IL MOSCONE (parte seconda)
“Umano
svegliati”
“Chi è?”
“Io, l’unica.”
“Oh ciuao, bella
gattona. Ma tu non stavi dormendo qui con me?”
“Ho un regalo
per te.”
“Proprio adesso?
Stavo dormendo così bene. Stavo sognando un sogno bellissimo. Se mi addormento subito
forse lo riprendo.”
“Prendi, è
ancora caldo.”
“Eh? Cosa? Ma
cosa hai preso? Di cosa parli?”
“Guarda.” (More spinge con la zampa qualcosa sul
cuscino)
“Oddio che è sta
roba? Ma che schifo! Cos’è che hai messo sul cuscino?”
“E’ il moscone.
Sono riuscita a prenderlo. Te l’ho portato in regalo, ti piace? Tanti auguri,
umano.”
“Ah, ti sei
ricordata che oggi è il mio compleanno, grazie. E’ un regalo insolito ma
preparato col cuore, insomma.”
(More inizia a fare le fusa e gongolare,
mentre l’umano la accarezza)
“Ho capito che
stasera esci e ho voluto portarti subito il mio regalo. E non è certo finita
qui.”
“Ehmm non è che
mi nascondi altri mosconi? Altri animaletti? Cos’hai ancora per il Luca?”
“Guardalo.”
“Sì sì l’ho
visto.”
“Mangia.”
“Cosa scusa? Il
moscone? Sei impazzita?”
“Non lo mangi?
Sai che ci rimango male. E’ per te, è buono. Mangia, mi sembri così magro.”
“Ehmm tesoro, io
sono diverso da te. Siamo vicini ma apparteniamo a due mondi separati che ogni
tanto si uniscono. Mangio delle cose diverse dalle tue. Per favore, non mi
forzare.”
(More ascolta perplessa) “Strano, perché
le tue cose io le assaggio. Ma oggi non è il tuo compleanno? Non gradisci il
mio regalo? L’ho preso per il tuo bene.”
“Me lo avevano
detto che i gatti fanno di queste sorprese. Mi fa un po’ senso ma apprezzo il
pensiero, credimi.”
“Ci mancherebbe,
è il frutto della mia caccia.”
”Lo avvolgo
nella carta….eeecco…e adesso lo mettiamo via, ci penserò dopo a sistemarlo
bene.”
“Non mi
convinci, umano.”
“Lo so cara, tu
mi leggi dentro.”
“Voglio farti un
altro regalo allora. Vuoi sapere cosa penso di te? Cosa ho letto? Vuoi sapere
la verità?”
(sconsolato) “Ho fatto degli sbagli nella
mia vita, lo so bene. Li ho pagati cari.”
“Non sentirti
colpevole, hai combinato anche del buono, non ti preoccupare. Dimentica gli
sbagli. Ma sei pronto ad andare oltre le apparenze?” (More fissa l’umano)
“D’accordo.”
“La tua voce
trema.”
“Sono pronto a
qualsiasi cosa.”
“Avvicinati.”
(l’umano avvicina l’orecchio alla bocca della
gatta, che gli sussurra qualcosa)
“Ah, le cose
stanno così? Non pensavo.”
“Ecco la verità.
E ora che la sai cosa farai?”
"Mi rimetterò a dormire. Forse faccio ancora in tempo ad afferrare il sogno."
"Bravo, hai capito.
"Mi rimetterò a dormire. Forse faccio ancora in tempo ad afferrare il sogno."
"Bravo, hai capito.
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