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venerdì 30 maggio 2025

ROBERTO PAGLIANI

Oggi alle 18.00 ero davanti alla porta di casa di Roberto Pogliani, uno del nostro palazzo morto circa un mese fa. Insieme a me c'erano l'avvocato e un rappresentante del condominio, era la prima volta che qualcuno entrava in casa sua dopo la sua morte. Chissà che cosa troveremo.

Il motivo di questo ritardo è presto detto: Roberto era solo al mondo, viveva recluso in casa ed è morto improvvisamente. In questi casi la Polizia blocca ogni accesso per almeno un mese, in modo da non potere inquinare eventuali prove. Ma la causa della morte era stata un "semplice" infarto, non erano emersi problemi e quindi le proibizioni erano state tolte. Potevamo entrare.

Roberto non aveva una buona fama nel palazzo, era considerato un mezzo matto, anzi un matto intero: spesso urlava, faceva gli appostamenti vicino all'ascensore, in certi momenti buttava le cose fuori dalla finestra, aveva passato molti anni in Comunità etc. Io lo conoscevo da poco e notavo che si era legato molto a me, forse perché ogni volta che veniva da me gli davo da mangiare e lo ascoltavo (contro il parere di tutti: "Non farlo entrare in casa! E' pericoloso! Prende gli psicofarmaci! Stai attento!"). Mai successo nulla.

Perché oggi pomeriggio ero lì? Perché come Arte Terapia consigliata dalla sua psichiatra, lui dipingeva e pertanto mi aveva promesso uno dei suoi quadri. Purtroppo era morto prima di potermelo dare, ma io lo volevo fortemente. Chissà com'erano, in rete si trova poco.

(lui davanti ad un suo quadro)

Entriamo. Per primo visitiamo la sala cucina e la camera da letto, che sono in un casino pazzesco. Disordine dappertutto, robe per terra, rifiuti sparsi. Sento l'avvocato e l'amministratore decidere che bisogna buttare via ogni cosa e sgomberare l'appartamento. Chiameranno una ditta che farà piazza pulita, anche di mobili, elettrodomestici usati, vestiti, tutto.

Non deve rimanere più nulla. Ascoltandoli la cosa mi rende triste. E' questo che succede quando moriamo? Non interessa più a nessuno? Le robe nostre vengono sbattute tutte via come senza valore?

Io continuo a gironzolare per la casa e così entro nello studio da pittore di Roberto. Resto a bocca aperta. E' la stanza più luminosa della casa, con un grande tavolo su cui sopra ci saranno almeno cinquanta barattoli di colori diversi. Tutti aperti. Alle pareti sono appoggiati decine e decine di suoi quadri.

Mi aggiravo tra le opere di Robertino in silenzio. Che impressione entrare per primo nello studio di un pittore morto. Tele ovunque. Dipinti astratti, collages, variazioni di ogni forma e misura. In questa stanza si creava. Entra l'avvocato che avvisa che faranno presto una mostra postuma nel centro dove si curava con tutti i quadri, forse come capita a tanti artisti matti, Roberto Pogliani verrà rivalutato dopo morto. Ora di lui rimane la parte migliore. "Come Van Gogh!" e sorride.

Se proprio voglio, ne posso prendere uno. Ho preso questo.

mercoledì 28 maggio 2025

PERLE

LARK’S TONGUES IN ASPIC era il titolo di un vecchio album dei King Crimson, un gruppo rock inglese che da zòvane ho amato molto. E non solo io, dato che era la musica di sottofondo nelle scene sexy di Emmanuelle 😁 Letteralmente il titolo significa Lingue di allodola in gelatina, e allora immaginavo nella mia testolina di adolescente un grande budino tremolante e trasparente pieno di puntini rossi, le lingue di allodola appunto. Immaginavo che il titolo dipingesse la vita, un grande budino in cui ogni tanto incappare in momenti intensi. Fuor di metafora, sempre inaspettate arrivavano “perle di saggezza”, frasi che ogni volta poi illuminavano la giornata, lingue di allodola degne di riflessione. Ve ne dico 7:

