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giovedì 28 febbraio 2019

ARTE-TERAPIA

Io non ci sarei mai arrivato.

Esiste l’Arte-terapia, e fin qui va bene. So come psicologo che a tante persone, per superare stress e paure, si propone di colorare disegni dettagliatissimi e meglio che possono. Si rilassano completando figure di fiori e paesaggi sereni, per alcuni è una vera valvola di sfogo. Funziona.

A me ricorda molto quei disegni che si facevano alle elementari e mi stupisce che un adulto usi il suo tempo in cotali futilità ma chi sono io per giudicare? E’ un passatempo innocuo, economico, efficace. Va bene così.

Adesso sull’Arte-terapia è sorto tutto un business (te pareva) in cui si fa a gara a proporre gli album più belli ma... ecco la sorpresa: c’è anche una collana di insulti da colorare!

Ho girato su Amazon e ho visto che sono anche tanti! “Ti saluta Stocazzo”, “Vaffanculo!”, “Tanti animaletti stronzi”, “E’ proprio una vita di merda” etc.

Costando poco ne ho regalati un paio tanto per ridere ma mi sono accorto sgomento che invece ho distribuito felicità: “Grazie!”, “Sono tanto belli”, “Sei bravissimo!”.

Analisi, supervisioni, libroni e poi arrivano gli animaletti stronzi e mi rubano il lavoro.


Cazzo. Non ho capito niente della vita. Dammi uno di quei libretti che mi sfogo anch’io.


sabato 23 febbraio 2019


MORTE DI UNA SIGNORA

Marella Agnelli era una vera signora, non solo per il lignaggio, il denaro e i lineamenti, ma pure per il comportamento, che in fondo è quello che contraddistingue una signora aldilà del patrimonio. Dico quello che ho sempre pensato su di lei.
Molto nobile nel senso migliore del termine, era una sorta di modello per molte ragazze, avevo notato che non poche si ispiravano alla sua figura.

Ebbe purtroppo la fortuna-sfortuna di sposare il ricco Avvocato Agnelli, titolare della Fiat di Torino, un personaggio che Repubblica di oggi definisce “ingombrante”. Troppo buoni (per carità, nessun conflitto d’interesse con la famiglia Caracciolo che ha messo i soldi per fondare la testata).

L’Avvocato Agnelli, mondano e playboy, l’aveva pubblicamente umiliata molte volte in certi festini dove lei non partecipava mai. Se lo spregiudicato paparazzo Fabrizio Corona fosse vissuto ai tempi avrebbe fatto fortuna, altro che galera (centinaia sono le foto che gli Agnelli hanno pagato per evitare di finire sui giornali). “Non so se sono stato fedele, di sicuro sono stato devoto”, confessò scherzando l’Avvocato a un giornalista.
Marella Agnelli era una signora vecchio stampo e si è sempre tenuta lontano da quei giri, preferendosi dedicare ai suoi giardini. Molti matrimoni, a pensarci, vanno avanti così e non solo in Italia

Essere una signora e avere stile comunque non le è bastato per salvarla dal dolore di un figlio tossico e suicida, il primogenito che ha seguito il padre in una strada autodistruttiva ma non ha saputo fermarsi.
Per certe cose i soldi sono inutili ed essere ricchi aiuta ma non esenta dal lato oscuro. Creare una vera famiglia, che compito impegnativo.



giovedì 21 febbraio 2019


IL POTERE DELLE DONNE

“Uè ciao carissimo, come va?”

