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venerdì 15 febbraio 2019


BOHEMIAN RAPSODY

Non capisco esattamente come ha fatto, ma Freddie Mercury dopo la sua morte è diventato un santo. Venerato, insuperabile, idolatrato soprattutto dai giovani. Guai a chi lo tocca, guai.

Non sono COSI’ vecchio però da non ricordarmi di quando cantava nei Queen. Ricordo lo consideravo bravo ma con cadute di stile notevoli (l’orrida colonna sonora di Flash Gordon, stranamente sottaciuta dai più). Qualche canzone, come Another one bites the dust, era però veramente azzeccata.

Un cantante in ogni caso molto molto dotato (anche se nel rock c’è chi ha una voce migliore), con presenza scenica e che ha venduto parecchio ma cos’ha di così speciale? Perché dopo la sua morte per Aids nel 1991 è diventato un santo laico? Boh, ammetto come per me è un mistero che sia così amato rispetto ad altri. Spero che non ci siano sotto ragioni di marketing.

No, c’è qualcosa di più. Dopo il 1991, ho assistito negli anni piano piano al sorgere di un nuovo culto, il mito di Freddie Mercury. C’è qualcosa di impalpabile, il rock ormai è pieno di morti tragiche, ma lui ha fatto il botto.

Mio padre mi aveva insegnato una cosa che da ragazzo non capivo molto: “scherza coi fanti ma lascia stare i santi”. Cioè lascia perdere gli argomenti religiosi, la gente ha reazioni estreme se gli tocchi le credenze profonde (provate a parlare pacati con un mussulmano di Maometto, buona fortuna), guai a chi li tocca.
Per cui non mi dilungo. Chi vuole credere in questo santo è liberissimo, forse sono io quello strano.

Tutto questo per dire che ho visto il film BOHEMIAN RAPSODY a lui dedicato e ammetto che non mi è sembrato granché. Un compitino ben fatto ma pieno di luoghi comuni e senza colpi d’ala. Il protagonista ce la mette tutta, si muove come lui, canta come lui, veste come lui ma non è lui e si vede benissimo.

Conclusioni: guardatelo pure ma attenti, se considerate Freddie un mito potreste rimanere delusi. Difficile mettere in scena un santo.




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