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mercoledì 16 settembre 2015


LARK’S TONGUES IN ASPIC
Lark’s tongues in aspic era il titolo di un vecchio album dei King Crimson, un gruppo rock inglese che da giovane ho amato molto. E non solo io, dato che era la musica di sottofondo nelle scene sexy di Emmanuelle Emoticon smile.
Letteralmente il titolo significa Lingue di allodola in gelatina, e allora immaginavo nella mia mente di adolescente un grande budino tremolante e trasparente pieno di puntini rossi, le lingue di allodola appunto. Ho sempre pensato -anche da ragazzo- che il titolo quasi dipingesse la vita, un grande budino in cui ogni tanto incappare in momenti intensi.
Fuor di metafora, per caso e sempre inaspettate mi arrivavano incontro “perle di saggezza”, frasi ascoltate all’inizio distrattamente ma che ogni volta poi illuminavano la giornata, lingue di allodola degne di riflessione. Molto importanti, tanto che le raccolgo diligente in un quadernetto. E dato che, come dice Linus strappando la coperta per darne metà a Charlie Brown “LA FELICITA’ VA CONDIVISA”, mi sembrava giusto riportarne qualcuna per voi:

ERRANDO DISCITUR
Il doppio senso di questo proverbio latino è noto: da un lato vuol dire “sbagliando si impara” ma può anche significare “viaggiando si impara”. Dipende da come la vedi. Che relazione c’è però tra sbagliare e viaggiare? Per molto tempo mi sono arrovellato ma alla fine la relazione penso sia quella più semplice: ogni volta che viaggiavo incappavo in esperienze diverse dal solito e incontravo persone nuove ma notavo che sempre commettevo degli sbagli. Ne ho fatti a raffica nei miei viaggi Emoticon smile esperienze di vita), di ogni sorta e a volte dolorosi, ma alla fine dovevo ammettere che… è vero, ero diventato una persona migliore di quando avevo iniziato.
Aveva ragione da vendere J.J. Tolkien nel Signore degli Anelli quando scriveva “LA STRADA CONDUCE SEMPRE AVANTI”. Non è solo una ovvia esortazione all’avventura, un invito verso l’ignoto, è anche un incoraggiamento a migliorarsi viaggiando. Errando discitur. Ogni volta che vedo una strada davanti a me (praticamente ogni giorno eheheh) me lo ricordo. Non negarti delle esperienze, anche se fanno paura, prendi le tue precauzioni ma vai, comincia. Esplorare, che vita meravigliosa.
E non è nemmeno una questione di “provare”. Non mi piace la parola “provare”. Nella vita sono personalmente convinto che non si “prova” niente, quando si decide di iniziare bisogna buttarsi con decisione. Lo ha bene espresso il Maestro Yoda, il nanerottolo saggio di Star Wars, dal “basso” della sua sapienza: “NON ESISTE PROVARE, ESISTE FARE O NON FARE”. Decisione quando si parte. Nessun rimpianto e non guardarsi indietro. Lo so che farò degli errori e che mi darò dello stupido ma un errore ben più grave sarebbe stato restare fermo. Non bisogna deprimersi se si son fatti degli errori, i conti si faranno alla fine.
I bellicosi spartani non conoscevano Yoda ma avevano un detto simile sulla determinazione e sui pericoli nell’iniziare esitanti: “SE VAI IN BATTAGLIA PENSANDO DI VIVERE, MORIRAI. SE VAI IN BATTAGLIA PENSANDO DI MORIRE, VIVRAI”. Sempre in campana! Massicci e incazzati!