“Ad essere sincero non molto bene.”
“Si vede sai, hai una faccia….”
“Il fatto è che dormo pochissimo. Forse soffro di insonnia. Di giorno son rimbambito e dormirei in piedi, sbadiglio in faccia alla gente. Di notte succede che sono sempre rimbambito ma non riesco proprio a pigliare sonno.”
“Perché?”
“E chi lo sa. Penso al lavoro, alle cose da fare, a volte volo di fantasia. Ogni tanto accendo la lucina e cazzeggio su internet, i giochini, qualche cavolata, leggo. Il tempo passa ma il sonno non arriva o fa finta. E la sveglia e gli impegni di domani son lì che mi guardano.”
“Scusa, hai provato a...”
“Ti fermo subito. Le ho provate tutte. Mi manca solo Lourdes, ma l’anno prossimo ci faccio una capatina.”
“Bisogna crederci!”
“Che vuoi che ti dica, sarà l’età. Ho sentito che a volte più si invecchia meno si dorme. Sarò uno di questi fortunati casi.”
“Ma tu vivi sempre da solo?”
“Single, oggi si dice single.”
“Allora forse è questo il bandolo. Una donna quando vive con un uomo porta regolarità nella sua vita. Non lo sai? Le donne ce l’hanno questo potere. Lo salvano dalla sua amarezza, dal suo essere selvatico.”
“Alcune salvano, altre distruggono. Forse è per questo che sto da solo.”
“Non sottovalutarlo questo potere.”
“Stai parlando dell’amore?”
“Non proprio. O forse sì. Qualcosa di profondo, che implica proprio il vivere con qualcuno. La forza della quotidianità.”
“Non potrei averla da solo questa forza?”
“Dubito e guarda che è facile fare dell’ironia su questo punto. Perché magari tu da solo riusciresti anche a costruire e dominare un mondo, ma senza una donna da abbracciare... la notte non avrebbe senso.”



domenica 17 febbraio 2019


VISTO CON I MIEI OCCHI

“...E allora Gesù alzò il calice, lo benedisse e dis….”

Driin! Driin! Il cellulare del prete squilla nel taschino. Lui appoggia il calice, lo prende discretamente, guarda chi è e lo porta all’orecchio.

“Uè ciao...no no dimmi...sì, allora?...aspetta un attimo… (appoggia l’apparecchio sul petto, poi si rivolge al pretino di fianco e dice a bassa voce) vai avanti tu…. (riporta il telefonino all’orecchio)...tutto a posto dimmi...(il prete si allontana dall’altare della Messa e si dirige verso la sacrestia)...ah e poi?”
Entra e chiude la porta. I fedeli si guardano sbigottiti.

Non dovrebbe ma è accaduto veramente. Anche una funzione che dura da migliaia di anni può essere interrotta da questo apparecchietto. E anche gli incontri politici, a teatro, nei concerti, durante l’amore…. Lui c’è ed entra prepotente.

E pensare che per 40 anni ne ho fatto a meno. Essere interconnessi con il mondo, non essere più soli, non sentirsi più isolati, che bello. Ammettiamolo, il cellulare è utilissimo. Ha preso il posto di orologio, sveglia, registratore, videocamera, macchina fotografica, blocco appunti, tom tom etc.

Anch’io riconosco che sono diventato troppo dipendente da questo coso. Se lo perdo, lo dimentico, lo rubano (non sia mai) o è scarico vado nel panico. Intanto sta nascendo una nuova categoria di film, storie in cui un cellulare si rivela fondamentale. Gli sceneggiatori hanno capito bene la sua importanza nel mondo moderno.

Più del 50% delle istanze di divorzio degli Avvocati contiene la parola Whatsapp, i cameramen professionisti si lamentano che i video col cellulare stanno rubando il lavoro e gli insegnanti lottano contro la pappa pronta di Wikipedia.

Ma dove sta finendo l’esperienza, l’intimità, la partecipazione diretta, l’individualità? “Cerca su Google” dirà il solito spiritosone. La verità è che non c’è più intimità, viviamo tutti in una grande boccia di vetro. A poco a poco diventeremo un unico grande organismo.

“Beh, basta spegnerlo”. Fosse facile. Io mi accorgo che ormai per me ha solo due stati: acceso o in ricarica (ma comunque resta acceso, ora che ci penso).
Maledetti, mi hanno messo un guinzaglio e pure corto. E maledetto anch’io che non vedevo l’ora di mettermelo, come un cagnolino che cerca un padrone, l’ho pure comprato.