1.ERRANDO DISCITUR: Il doppio senso di questo proverbio latino è noto: da un lato vuol dire “sbagliando si impara” ma può anche significare “viaggiando si impara”. Dipende da come la vedi. Che relazione c’è però tra sbagliare e viaggiare? Ogni volta che viaggiavo incappavo in esperienze diverse dal solito e incontravo persone nuove ma notavo che sempre avevo dei pregiudizi e commettevo sbagli di valutazione. Ne ho fatti a raffica nei miei viaggi, ma alla fine dovevo ammettere che… è vero, superando i pregiudizi ero diventato una persona migliore di quando avevo iniziato.

2. LA STRADA CONDUCE SEMPRE AVANTI (J.J. Tolkien, Signore degli Anelli). Non è solo una ovvia esortazione all’avventura, è anche un incoraggiamento a migliorarsi viaggiando. Errando discitur come dicevo prima. Non negarti delle esperienze, anche se fanno paura, prendi le tue precauzioni ma vai, comincia. Esplorare, che vita meravigliosa.

3.NON ESISTE PROVARE, ESISTE FARE O NON FARE (Yoda, il nanerottolo saggio di Star Wars) Decisione quando si parte, nell'amore, nel lavoro, nella vita. Lo so che farò degli errori e che mi darò dello stupido ma un errore ben più grave sarebbe restare fermo. I conti si faranno alla fine.

4.TUTTO CIO’ CHE PUO’ ESSERE DETTO, PUO’ ESSERE DETTO CHIARAMENTE (Wittgenstein).
Questa frase del filosofo tedesco è uno dei capisaldi delle mie giornate, per non dire della mia vita.
Spessissimo infatti ho notato, non ho mai capito bene perché, che quando compaiono argomenti seri le persone iniziano discorsi complicati e in definitiva incomprensibili. No, non va bene. Sin da piccolo ho sempre detestato chi si comportava così, anche se erano persone di valore. Bisogna certo evitare di cadere nella superficialità, nella trappola del “politicamente corretto”, ma quando Italo Calvino scriveva del valore prezioso nella scrittura della LEGGEREZZA intendeva proprio questo, sapersi esprimere in maniera coinvolgente, affascinante e sempre comprensibile malgrado la serietà dell’argomento. Divertente nel senso migliore della parola. Basta enigmi.

(Wittgenstein, filosofo tedesco)

5.LA VERITA’ E’ NUDA, PER QUESTO VA RIVESTITA CON L’EDUCAZIONE. Ah, una precisazione. Dire la verità non autorizza ad essere villani o antipatici. Circola di questi tempi una idea di sincerità che trovo orripilante, per cui si ascoltano frasi sprezzanti del tipo “dirò sempre la verità, costi quel che costi!” oppure “io dirò quello che penso!”, magari rafforzando il concetto con parolacce. Madonnina santa. Mia nonna aveva a questo proposito una frase che è un vero faro nella notte per me. Proporre il proprio pensiero con parole gentili e adeguate al contesto. Esprimersi in forma astrusa o antipatica allontana le persone ottiene l'effetto contrario.

6.LA VERITA’ DI UNA COSA CONSISTE NELL’EMOZIONE CHE HA DATO, NON NEL PENSARLA (Stanley Kubrick) Ma allora dove sta la verità? Che cos'è? La risposta più straordinaria l’ho ricevuta ascoltando Kubrick, il famoso regista (Arancia Meccanica, 2001 Odissea nello Spazio, Shining, Full Metal Jacket etc, scusate se nel frattempo mi prostro). Esasperato dai giornalisti che gli chiedevano cosa significasse questo o quello, un giorno sbottò e disse che non avrebbe spiegato nulla, tanto ”la verità consiste nell'emozione”. Frase molto, molto saggia, che da allora vive dentro di me. Una delle mie citazioni preferite. Sono le emozioni, le vibrazioni, le sensazioni che provo a dare spessore e valore alla vita, non certo i pensieri o le riflessioni. Provare emozioni profonde alla fine è l’unico modo per vivere una vita bella.

