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domenica 6 settembre 2015

Oggi vi riporto uno strano dialogo, che in molti non capiranno. Come dicono nei film, ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. La donna nella foto è Florence Nightingale, la famosa infermiera inglese che ispirò la Croce Rossa, soprannominata "la signora con la lampada" poiche di notte si aggirava tra le corsie.
RIFIUTARE UN AIUTO
"Ha bisogno di aiuto?"
"No grazie, infermiere, penso di farcela da solo."
"Ne è sicuro? Prima la vedevo camminare con la sua stampella per il corridoio e mi è sembrato avesse bisogno proprio di una mano."
"Sembro così instabile?"
"Sinceramente si, un paio di volte mi è sembrato che fosse lì lì per cadere. Non abbia timore di chiedere aiuto, in reparto siamo qui apposta."
"La ringrazio, mi rendo conto io stesso che barcollo e vado troppo piano, ma… niente, lasci perdere. Se proprio vuole fare qualcosa mi dia dieci anni di meno (sorride)"
"Non faccia troppo lo spiritoso. Guardi che è una questione seria, di sicurezza. Lei rischia di cadere e farsi molto male."
"Qui ha ragione. Anzi le dirò di più. Non è un rischio, è una certezza. Ma ho imparato a cadere senza farmi male, più che cadere mi affloscio."
"Quante volte cade in una settimana?"
"Non glielo dico."
"Perché questa ostinazione? Guardi, se vuole ho con me una sedia a rotelle, le può tornare utile...eccola...la provi, è comodissima. La spingerò volentieri dove deve andare."
"Ancora una volta la ringrazio ma devo dirle no. Quello che lei chiama aiuto io lo chiamo perdita di autonomia."
"In che senso?"
"Tutte le persone che sono in sedia a rotelle, e intendo proprio tutte, mi hanno ripetuto la stessa cosa, di resistere il più possibile, che la sedia a rotelle è una amica molto pericolosa."
"Pericolosa?"
"Forse non è la parola giusta ma il concetto è quello. È talmente comoda che quando uno si siede poi non si rialza più."
"Ma io non intendevo questo, che lei deve starci per sempre. Non possono averle detto una cosa del genere, non è assolutamente vero che chi finisce sulla sedia non si rialza più, io stesso ho visto gente che…."
"Mi scusi, non mi voglio certo inimicare la classe degli infermieri, siete voi a decidere le dimensioni di aghi e cateteri, ma ormai con internet i malati parlano tra di loro."
"Sin troppo a volte. Stia attento a quello che legge su internet. Girano tantissime bufale, per la medicina poi… Può anche non credermi ma noi pensiamo alla vostra sicurezza. Se vi fate male la responsabilità è nostra, non vostra."
"Si sbaglia, la responsabilità è comunque mia. Voi dovete solo offrirmi assistenza, ma io ho tutto il diritto di rifiutarla. E se devo proprio fare lunghi percorsi la carrozzina la uso, stia tranquillo. Ma nei brevi tratti no."
"Lei ha camminato trenta metri ed è già tutto sudato."
"Lo so che devo pagare un prezzo (sospira) ma preferisco."
"Senta, non vorrei far discorsi pessimistici, ma lei lo sa che sta solo rinviando l'inevitabile? Lodo la sua caparbietà, impossibile non farle i complimenti, ma perché non cercare di abituarsi adesso e non all'ultimo momento?"
"Lotterò per la mia autonomia sino all'ultimo momento. E per il futuro…Come diceva Epitteto, la porta è aperta ."
"Non capisco."
"Non ha importanza, veramente. E visto che lei ha descritto il mio futuro lasci che ora parli del suo. Tra tanti anni da oggi un giovane infermiere vedendola arrancare le offrirà una sedia a a rotelle. In quel momento forse capirà. Comunque la ringrazio delle sue buone intenzioni e mi scusi ancora se rifiuto."
"Scuse non accettate. Devo insistere per la tua sicurezza e la tranquillità di tutti, si sieda."
"Non voglio rinunciare alla mia indipendenza."
"Che testa dura ha."
"Ho antenati calabresi."
"Non ne dubito. Ma anche loro prima o poi le direbbero che si deve adattare."
(Il paziente non parla più e lentamente se ne va)

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