Ormai però non si torna più indietro. Chissà come finirò, forse nella boccia di vetro di cui parlavo. Sta cambiando tutto.
Non so perché, ma mi vengono i brividi a pensare a questo futuro.



venerdì 15 febbraio 2019


BOHEMIAN RAPSODY

Non capisco esattamente come ha fatto, ma Freddie Mercury dopo la sua morte è diventato un santo. Venerato, insuperabile, idolatrato soprattutto dai giovani. Guai a chi lo tocca, guai.

Non sono COSI’ vecchio però da non ricordarmi di quando cantava nei Queen. Ricordo lo consideravo bravo ma con cadute di stile notevoli (l’orrida colonna sonora di Flash Gordon, stranamente sottaciuta dai più). Qualche canzone, come Another one bites the dust, era però veramente azzeccata.

Un cantante in ogni caso molto molto dotato (anche se nel rock c’è chi ha una voce migliore), con presenza scenica e che ha venduto parecchio ma cos’ha di così speciale? Perché dopo la sua morte per Aids nel 1991 è diventato un santo laico? Boh, ammetto come per me è un mistero che sia così amato rispetto ad altri. Spero che non ci siano sotto ragioni di marketing.

No, c’è qualcosa di più. Dopo il 1991, ho assistito negli anni piano piano al sorgere di un nuovo culto, il mito di Freddie Mercury. C’è qualcosa di impalpabile, il rock ormai è pieno di morti tragiche, ma lui ha fatto il botto.

Mio padre mi aveva insegnato una cosa che da ragazzo non capivo molto: “scherza coi fanti ma lascia stare i santi”. Cioè lascia perdere gli argomenti religiosi, la gente ha reazioni estreme se gli tocchi le credenze profonde (provate a parlare pacati con un mussulmano di Maometto, buona fortuna), guai a chi li tocca.
Per cui non mi dilungo. Chi vuole credere in questo santo è liberissimo, forse sono io quello strano.

Tutto questo per dire che ho visto il film BOHEMIAN RAPSODY a lui dedicato e ammetto che non mi è sembrato granché. Un compitino ben fatto ma pieno di luoghi comuni e senza colpi d’ala. Il protagonista ce la mette tutta, si muove come lui, canta come lui, veste come lui ma non è lui e si vede benissimo.

Conclusioni: guardatelo pure ma attenti, se considerate Freddie un mito potreste rimanere delusi. Difficile mettere in scena un santo.




giovedì 14 febbraio 2019


CONIGLIO BIANCO

Se io fossi uno spacciatore internazionale... darei una pensione gratis all’autore di questa canzone, per riconoscenza.
Questa canzone è un inno alla droga. Quanti hanno iniziato ad assumerla dopo averla ascoltata.

Tipico prodotto degli anni ‘60, “White Rabbit” (coniglio bianco) è un crescendo perfetto, un bolero rock che emoziona ancora adesso dopo 50 anni. La bellissima hippie Grace Slick, vestita nei concerti solo di fiori e con una voce da dea, è da venerare (beato chi se l’è fatta allora).

Perché questa è una canzone stupenda, cazzo. Hai voglia ad avvisare i giovani contro la droga, a mettere in guardia dai suoi rischi, a spiegare che è la morte lenta. Poi arriva un brano così, guardi i loro occhi e ti rendi conto che ci pensano mentre ti ascoltano.

Pensano al coniglio bianco che nella favola di “Alice nel paese delle Meraviglie” insegna alla ragazzina come distinguere i vari funghi, quello che ti fa grande e quello che ti fa piccolo, e poi alla fine canta “Feed your head!” (nutri la tua mente!).
In tanti ci hanno creduto, come i soldati di Platoon. In tanti ci sono rimasti.

All’epoca doveva sembrare bellissimo, ma oggi ne è rimasto solo il lato sgradevole. Non è un angelo che canta, è il demonio.
Basta andare in qualunque parco per capirlo. Una volta vidi mio figlio raccogliere curioso una siringa nell’erba, gli gridai “cazzo fai, butta via!”.

Perché non espande la realtà, ti solo dà l’illusione di fuggire per qualche ora. Poi la realtà riprende ed è come prima, peggio di prima. Oggi lo sappiamo bene.
“Ma è proprio quello che voglio, scappare da questa realtà di merda”.

