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sabato 30 novembre 2024

JIM

Incredibile. Sono già passati trenta anni. Proprio oggi il 30.11.1994 nelle sale usciva The Mask con Jim Carrey, un film che all'epoca mi ha fatto sganasciare dalle risate, Un autentico capolavoro di vis comica.

Costato due lire (di cui la metà per gli effetti speciali), ha giustamente sbarellato mezzo mondo. Se vivete su Marte e non l'avete mai visto vi invidio, vi aspettano due ore di risate. Jim Carrey per la sua recitazione avrebbe meritato non uno ma due oscar, incredibile che il timido impiegato di banca e lo spudorato mascherato siano interpretati dalla stessa persona.

E chi non si è innamorato di Cameron Diaz, qui al suo esordio, mente.

La prima volta che lo vidi non ero da solo, qui c'è la storia nella storia. Quella domenica pomeriggio infatti avevo accompagnato un gruppetto di ragazzi handicappati al cinema. Di solito quei ragazzi più che alla pellicola erano interessati ai pop corn e ai dolci, ma quel pomeriggio notai che ridevano a crepapelle anche loro mentre ridevo come un matto pure io. Tutti ridevano in sala, Jim Carrey aveva trovato e suscitato qualcosa di veramente universale, valido per tutti.

Alcune battute del film le uso ancora a distanza di anni. Oh aspetta però, dite che non è adatto agli argomenti seri di Quora? "Qualcuno provi a fermarmi!"

SPUMEGGIANTE!

venerdì 29 novembre 2024

UNA AVVENTURA

"Oh Luca, questa te la devo raccontare."

"Ciao Guido, da un po' non ti sentivo, cos'è quella voce? Sembra che tu abbia visto un fantasma."

"Peggio, molto peggio. Da qualche giorno non mi funzionava niente: cellulare, internet, bancomat. Ero disperato."

"Ti avranno clonato il numero."

"E' quello che ho pensato anch'io. Vado in banca per fare un bancomat nuovo e appena mi vede il cassiere fa: Signor Guido, ma lei è vivo! Lei è morto il 10 Ottobre!"

"Cosa? Come è successo?"

"Si vede che un medico ha sbagliato a constatare un decesso, forse un caso di omonimia. Omonimia fu, come dicevano una volta i mafiosi. Sta di fatto che la banca ha bloccato subito il conto e a cascata si è bloccato tutto il resto. Ed ero pure senza soldi. L'Inps mi aveva accreditato la pensione ma alla notizia della morte l'aveva subito ritirata."

"E tu?"

"Per fortuna in banca mi conoscevano, ma all'Inps e in Comune no. I miei documenti non valevano più. Non ti dico i casini per dimostrare che io ero io, vivo e non ero morto. Una sensazione straniante. Volevo far parte di un mondo che non mi voleva più."

"E come hai fatto?"

"Ho dovuto cercare due testimoni che loro conoscessero e che giurassero a mio favore, un casino. Poi per fortuna tutto si è risolto ma ho passato momenti di paura."

"E non ti è venuta l'idea di mollare tutto e partire per il mondo? Ormai non avevi più obblighi, potevi fare e andare dove volevi."

"Ti dirò che per un attimo l'idea mi è balenata per la testa, ma non potevo. Mille fili mi legano qui. Non potevo certo fare come il Mattia Pascal di Pirandello, quello ritenuto morto che guardava la sua tomba e poi se ne andava libero. Comunque Pirandello mi sa che dell'assurdità della vita aveva capito tutto."