7.NULLO IURARE IN VERBO MAGISTRI Altro proverbio latino, gli antichi romani ci sapevano fare con le parole. Significa, ne dò una interpretazione libera, ”non serve argomentare usando le parole di un altro, anche se è stato un grande maestro”. Utilissimo consiglio nella vita quotidiana. In altre parole, attento alle citazioni, è inutile e quasi ridicolo mettersi a dire “l’ha detto quello”, con le varianti moderne “l’ho sentito alla tv” oppure “l’ho letto su internet”. I romani ci erano già arrivati 2000 anni fa. Dai, fai uno sforzino, cerca di essere originale. E butta via i libri, Luca!

Ricordati dei King Crimson

SE ESISTONO VERAMENTE I DRAGHI

"Papà, esistono veramente i draghi?"

"Guarda, la tua è una domanda che ci siamo fatti anche noi grandi, lo sai? Molti pensano che già l'uomo primitivo abbia avuto contatti con qualche orrendo animale preistorico ancora vivente, altri dicono che avendo scoperto i resti fossili dei dinosauri gli antichi immaginavano qualche enorme animale."

"Allora i draghi sono i dinosauri."

"No no, loro erano già morti da molto tempo e noi stiamo parlando di qualcosa di vivo. Forse era la paura di fronte ai grandi animali viventi, come il leone, il coccodrillo, l'elefante, l'avvoltoio o la pantera."

"Ma l'elefante non è nostro amico?"

"Non sempre. I draghi comunque esistono, pensa solo a questo: di draghi hanno sempre parlato tutti, ma proprio tutti. Non c'è civiltà e cultura che non abbia un suo drago, anche se il suo aspetto cambia ogni volta."

"Chissà com'è veramente. "

"Se vuoi ti dico la mia idea, bimbo bello."

"Sì!"

"Anche per me il drago esiste nella realtà e si trova sia fuori che dentro di noi. L'ho visto tante volte nella mia vita."

"Tu hai visto un drago?"

"Sì, forse non come lo immagini tu. Il drago di cui parlo è la natura caotica, ingovernabile, distruttiva che c'è in tutti."

"Anche dentro di me?"

"Certo, ora è piccolino ma sicuro che crescerà. Non bisogna averne paura, perché il drago è anche il presagio di una forza che fa volare, una energia buona. E' quella forza che ti viene addosso quando stringi i denti, una vera potenza dentro di noi. Magari è brutto e fa paura ma di base non è detto sia cattivo."

"Io cosa devo fare?"

"Ci saranno dei momenti nella tua vita in cui avrai bisogno di molta energia, di una grande forza. Allora dovrai chiedere aiuto al tuo drago interiore, e lì ti accorgerai che esiste veramente una bestia potente dentro di noi. Qualcosa che viene in tuo aiuto per darti la forza di cui hai bisogno. Il tuo drago dentro."

giovedì 22 maggio 2025

QUALCOSA DI IMPOSSIBILE

"Renzo, tu che sei un montanaro provetto scali ancora le montagne?"

"Eh Luca, ormai son diventato vecchietto, non ce la farei più ad arrampicarmi, bisogna essere nel pieno delle forze. Io però amo sempre la montagna, è bellissima."

"Ma perché facevi alpinismo? A me arrampicarsi sembra una cosa così pericolosa…"

"Non so gli altri, io quando scalavo le montagne, dalla loro cima vedevo il mondo come non era mai stato visto. Era bellissimo, infinito, era la vera natura. Non è un motivo sufficiente? E a volte mi sa che ero proprio il primo, per esempio, quando mi arrampicavo sulle cascate ghiacciate…"

"Scusa, cos'è che facevi?"

