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domenica 13 settembre 2015

(Piccola lettura per scoprire la vostra età geologica)
È BELLO SENTIRSI AMATI
"Ciao a tutti, io esco."
"Fermo lì. Sono le otto di sera e tu, giovinotto, hai 16 anni. Dove è che vuoi andare a quest'ora?"
"Papà non rompere. Sto uscendo, no?"
"E dove vai?"
"Fuori."
"Precisamente?"
"Da queste parti."
"Perché?"
"Mi aspettano gli squali."
"Eh?"
"Amici."
"Chi?"
"Non li conosci."
"E dove andate?"
"In giro."
"In giro dove?"
"Boh."
"A fare cosa?"
"Decideremo."
"Hai bisogno di soldi?"
"No, ho quelli dei nonni."
"E a che ora torni?"
"Non ne ho idea."
"E no, qui l'idea ce l'ho io. Massimo per mezzanotte a casa, sennò son mazzate! Ricorda che domani devi andare a scuola."
"Ma dalla mamma torno anche alle due!"
"Ci devo parlare con quella donna. E qui no."
"Ma tanto la prima ora c'è religione e tutti la saltano! Almeno alla una!"
"Qui da me dong! dong! dong! entro i rintocchi di mezzanotte, ti voglio qui, sul tavolo."
"Non è giusto!"
(Inizia una lunga contrattazione che si conclude con un compromesso storico: rientro entro le 24.30 e portarsi dietro il cellulare).
"E mi raccomando che il cellulare sia sempre acceso."
"Mollami, papà. So come cavarmela."
"Mi devo trattenere, guarda. Non fare come l'altra volta, che eri sempre non raggiungibile."
"Siamo andati in un posto dove non c'era campo."
"E dove? In mezzo all'oceano indiano?"
(Brontolando) "che stress. Kpll"
"Cosa?"
"Niente, codice fiscale. Tu non ti fidi di me!"
"Mi fido figliolo, ma questo è un mondo difficile. Ascolta tuo padre. Io mi preoccupo per te."
"È bello sentirsi amati."
"Guarda che io ti voglio bene, grullo, e non è il caso di fare dell'ironia."
"No, tu vuoi controllarmi e basta! Non ti voglio più vedere! Tu non ti fidi!"
(Fine primo atto)

(Secondo atto, tutti seduti, presi i popcorn?)
"Senti un po', ma non eri già uscito stamattina? Anche stasera? "
"E va beh, papà, stamattina era stamattina!"
"Hai16 anni, non sarebbe il caso di stare a casa?"
"È che stasera vedo altra gente!"
"E chi sarebbero? Non li conosci. E dove andate? In giro. In giro dove? Boh. Portati dietro il cellulare, e che sia acceso. Ma sì, tanto lo tengo sempre acceso!"
(Il figlio ha ascoltato tutta la tiritera ad occhi aperti) "Bravo, papà! Si si! È proprio così! Allora posso uscire?7 Dai che mi aspettano."
"Facciamo un do ut des, come diceva un mio collega, il Dr Lecter, hai fatto i compiti per domani?"
(improvvisamente diffidente) "si, perché?"
"Bene. Dai, non fare quella faccia, fammeli vedere."
"No"
"Obbedisci a tuo padre, giovin studente. Voglio solo vederli."
(Con tono sarcastico) "E dopo non mi fai niente, vero?"
"Certo, son curioso e tu li tieni nascosti. Chissà chi ti ha messo in testa certe idee. Avrò il diritto di vedere se li hai svolti bene o male, no?."
"Io li faccio al mio meglio! Mi controlli? E poi non sei tu che li devi correggere!"
"E chi allora?"
"Li correggiamo in classe tutti insieme."
"E non vuoi che ti dia una mano?"
"No!"
"Neanche un aiutino per vedere se hai sbagliato qualcosa, o per essere sicuro che hai fatto tutto giusto e farti i complimenti?"
"No!!!"
"Hai solo 16 anni, figliolo, non sei infallibile. "
"Nemmeno tu! Sei arrogante! Mi vuoi correggere!"
"Stiamo calmi e non facciamo tragedie che non è il caso. Ma allora io non posso fare proprio niente?"
"Niente! E poi io stasera voglio uscire!"
"Figuriamoci! E poi cosa vuol dire "niente"? Cosa ti faccio? Si può sapere?"
"Ti impicci delle cose mie."
"Se permetti sono anche cose mie, visto che se poi vai male a scuola ne risentiamo tutti qui dentro."
"Non è vero! A scuola io vado bene!"
"Ma per favore! Per favore! Che la settimana scorsa all'ultima interrogazione hai pre… -con un gesto sbagliato l'irato e goffo papà fa cadere la tazzina del caffè. Caffè dappertutto-. Noooo diobono nooo!!"
"Aspetta, vado in cucina a prendere uno straccio!" (Va via mentre il papà cerca di pulire con un fazzoletto di carta)
"Maledizione! Non ci voleva, caffè dappertutto...sul tavolino, per terra! Che imbranatissimo, maledetta goffaggine!"
(Il figlio torna con uno straccio) "aspetta, faccio io"
(Il padre guarda il figlio che pulisce e intanto pensa: però, è un bravo figliolo)
"Grazie, prima durante la discussione ho fatto un gesto inconsulto…"
"Che vuol dire?"
"Qualcosa di scoordinato, che non dovevo fare. "
"...Ecco fatto, mi sembra che non siano rimaste macchie."
"Grazie, bel lavoro. A proposito...stasera volevi uscire?"
"Si si!"
"Tieni il cellulare acceso, mi raccomando."
"Vabbene, avviso subito i miei amici!" (Corre via mentre il padre agita la manina)
"Torna presto....Oddio, com'è difficile educare un figlio maschio"

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