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mercoledì 18 maggio 2016

IL MOSCONE (parte seconda)


“Umano svegliati”
“Chi è?”
“Io, l’unica.”
“Oh ciuao, bella gattona. Ma tu non stavi dormendo qui con me?”
“Ho un regalo per te.”
“Proprio adesso? Stavo dormendo così bene. Stavo sognando un sogno bellissimo. Se mi addormento subito forse lo riprendo.”
“Prendi, è ancora caldo.”
“Eh? Cosa? Ma cosa hai preso? Di cosa parli?”
“Guarda.” (More spinge con la zampa qualcosa sul cuscino)
“Oddio che è sta roba? Ma che schifo! Cos’è che hai messo sul cuscino?”
“E’ il moscone. Sono riuscita a prenderlo. Te l’ho portato in regalo, ti piace? Tanti auguri, umano.”
“Ah, ti sei ricordata che oggi è il mio compleanno, grazie. E’ un regalo insolito ma preparato col cuore, insomma.”
(More inizia a fare le fusa e gongolare, mentre l’umano la accarezza)
“Ho capito che stasera esci e ho voluto portarti subito il mio regalo. E non è certo finita qui.”
“Ehmm non è che mi nascondi altri mosconi? Altri animaletti? Cos’hai ancora per il Luca?”
“Guardalo.”
“Sì sì l’ho visto.”
“Mangia.”
“Cosa scusa? Il moscone? Sei impazzita?”
“Non lo mangi? Sai che ci rimango male. E’ per te, è buono. Mangia, mi sembri così magro.”
“Ehmm tesoro, io sono diverso da te. Siamo vicini ma apparteniamo a due mondi separati che ogni tanto si uniscono. Mangio delle cose diverse dalle tue. Per favore, non mi forzare.”
(More ascolta perplessa) “Strano, perché le tue cose io le assaggio. Ma oggi non è il tuo compleanno? Non gradisci il mio regalo? L’ho preso per il tuo bene.”
“Me lo avevano detto che i gatti fanno di queste sorprese. Mi fa un po’ senso ma apprezzo il pensiero, credimi.”
“Ci mancherebbe, è il frutto della mia caccia.”
”Lo avvolgo nella carta….eeecco…e adesso lo mettiamo via, ci penserò dopo a sistemarlo bene.”
“Non mi convinci, umano.”
“Lo so cara, tu mi leggi dentro.”
“Voglio farti un altro regalo allora. Vuoi sapere cosa penso di te? Cosa ho letto? Vuoi sapere la verità?”
(sconsolato) “Ho fatto degli sbagli nella mia vita, lo so bene. Li ho pagati cari.”
“Non sentirti colpevole, hai combinato anche del buono, non ti preoccupare. Dimentica gli sbagli. Ma sei pronto ad andare oltre le apparenze?” (More fissa l’umano)
“D’accordo.”
“La tua voce trema.”
“Sono pronto a qualsiasi cosa.”
“Avvicinati.”
(l’umano avvicina l’orecchio alla bocca della gatta, che gli sussurra qualcosa)
“Ah, le cose stanno così? Non pensavo.”

“Ecco la verità. E ora che la sai cosa farai?”
"Mi rimetterò a dormire. Forse faccio ancora in tempo ad afferrare il sogno."
"Bravo, hai capito.

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