"D'inverno le cascate ghiacciano e sono impressionanti da vedere, sono verticali. Una vera sfida per noi alpinisti."

"E tu hai scalato una cascata? E' impossibile."

"Tre volte, sempre con piccozze e scarponi. Dovevo sempre stare attento a dove mettevo i ganci per la corda, a volte il ghiaccio non resisteva e dato che spesso sotto scorreva ancora l'acqua, dal buco fuoriusciva uno zampillo gelato!"

"Ma, Renzo, il ghiaccio… era pericolosissimo!"

"Non se stavi attento, so che ci sono alcuni pazzi che le scalano senza corda di sicurezza ma non io."

"E perché scalavi le cascate?"

"Quello che ti ho detto prima, Luca, ammiravo il mondo da un punto di vista nuovo. E questa volta unico, perché in cima finisci in posti in cui normalmente non si può andare. E da lì vedi il mondo proprio come non l'ha mai visto nessuno. Che bellezza."

mercoledì 21 maggio 2025

IL NOME DELLE MIE GATTE

Ho avuto tre gatte, alla prima avevo dato nome Siberia, perché era bianca candida. Era molto affettuosa. Mi morì in braccio, dopo l'iniezione del veterinario. Penso a lei con dolcezza, è la figlia che non ho mai avuto.

La seconda si chiamava More, cioé amore senza la a (che riservavo agli esseri umani) ma la amavo alla follia. Tra le gatte che ho avuto era la più "adulta" e indipendente. Molto nobile, mi portava i mosconi quando mi vedeva debole. Io e lei parlavamo molto, grazie a lei ho scoperto che la telepatia esiste. A tre anni, una sera d'estate uscì per il suo solito giretto e non ritornò più. Impazzii e misi volantini ovunque nel quartiere. Chissà se ogni tanto pensava a me.

La terza era la più piccina, inerme, la presi appena nata e le misi nome Bea. Tesoro mio, quanto abbiamo giocato insieme. E' sempre rimasta pura di cuore, che dolcezza quando le accarezzavo il manto, la chiamavo "occhitondi" e dormiva con me. Purtroppo per una infezione ai reni morì pochi anni dopo ma non posso dimenticarla.

Perché gli animali vivono così poco rispetto a noi? In casa tengo i loro ricordi, perline e collarini. Siberia, More, Bea, vi voglio bene.

lunedì 19 maggio 2025

AVETE MAI LAVORATO IN UNA AZIENDA CON UNA PESSIMA FAMA?

Certamente. Quando lavoravo presso il Tribunale Minorenni come psicologo e giudice onorario in molti agli inizi mi hanno sconsigliato di dire che lavoravo lì dentro. E avevano ragione, il TM ha socialmente parlando una pessima fama. Ma proprio brutta.

Senza discutere se corretta o meno (se volete ne parliamo in separata sede), è indubbio che ogni notizia negativa che riguarda il TM viene sempre amplificata, sino addirittura a raggiungere livelli parlamentari. Ho sempre notato molto astio intorno a lui. Chi ci lavora dentro fa del suo meglio ma non basta mai, bisogna muoversi coi piedi di piombo.

Sto rispondendo alla domanda quorana, non entro nel merito se la pessima fama è meritata o meno. Dico solo che lavorare in un posto simile ti porta ad avere molta, molta cautela in ciò che fai e a nascondere, a torto o ragione, il tuo posto di lavoro. La riservatezza, il famoso Segreto Professionale, diventa una seconda pelle.

Per non parlare poi che se ti lasci scappare che lavori lì dentro, vieni avvicinato da persone che ti chiedono “conosci quel giudice? E quell’altro? Puoi fare questo? Puoi farmi vedere il fascicolo?” Non è proprio il caso. Come invidiavo chi poteva tranquillamente dire dove lavorava o addirittura si vantava.