Ma non così, non così. Perdi lucidità, l’unica cosa che può cambiare veramente la tua vita. Ti rimane solo un sogno, dove hai sprecato la tua vita ad inseguire un coniglio bianco.

mercoledì 13 febbraio 2019

UNA STORIA SU JACK NICHOLSON
“Ragazzi, ho scoperto una storia stranissima su Jack Nicholson!”
“Ma chi, l’attore americano?”
“Quello. Te lo ricordi eh?”
“Hai voglia, è uno dei miei preferiti. Qualcuno volò sul nido del cuculo e Shining sono film che resteranno. E quanti ne ha fatti, se c’è lui nei titoli è una garanzia.”
“Ho scoperto che ha avuto una infanzia stranissima!”
“Del tipo?”
“E’ stato cresciuto da due genitori anziani nel New Jersey con una sorella più grande di 15 anni. Poi ha iniziato a recitare e con Easy Rider nel 1969 ha fatto il botto. Da allora non si è più fermato.”
“E che c’è di strano? Tutto regolare mi sembra.”
“Senti un po’ qua. Quando era adulto è venuto a scoprire che i due anziani non erano i genitori, la sua vera madre era sua sorella.”
“Cosa?”
“Quando rimase incinta di chissà chi, per evitare lo scandalo, la nonna fece finta che era figlio suo.”
”Oddio. Chissà che shock.”
“Pensaci. Tua sorella, con cui giocavi e che magari avevi pure preso in giro, poi scopri che è tua madre!”
“Chissà lei invece cosa pensava mentre lo guardava, e chissà lui cosa ha capito. E’ proprio vero, il cuore delle persone resta un mistero. Adesso comunque capisco meglio perché nei film gli fan fare sempre la parte del pazzo. Perché E’ pazzo.”
“Io invece penso ai nonni, quei poveri nonni, che hanno sacrificato la loro vita, si sono rassegnati alle bugie e rischiato chissà cosa per far avere alla figlia e al nipotino una vita normale.”
“Sì, l’amore rompe tutte le regole.”


domenica 10 febbraio 2019



CANZONI SOTTOVALUTATE DEI BEATLES
Come direbbe qualcuno "E anche sto Sanremo ce lo siamo levati dalle palle".
Ascoltando poi la bellissima canzone vincitrice, che canticchieranno tutti  , non potevo fare a meno di dirmi che anche la più sconosciuta canzone dei Beatles reggeva il paragone.
In particolare c'è qualche loro canzone di cui non si parla mai, molto sottostimata e ancora da scoprire, ma che sono veri gioiellini e per me capolavori da disseppellire
1.Why don't we do it on the road?
2.She came in through the bathroom windows
3.Hold me tight
4.You know my name
5.Boys


mercoledì 6 febbraio 2019



TEMPO

“Ci vuole tempo. Non sei d’accordo?”
“No.”
“Come no??”
“No. Io se voglio una cura la voglio adesso. Non tra 3 anni, o tra 10 anni, o nel lontano futuro. Io la voglio adesso. Io ho le ali tarpate e non posso volare. Tu no e non puoi capire. Se vuoi una cosa te la prendi, se devi andare in bagno ci vai, se ti va di andare ti incammini. Io no.
“Hai sentito cosa diceva il medico, con questo male bisogna accettare, imparare ad aspettare.”
E’ 100 anni che studiano questa malattia e ancora non hanno trovato niente. Cosa cazzo bisogna aspettare ancora?”
“Ma magari un domani...”
“Valli a fare in Chiesa questi discorsi, non a me. E se continuerai a farmeli non stupirti se hai l’impressione che non ti sto ascoltando. Chiudermi è l’unica cosa che posso fare.
“Ma hai bisogno di un aiuto per il momento. Per favore, ascoltami, adesso hai bisogno di essere aiutato. Il dottore mi ha dato il nome di una associazione. Chiedo che mi mandino qualcuno per aiutarti.”
Io ho una mia dignità! Voglio rispetto!”
“Ma certo, ma certo...”



domenica 3 febbraio 2019