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giovedì 14 giugno 2018

LO ZIO D'AMERICA

Un mio lontano pro-pro zio agli inizi del '900 emigrò da giovane in America per cercare la sua fortuna. In molte famiglie italiane si sono vissuti casi simili.

Di lui non si sapeva niente, all'inizio fabbricava materassi a Coney Island (New York) poi sparì, forse aveva cambiato anche nome.

Eppure per anni da bambino avevo fantasticato su questo "zio d'America" che un giorno sarebbe tornato e avrebbe tirato tutti fuori da guai.
Ascoltavo le storie di famiglia dei grandi, arrivavo col naso al bordo del tavolo e fantasticavo.

La realtà di solito è molto diversa, come dice anche il buon senso. Non tutti quelli che vanno a cercare fortuna, come quelli nella foto, la trovano.
Un ragazzo marocchino mi raccontò anzi che si sarebbe vergognato di tornare nel suo poverissimo paese. Avevano tutti confidato e pianto per lui, non se la sentiva di deluderli. Di conseguenza si sentiva sbandato, senza una vera casa

Perché questo è uno dei veri rischi per chi parte, rischiare di non mettere radici in nessun luogo, e sciupare la propria vita così, inseguendo un sogno irrealizzabile.

Non voglio però fare facile pietismo, la realtà dell'immigrazione è molto complessa. Le storie di questi giorni mi hanno fatto pensare alle me fantasticherie da bambino, tutto qui.
Zio, dove sei finito? Nemmeno una foto ho di te, solo un racconto. Mi piacerebbe sapere cosa ti è successo.


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