Visualizzazioni totali

giovedì 12 maggio 2016

XE OVI!


Dite quello che volete, ma 19 anni rimangono una splendida età, anche con i loro alti e bassi. Dove si pesca, si pesca bene. Essere giovani e pieni di energie, che meraviglia.

Uno dei ricordi belli risale all’estate, quando con un gruppo di amici svalvolati mi recai in Trentino per la raccolta delle mele. Era l’occasione giusta, a quei tempi c’era sempre bisogno di manovalanza. Se per noi di città la stagione estiva è tempo di vacanza in campagna no, in estate si lavora di brutto.

I meleti in Trentino sono giganteschi, non me li aspettavo così vasti. Campi e campi di meli per chilometri e ogni tanto un capannone, dove dormivano i lavoratori stagionali.
La mattina presto ognuno prendeva la sua scala di legno e ci avviavamo verso gli alberi, carichi di mele verdi che aspettavano nella foschia, una immagine che mi è rimasta dentro. Tra la nebbiolina illuminata mi sembrava di vedere alberi d’oro.

E poi per tutto il giorno, finché non calava il sole, appoggiare le scale agli alberi e riempire la borsa di mele e poi i cassoni a terra, che erano portati via stracolmi dai trattori. Senza mai fermarsi, veramente un lavoro duro. Ho compiuto in quei giorni acrobazie irripetibili, attaccandomi a rami sospesi per raggiungere le mele più alte. Un vecchio fattore, ormai troppo anziano per lavorare ma ancora vigile, scrutava severo il lavorare di noi giovani e ripeteva sempre in dialetto : “Xè ovi! Xè ovi!” (sono come uova, trattatele con delicatezza!). Non aveva tutti i torti: è proprio vero che una mela “toccata” farà poi marcire le altre nel cesto.

Mi capitava anche di raccogliere mele enormi, che da sole pesavano più di mezzo chilo. Non avevo mai visto mele così grosse. Erano destinate al Giappone o alla Germania, per l’Italia andavano bene quelle “normali”, le più piccine..
Ogni sera mi lavavo con cura le mani, diventate rosse a furia di schiacciare i ragnetti che camminavano sulle mele. E poi ci si radunava nel nostro capannone per mangiare e cantare tutti insieme. Che poi era il vero motivo del perché noi ragazzi andavamo lì, per socializzare, stare in compagnia, fare delle tresche. Bella età, quando il lavoro è solo un pretesto per divertirsi meglio.

I cucinieri si sbattevano ma il menù era, come dire, un filo monotono: mele in tutte le salse. Spaghetti al sugo di mele, mele al forno, mele grattugiate, insalata di mele, spiedini di mele, mele cotte, mele al vapore, mele alla brace, mele glassate, crostata di mele…
Quando anni dopo ho visto quella scena in Forrest Gump in cui il suo amico enunciava gli innumerevoli modi in cui cucinare i gamberi, e tutti ridevano in sala, a me venne in mente subito quella estate.

Non ho più mangiato una mela per anni, nemmeno se mi ammazzavano. Qualcosa comunque era rimasto, ancora oggi so distinguere a occhi chiusi i vari tipi di mela e a modo mio so di essere un piccolo esperto in materia.

Ah, c’è anche una ultima idea, devo essere onesto. Quando da allora mi tocca eseguire qualcosa che richiede la massima attenzione, per cui bisogna essere concentrati al top, sento da lontano sempre quella vocina che deve essere ascoltata e mette in guardia: “Xè ovi! Xè ovi!”

https://www.youtube.com/watch?v=pKlcK4YxqOc

Nessun commento:

Posta un commento