Racconto un episodio a proposito, tanto per far capire l'atmosfera in cui vivevo: una volta risposi tranquillamente ad un medico che interrogandomi, chiesetra le altre cose dove lavoravo. All'epoca ero ricoverato in Ospedale e non sospettavo nulla, pensavo di essere in un posto protetto. Ma, appena il medico se ne andò, gli infermieri iniziarono un pippone sul TM che doveva essere bruciato, che dentro c’è la mafia, che rubano i bambini, che hanno parlato coi giornali etc. E io ero lì, bloccato in un letto, inerme nelle loro mani… boccaccia mia statti zitta! Lezione imparata

(il cortile del Tribunale Minorenni di Milano)

domenica 18 maggio 2025

INSULTI SOCIAL

Ah, io ne ho ricevuti a pacchi. Internet, garantendo l'anonimato dietro lo schermo, sembra autorizzare molti a dare sfogo a ciò che pensano e che per molto tempo hanno tenuto nell'ombra

Hai un lavoro? Il solito privilegiato

Sei un precario? Evidentemente non vali

Sei un pensionato? Schifoso parassita

Non hai un lavoro? Miserabile zavorra

Hai la P. Iva? Sicuro un evasore

Sei dipendente? Senza palle

Disabile? Sfigato, Hitler ci vorrebbe

Casalinga? Mantenuta incapace

Hai i soldi? Il solito imbroglione, in galera!

Non li hai? Oddio, un deficiente

Scrivi su Internet? Non c'hai un kz da fare

Non scrivi niente? Hai il cervello vuoto

Eccetera eccetera. La fantasia umana, magari ne avete anche voi avuto esperienza, non ha confini. Mancando poi una Moderazione umana ed essendo tutto delegato a degli algoritmi, si impara presto ad aggirarli e si può aggredire quasi liberamente

Come reagire allora ad un insulto social? Personalmente scelgo di non reagire, dato che ho visto la cosa essere perfettamente inutile. Tanto ognuno rimane delle sue idee. E' uno spreco di energie e già ne ho poche.

"Un altro vigliacco"

"Guardate che oggi è il mio compleanno e vi perdono tutti."

"Sai che ce ne frega, sei solo un narcisista!"

Oddio, non se ne esce…

(un leone da tastiera, razza che ho scoperto capillare in tutto il globo)

venerdì 16 maggio 2025

 

MEDICINA DIFENSIVA

Ho un amico medico che è stressatissimo. Lavora in un reparto oncologico e ogni giorno litiga con i colleghi, soprattutto quelli giovani che hanno appena iniziato la pratica. Ieri si è sfogato con me e mi ha portato a conoscenza di qualcosa di non bello. Un grande problema che non può essere certo risolto con un post ma parliamone. Il tema è molto delicato, per favore cautela.

Succede questo: ai malati terminali, quelli anziani ricoverati in dirittura d'arrivo, vengono prescritti esami su esami diagnostici, tanto impegnativi quanto inutili, che ovviamente intasano le strutture e che alla fine sono superflui perché non si può più intervenire. Si prolunga l'agonia e la sofferenza di molte persone, più che la vita si allunga la vecchiaia e il dolore.

E' il cosiddetto tema della MEDICINA DIFENSIVA, di cui ignoravo l'esistenza. Si prescrivono esami su esami per tutelarsi da possibili ritorsioni legali da parte dei parenti. E' una medicina che paradossalmente serve più al medico che al paziente. Non una bella cosa.

Medicina difensiva - Wikipedia

Questo amico deve combattere ogni giorno soprattutto con giovani colleghi che prescrivono esami ridondanti e con il Primario, che dovrebbe dare delle dritte e, invece a quanto pare del problema se ne disinteressa (storia già sentita in Italia). Sembra che pensi soprattutto a far carriera politica e delega ai sottoposti le decisioni. "Fate voi che siete bravi"

Risultato: discussioni in reparto a non finire e tante spese che si potrebbero evitare (il 10% della spesa sanitaria nazionale a quanto pare rientra nella Medicina Difensiva). Stress lavorativo, il famoso burn out, in arrivo. E in Italia ancora ce la caviamo, negli USA il problema è molto più serio.

