XE OVI!
Dite quello che
volete, ma 19 anni rimangono una splendida età, anche con i loro alti e bassi.
Dove si pesca, si pesca bene. Essere giovani e pieni di energie, che
meraviglia.
Uno dei ricordi belli
risale all’estate, quando con un gruppo di amici svalvolati mi recai in
Trentino per la raccolta delle mele. Era l’occasione giusta, a quei tempi c’era
sempre bisogno di manovalanza. Se per noi di città la stagione estiva è tempo di
vacanza in campagna no, in estate si lavora di brutto.
I meleti in
Trentino sono giganteschi, non me li aspettavo così vasti. Campi e campi di
meli per chilometri e ogni tanto un capannone, dove dormivano i lavoratori
stagionali.
La mattina
presto ognuno prendeva la sua scala di legno e ci avviavamo verso gli alberi,
carichi di mele verdi che aspettavano nella foschia, una immagine che mi è
rimasta dentro. Tra la nebbiolina illuminata mi sembrava di vedere alberi
d’oro.
E poi per tutto
il giorno, finché non calava il sole, appoggiare le scale agli alberi e
riempire la borsa di mele e poi i cassoni a terra, che erano portati via
stracolmi dai trattori. Senza mai fermarsi, veramente un lavoro duro. Ho
compiuto in quei giorni acrobazie irripetibili, attaccandomi a rami sospesi per
raggiungere le mele più alte. Un vecchio fattore, ormai troppo anziano per
lavorare ma ancora vigile, scrutava severo il lavorare di noi giovani e
ripeteva sempre in dialetto : “Xè ovi! Xè ovi!” (sono come uova, trattatele con
delicatezza!). Non aveva tutti i torti: è proprio vero che una mela “toccata”
farà poi marcire le altre nel cesto.
Mi capitava
anche di raccogliere mele enormi, che da sole pesavano più di mezzo chilo. Non
avevo mai visto mele così grosse. Erano destinate al Giappone o alla Germania,
per l’Italia andavano bene quelle “normali”, le più piccine..
Ogni sera mi
lavavo con cura le mani, diventate rosse a furia di schiacciare i ragnetti che
camminavano sulle mele. E poi ci si radunava nel nostro capannone per mangiare
e cantare tutti insieme. Che poi era il vero motivo del perché noi ragazzi
andavamo lì, per socializzare, stare in compagnia, fare delle tresche. Bella
età, quando il lavoro è solo un pretesto per divertirsi meglio.
I cucinieri si
sbattevano ma il menù era, come dire, un filo monotono: mele in tutte le salse.
Spaghetti al sugo di mele, mele al forno, mele grattugiate, insalata di mele,
spiedini di mele, mele cotte, mele al vapore, mele alla brace, mele glassate,
crostata di mele…
Quando anni dopo
ho visto quella scena in Forrest Gump in cui il suo amico enunciava gli
innumerevoli modi in cui cucinare i gamberi, e tutti ridevano in sala, a me venne
in mente subito quella estate.
Non ho più
mangiato una mela per anni, nemmeno se mi ammazzavano. Qualcosa comunque era
rimasto, ancora oggi so distinguere a occhi chiusi i vari tipi di mela e a modo
mio so di essere un piccolo esperto in materia.
Ah, c’è anche una
ultima idea, devo essere onesto. Quando da allora mi tocca eseguire qualcosa
che richiede la massima attenzione, per cui bisogna essere concentrati al top,
sento da lontano sempre quella vocina che deve essere ascoltata e mette in
guardia: “Xè ovi! Xè ovi!”
https://www.youtube.com/watch?v=pKlcK4YxqOc
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