“TUTTO CIO’ CHE PUO’ ESSERE DETTO, PUO’ ESSERE DETTO CHIARAMENTE” (Wittgenstein).
Questa frase del filosofo tedesco è uno dei capisaldi delle mie giornate, per non dire della mia vita.
Spessissimo infatti ho notato, non ho mai capito bene perché, che quando compaiono argomenti seri o profondi le persone iniziano discorsi arzigogolati, oscuri, complicati. In definitiva incomprensibili. Sembra si divertano ad usare parole più lunghe di 5 sillabe e impostare discorsi lunghi, causando nell’ascoltatore o nel lettore una fatica terribile. No, non va bene. Non mi è mai piaciuto. Sin da piccolo ho sempre detestato chi si comportava in questo modo, anche se erano persone di valore.
E se in tempi antichi forse tutta questa oscurità aveva un senso perché allora le conoscenze erano segrete, riservate a pochi eletti ed espresse in forma enigmatica, oggi non è più così e un atteggiamento simile non è ai miei occhi giustificato.
Bisogna certo evitare di cadere nell’eccesso opposto quando si parla, nella banalità superficiale, nella trappola del “politicamente corretto” o del risaputo, ma quando Italo Calvino scriveva del valore prezioso della LEGGEREZZA intendeva proprio questo, sapersi esprimere in maniera coinvolgente, affascinante e sempre comprensibile malgrado la serietà dell’argomento. Divertente nel senso migliore della parola.
Anche per questo (ora mi permetto un po’ di pubblicità) ho voluto intitolare il mio sito internet Psicologiachiara.it: molti concetti per esempio in psicologia sono espressi in maniera contorta, involuta e anche se il senso sottostante era più che apprezzabile (certi filosofi sarebbero da fucilazione. Sul campo. Due volte. Non fatemi parlare oltre che mi comprometto) alla fine rimangono lettera morta, inattuati, e sento forte il bisogno di parlare chiaro. Basta enigmi.
Questo non significa certo fare solo il divulgatore, professione comunque stimabilissima, come sprezzantemente penserà il malevolo, qualcosa di originale e personale cerco di inserirlo sempre. Alla faccia insomma di chi mi vuol male e pensa che bisogna sembrare complicati per essere ammirati o riconosciuti. La grandezza sublime per esempio di una canzone come Imagine di John Lennon è che le sue parole sono profondissime ma possono essere capite anche da un bambino. Provateci, vi renderete conto che non è facile.
Ah, una precisazione. Dire la verità non autorizza ad essere villani o antipatici. Circola di questi tempi una idea di sincerità che trovo orripilante, per cui si ascoltano frasi sprezzanti del tipo “dirò sempre la verità, costi quel che costi!” oppure “anche se non vi piace io dirò quello che penso!”, magari rafforzando il concetto con parolacce. Madonnina santa.
Mia nonna aveva a questo proposito un proverbio azzeccato, vero faro nella notte per me: “LA VERITA’ E’ NUDA, PER QUESTO VA RIVESTITA CON L’EDUCAZIONE”. Spesso la verità può infatti avere risvolti sgradevoli e perciò venire rifiutata, allora bisogna proporla con parole gentili e adeguate al contesto. E non serve proprio, anzi è dannoso, esprimersi in forma astrusa o antipatica. Facciamo del nostro meglio per essere semplici ma efficaci, insomma.
(prima parte)
(seconda parte)

“… PER IL MIO MESTIERE HO FATTO L’AMORE CON UOMINI DI OGNI RAZZA E COLORE, E HO NOTATO CHE FACEVANO TUTTI L’AMORE NELLO STESSO MODO. QUESTO MI HA CONFORTATA MOLTO.” (Moana Pozzi)
Vi ricordate di Moana? Ma sì che vi ricordate, fate finta di non saperlo ma l’occhietto vi brilla quando pensate alla pornodiva, donna molto intelligente e acuta nonostante il lavoraccio (insomma una santa).
In una delle sue ultime interviste venne fuori con questa frase, dal messaggio chiaro: siamo VERAMENTE tutti uguali, e non è solo una questione di biologia. Attraversiamo tutti bene o male gli stessi problemi e abbiamo gli stessi desideri. Ed è vero, pensare di essere tutti simili rasserena molto.
Rimane comunque un problema non piccolo. Nella vita infatti si incontra sempre qualcosa di misterioso, che blocca. Resto sul vago, non voglio portare esempi del cavolo. Mi limito a dire che spesso non capivo ciò che mi stava succedendo. “ATTENTO, QUELLO CHE NON SI CAPISCE E’ LA COSA PIU’ IMPORTANTE”, sentenziava mio figlio a 11 anni mentre giocava alla Playstation. Hai ragione bambino, e non solo nei videogiochi.
Dove sta la verità? La risposta più straordinaria l’ho ricevuta ascoltando Stanley Kubrick, il famoso regista (adoro film come Arancia Meccanica, 2001 Odissea nello Spazio, Shining etc, scusate se nel frattempo mi prostro). Esasperato dai giornalisti che gli chiedevano cosa significava questo o quello, un giorno sbottò e disse che non avrebbe spiegato nulla, tanto ”LA VERITA’ DI UNA COSA CONSISTE NELL’EMOZIONE CHE HA DATO, NON NEL PENSARLA”.
Risposta molto, molto saggia, che da allora vive dentro di me. Una delle mie citazioni preferite. Sono le emozioni, le vibrazioni, le sensazioni che provo a dare spessore e valore alla vita, non certo i pensieri o le riflessioni. Solo che… le passioni sono così incasinate, senza una logica razionale, a volte nemmeno ragionevole. E’ facile perdersi se non si ha una guida stabile (non sto ovviamente parlando di me Emoticon smile ). Ma provare emozioni profonde, vivere la vita intensamente, provarci perlomeno… alla fine è l’unico modo per vivere una vita bella. Errando discitur, come dicevo ieri.
Butta via i libri, Luca!

NULLO IURARE IN VERBO MAGISTRI
Altro proverbio latino, gli antichi romani ci sapevano fare con le parole. Significa (ne dò una interpretazione libera) ”non serve argomentare usando le parole di un altro, anche se è stato un maestro”. Utilissimo consiglio nella vita quotidiana. In altre parole, attento alle citazioni, è inutile e quasi ridicolo mettersi a dire “l’ha detto quello”, con le varianti moderne “l’ho sentito alla tv” oppure “l’ho letto su internet”. I romani ci erano già arrivati 2000 anni fa. Dai, fai uno sforzino, cerca di essere originale.

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