"Scusa -ho detto- non si potrebbe far firmare appena ricoverato un foglio in cui si solleva da responsabilità il medico?" No, non si può, non ha valore e il parente a meno che non sia il tutore non può firmare. "Ma le persone non hanno il diritto di morire bene?" ho chiesto ingenuamente. A quanto pare no. "Ma io posso come paziente rifiutare delle cure?" Dovrei avere una conoscenza che non ho.

Attualmente la Medicina Difensiva pare insomma un problema non risolvibile. Non so se voi ne avete avuta esperienza. Son cose che fanno venire i brividi.

EDIT: non mi turba il fatto che il fenomeno esista (non siamo ingenui) ma che sia così diffuso e quotidiano, tanto da potere essere quantificato. Qualcosa non va.

mercoledì 14 maggio 2025

UN ESPERIMENTO DELLA NATURA

Ognuno di noi, sia io che tu che leggi, è un esperimento della natura. Non basta avere una buona base di partenza, bisogna anche metterci dentro le influenze ambientali (educazione, amicizie, alimentazione, etc) addirittura quelle geografiche, storiche o temporali, per non parlare del caso e di altre fortune/sfortune etc.

Tutto questo produce l'individuo singolo, che è allo stesso tempo diverso e simile da tutti gli altri che lo circondano, Preciso che non sto dicendo nulla di nuovo, sono tutte nozioni che si ritrovano in qualunque testo scientifico di antropologia, di genetica, di arte, All'interno della specie umana esiste da sempre la cosiddetta variabilità genetica che spiega come mai siamo così diversi.

E come ahimè ci sono i buoni esperimenti, ci sono purtroppo anche gli esperimenti riusciti male. Persone venute fuori sgraziate, brutte, sgradevoli, malate, sproporzionate, sfortunate etc che non fanno proprio parte dei "fortunate ones". Facile per questi lasciarsi andare, deprimersi, pensare che il destino ce l'ha su con loro etc.

A queste persone si può dire però una cosa: la "variabilità genetica", che sembrava una condanna, può diventare in realtà la loro salvezza. Infatti ha tolto da una parte ma ha dato dall'altra, in parole povere ci ha dato dei segreti punti di forza a cui DOBBIAMO attingere. Detto in altro modo, nei momenti di crisi bisogna fare affidamento sui propri punti di forza. "Ma io non ho punti di forza", oh sì li hai solo che nel dolce deprimerti non li hai ancora scoperti.

Un ragazzo cicciottello il più bravo nella lotta, una ragazza brutta può diventare la più simpatica, un tonto può lavorando sodo sistemarsi, una donna senza particolari qualità può scegliersi le amiche migliori, il topo da biblioteca bullizzato diventare ricco, la donna normale fare carriera, quello gracile suonare benissimo il sax etc.

Insomma quando le cose vanno storte e ti senti sfigato, un esperimento venuto male, ricordati in cosa sei bravo e punta su quello, fai affidamento su di lui. Ti auguro di scoprirlo presto, perché IL TUO PUNTO DI FORZA è quello che ti salverà.

(Risvolto personale: parole dette da uno finito in sedia a rotelle e che per questo ha perso lavoro, amicizie, occasioni etc ma che ha scoperto che sapeva scrivere e che allora… scrive! La vita ha di nuovo un senso)

martedì 13 maggio 2025

 IL FREDDO DENTRO

Come tanti, la sm mi ha regalato una sensazione di "freddo dentro" che non passa neanche se mi copro. E' un paradosso , sudo ma ho freddo.

Questo tempo piovoso e umido non aiuta, ieri sera ho addirittura acceso la stufetta (e siamo in maggio). Voi cosa fate? Aspettare il caldo rassegnato? Tisane? Scaldini? Esercizi?