LUDOPATIA

Per un certo periodo ho lavorato fuori Milano e verso le 8 entravo in un bar di periferia per un caffè. Incredibile, già a quell'ora tutte le macchinette erano occupate, con gente che si ballava lo stipendio. Che tristezza. Ma che può fare un familiare se uno è ludopatico? Volergli bene purtroppo non basta il suo dèmone è più forte. Mi vengono in mentre tre cose, come psicologo, che si possono fare subito:

  1. inviarlo ad un SERT o un centro specializzato. Si è visto che la psicoterapia individuale funziona poco in queste dipendenze meglio un intervento più articolato
  2. Levargli la gestione delle finanze, che dilapiderebbe. Concedergli qualcosa (l'astinenza totale è controproducente) e resistere alle sue pressioni
  3. Stare con lui il più possibile, sia nei momenti liberi che quando gioca. E' un delicato percorso quello intrapreso.

giovedì 28 novembre 2024

LETTERA ALLA MIA DOTTORESSA DI BASE

Buonasera Monica, volevo comunicarti l'esito della mia visita gastroenterologica odierna al San Raffaele, visto il mio recente riacutizzarsi della rettocolite ulcerosa (anche se ultimamente sembra migliorata).

Sono partito male, in quanto non avevo NESSUNA documentazione con me. La malattia me l'hanno diagnosticata nel 1986, l'ultimo controllo risale a 20 anni fa. Risultato: chissà dove sono i referti, li ho cercati in ogni dove, saranno spariti in qualche trasloco.

Comunque la Dr Lorella Fanti dopo l'anamnesi mi ha visitato, palpato la pancia e refertato "obiettività addominale negativa".

Poi per quanto riguarda l'iter Diagnostico Terapeutico consigliato non avendo lo scanner te lo ricopio. Ha scritto "Attualmente riferisce miglioramento ma appare meritevole di approfondimento diagnostico mediante bioumorali e pancolonscopia con assistenza anestesiologica in regime di ricovero. Si consigliano i seguenti esami bioumorali: emocromo, creatinina, elettroforesi, esame urine, glicemia, calprotectina fecale, ALT, AST, GGT, ferro, feritina, B12, folati, PCR, vit D, tsh reflex, elastasi pancreatica fecale, antitransglutaminasi reflex, sodio e potassio, coprocultura, esame parassitologico feci, ricerca tossina clostridium, ricerca di giardia sulle feci, amilasi, lipasi. Si consiglia inoltre ecografia delle anse intestinali Dr.essa Federica Furfaro. Nel frattempo utile MESAVANCOL 1200 4 cps al giorno in un'unica somministrazione dopo un pasto. Non si prescrive clisma di cortisone per incapacità di trattenerlo."

Quanta roba! Adesso che faccio?



mercoledì 27 novembre 2024

UNA BELLA SENSAZIONE

“Buongiorno Tommy, come va?”

“Ah buongiorno Luca, bene anzi benissimo. Sto provando una emozione nuova, che non ho mai provato in vita mia.”

“Incredibile sentirle dire queste parole, Tommy. Pensavo che dopo una veneranda età non ci fossero più sorprese in questo senso. A questo punto, però, mi deve raccontare che è successo.”

“Luca, ha presente che le ho sempre detto che le donne han bisogno di protezione?”

“Certo Tommy, ma questo purtroppo è anche uno dei cavalli di battaglia dei fascistoni. Con la scusa che bisogna proteggerle molti le tengono segregate in casa, più gelosi degli irakeni, e le considerano roba loro.”

“Vero, molti se ne sono approfittati e questo non va bene. Confondono protezione con possesso. No Luca, quella di cui le volevo parlare è stata per me una sorpresa. Mi sono accorto che in una coppia anche la donna protegge l’uomo.”

“In che senso, da cosa lo protegge?”

Da se stesso. Anche gli uomini han bisogno di protezione, soprattutto dalla loro aggressività e incoscienza, che rischia di rovinarli. Io per esempio non mi curavo la mia salute, ma lei mi ha rimesso in riga. Che bello sentirsi protetti in questo mondo.”

“Insomma, come negli scacchi, la Regina difende il suo Re.”

