi è e lo porta
all’orecchio.
“Uè
ciao...no no dimmi...sì, allora?...aspetta un attimo… (appoggia
l’apparecchio sul petto, poi si rivolge al pretino di fianco e dice
a bassa voce) vai avanti tu…. (riporta il telefonino
all’orecchio)...tutto a posto dimmi...(il prete si allontana
dall’altare della Messa e si dirige verso la sacrestia)...ah e
poi?”
Entra
e chiude la porta. I fedeli si guardano sbigottiti.
Non
dovrebbe ma è accaduto veramente. Anche una funzione che dura da
migliaia di anni può essere interrotta da questo apparecchietto. E
anche gli incontri politici, a teatro, nei concerti, durante
l’amore…. Lui c’è ed entra prepotente.
E
pensare che per 40 anni ne ho fatto a meno. Essere interconnessi con
il mondo, non essere più soli, non sentirsi più isolati, che bello.
Ammettiamolo, il cellulare è utilissimo. Ha preso il posto di
orologio, sveglia, registratore, videocamera, macchina fotografica,
blocco appunti, tom tom etc.
Anch’io
riconosco che sono diventato troppo dipendente da questo coso. Se lo
perdo, lo dimentico, lo rubano (non sia mai) o è scarico vado nel
panico. Intanto sta nascendo una nuova categoria di film, storie in
cui un cellulare si rivela fondamentale. Gli sceneggiatori hanno
capito bene la sua importanza nel mondo moderno.
Più
del 50% delle istanze di divorzio degli Avvocati contiene la parola
Whatsapp, i cameramen professionisti si lamentano che i video col
cellulare stanno rubando il lavoro e gli insegnanti lottano contro la
pappa pronta di Wikipedia.
Ma
dove sta finendo l’esperienza, l’intimità, la partecipazione
diretta, l’individualità? “Cerca su Google” dirà il solito
spiritosone. La verità è che non c’è più intimità, viviamo
tutti in una grande boccia di vetro. A poco a poco diventeremo un
unico grande organismo.
“Beh,
basta spegnerlo”. Fosse facile. Io mi accorgo che ormai per me ha
solo due stati: acceso o in ricarica (ma comunque resta acceso, ora
che ci penso).
Maledetti,
mi hanno messo un guinzaglio e pure corto. E maledetto anch’io che
non vedevo l’ora di mettermelo, come un cagnolino che cerca un
padrone, l’ho pure comprato.
Ormai
però non si torna più indietro. Chissà come finirò, forse nella
boccia di vetro di cui parlavo. Sta cambiando tutto.
Non
so perché, ma mi vengono i brividi a pensare a questo futuro.
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