IL SALTO DELLA FEDE
“Ciao Luca,
guarda cosa ti ho portato!”
“Ciao mamma,
come va? Bello questo lavoro a maglia, cos’è?”
“E’ una piccola
coperta! L’ha sferruzzata la signora Terradini quando ha saputo che avevi una
gatta. Ti piace?”
“Il colore rosa
intenso non è male, lo rende unico, di sicuro niente in questa casa ha quel
colore. Ma perché mai avrebbe realizzato una copertina?”
“Luca, non
capisci? E’ da mettere sul letto dove dorme la micia, così sta bella comoda. Anzi,
fammela sistemare subito. Dove è che dorme More?”
“Lì sopra.”
E con il dito
indicai come una guida indiana un punto vicino al soffitto, il monte Everest
della mia casa, l’armadio più alto e irraggiungibile.
“Ah. E come
facciamo ad arrivare lì?”
“Non si può, la
scala non ci arriva. Quello è il suo nido privato e inaccessibile, non so
nemmeno io cosa può averci portato. Vedo solo che lei è sempre lì sopra che
dorme o guarda e vigila sulla casa.”
“In che senso
vigila?”
“Quella è una
postazione strategica, il suo istinto felino ha visto giusto. Non solo domina
la valle di tutta la stanza, ma riesce pure a tenere d’occhio la porta di casa.
Ho scoperto il posto ideale dove posizionare una telecamera.”
“E la copertina
della signora Terradini?”
“Boh, non lo so,
mamma. Intanto mettila sul cuscino di fianco al mio, magari un giorno More la
scoprirà.”
“Toglimi una
curiosità però. D’accordo che come postazione è l’ideale ma come fa More a
raggiungerla? Anche se i gatti sono buoni saltatori, dubito che riesca a
saltare tre metri. Come fa?”
“Per molto tempo
è stato un mistero anche per me. Poi l’ho scoperto un pomeriggio, mentre facevo
finta di dormire e intanto la osservavo. Si era costruito tutto un cammino, passava
con varie manovre da una libreria all’altra sempre più in alto. E tutto in assoluto
silenzio.”
“E’ brava.”
“Alla fine è
arrivata dove voleva, il più vicino possibile al tetto dell’armadio. Solo che
c’era un problema…”
“Doveva fare un
salto?”
“E anche bello
grande. Tra l’ultima libreria e l’armadio c’è quasi un metro di distanza. E
sotto il vuoto. Un salto molto pericoloso. In cui doveva fare appello a tutta il
suo coraggio e la sua fiducia.”
“Il salto della
fede, come dice Don Oreste!”
“Scusa?”
“Il salto della
fede, quando arrivi al punto più alto ma vuoi andare avanti. In quel caso devi
trovare in te la forza e la fede in qualcosa di più grande.”
“Sì, forse Don
Oreste ha ragione, perché anche More fa così. Si ferma, guarda, valuta. Sembra
esitare, il rischio di cadere e farsi male è molto alto. Ma poi prende la sua
decisione, vuole qualcosa di più. Raccoglie le sue forze, si concentra…e balza
sull’armadio, in un luogo per tutti noi irraggiungibile.”
“Coraggiosa la
tua gatta. La prima volta che ci è riuscita dev’essere stato un momento epico.”
“Sì. Adesso lo
fa tutti i giorni, ma prima volta ha compiuto proprio un atto di fede. Di
grande fede.”
La morale della
storia la faccio breve: per me è stata una delle lezioni più importanti che mi
ha dato More. Anch’io nella vita mi sono trovato in situazioni simili, in cui
tra me e il mio obiettivo dovevo azzardare qualcosa di rischioso, dall’esito
assai incerto. Una proposta lavorativa, approcciare una ragazza, fare una
telefonata azzardata, alzare la mano in pubblico e dire la mia, entrare in un
posto sconosciuto etc.
Il mondo non ha molta
pietà di noi timidi. Ma bisogna aver fede in qualcosa di più grande e se la mia
gatta chiude gli occhietti, trova il coraggio e salta perché non posso farlo
io?
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