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mercoledì 30 ottobre 2024

MATTIA

E' notte. Un bimbo di 4 anni vaga per la città. Attraversa strade deserte, marciapiedi, ponti. Ringraziando Dio non gli succede niente, fino a quando non lo vede una prostituta che chiama la Polizia.

I poliziotti accorrono ma, abituati a ben altro tipo di segnalazioni, non sanno bene cosa fare. Con l'aiuto della donna scoprono che si chiama Mattia, ha 4 anni e sta cercando suo papà. Il cognome non si capisce e quando gli chiedono dove abita risponde "vicino alla fermata del tram". Si ricorda però il nome del suo asilo e domani lo accompagneranno lì. Per questa notte in Questura dormirà sul divano dell'ufficio del comandante, avvolto in una coperta.

Il giorno dopo una poliziotta lo porterà all'asilo, dove le diranno che il bimbo abita con la nonna e il papà, la poliziotta con bimbo si recano subito lì. La nonna e il padre appena scorgono Mattia scoppiano a piangere. Il padre fa un lavoro notturno e il bambino era scappato dalla nonna che dormiva. Il bimbo era venuto a cercarlo senza sapere dove andare e si era perso.

Convocati a razzo al Tribunale Minorenni, il padre spiega la sua storia: ha avuto il figlio in Puglia da una donna extracomunitaria che poi glie l'ha lasciato e se ne è andata via. Disperato, l'uomo, un tipo semplice, era venuto su al nord dalla madre. Mentre lui lavorava di notte lei l'avrebbe tenuto. Entrambi adoravano Mattia e avrebbero fatto tutto per lui. No, non lo aveva mai fatto prima di andarsene nel cuore della notte.

I giudici in camera di consiglio decidono di soprassedere e di non intervenire se non in forma leggera, con mille raccomandazioni e una ramanzina. Non è il caso di sanzionare quella che è stata una leggerezza, anche se poteva dare conseguenze gravi, ci saranno in futuro comunque controlli a caso. Tutto è bene quel che finisce bene.

Sentirsi come quel bambino. Andare per il mondo alla ricerca di chi vuoi bene, senza sapere nulla. Perdersi.

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