IN OSPEDALE

Frequentando per ragioni di salute molto gli ospedali, ho imparato sulla mia pelle una cosa, che mi sento di condividere con voi. So che per certi versi è impopolare e potrebbe risultare per me dannosa in futuro, ma voglio dirla.

Quando siete ricoverati, NON FATEVI MAI VISITARE DAL PRIMARIO DEL REPARTO O DI TUTTO IL CUCUZZARO. Se poi è uno dei cosiddetti "Baroni", sempre circondato da un codazzo di assistenti e segretarie, evitatelo come la peste.

Il motivo è semplice: loro non vi vedono come "pazienti" ma come "casi clinici" da presentare al prossimo congresso o in una pubblicazione o agli allievi, a cui proporre cure sperimentali per gestire la malattia, con visite esose che durano niente. Se poi va male si può sempre usare la famosa frase "l'operazione è riuscita ma il paziente è morto"

Preferite piuttosto sempre farvi vedere dai dottorini, quelli hanno fame e stanno imparando. Sono aggiornatissimi e in loro troverete quella umiltà e quella empatia che stavate cercando, lo capite dagli occhi. Mi rendo conto che c'è Primario e Primario, Barone e Barone, ma dopo alcune brutte esperienze (dovrei fare nomi e cognomi, meglio sorvolare) preferisco non rischiare. Questa dunque è la conclusione a cui sono arrivato: niente Baroni per me,

giovedì 21 novembre 2024

UNA CRISI EPILETTICA

L'udienza quel giorno in Tribunale di Sorveglianza (quello che si occupa dei detenuti) procedeva regolarmente, come al solito. Io psicologo affiancavo i giudici togati durante le audizioni delle persone, che esponevano i loro casi. In 10–15 minuti si doveva passare al prossimo, i ritmi erano molto serrati.

Toccava ora ad un siciliano, condannato non ricordo più per cosa, che espose insieme al suo avvocato il suo caso per chiedere la liberazione anticipata. Immaginate di riassumere la vostra vita in dieci minuti per ottenere un beneficio, il livello di stress è un filo alto e l'attenzione è sempre massima. Quanti appunti ho preso in quegli anni. Alla fine dell'udienza il detenuto, scortato dai poliziotti, uscì dall'aula. Avanti un altro. E qui successe l'inaspettato.

Improvvisamente il detenuto cadde a terra, sbavando e digrignando i denti, in preda alle convulsioni, una crisi epilettica. Di solito, influenzati dai film, pensiamo che in tali crisi la persona sia come tarantolata e si dimeni incontrollata, ma non è così. Più che altro la persona si accascia incosciente e con spasmi incontrollati (medici in ascolto, sto semplificando). Dopo una decina di minuti passa.

La cosa che mi impressionò fu un'altra. Tutti (avvocati, giudici, uscieri, cancellieri, poliziotti) uscirono dall'aula spaventati. Rimanemmo solo in tre: io, una guardia obbligata a restare e l'uomo a terra:

Io sapevo cosa fare: nella comunità dove lavoravo c'erano diversi disabili epilettici e tali crisi erano frequenti. Mi chinai, presi la sua testa sulle ginocchia, sostenendola e voltandola delicatamente da un lato per evitare rischi di soffocamento. Senza parlare, rimanemmo così un poco, poi l'uomo si riprese. Era frastornato ma uscì dall'aula con le sue gambe. Non avrei mai immaginato che il mio lavoro in comunità mi tornasse utile anche in tribunale.

Oggi è raro vedere crisi epilettiche a strada o al super, la medicina è molto progredita, ma se capita non fatevi prendere dal panico e stategli vicino. Dopo qualche minuto passa.

mercoledì 20 novembre 2024

CHE NE PENSO DELL'UTENTE MICHELANGELO MERISI

Mi sconcerta, perché Caravaggio, il più noto soprannome di Michelangelo Merisi, è morto nel 1610. A meno che questo non sia un profilo falso, il che denota a mio parere mancanza di coraggio. Questo, per uno che si presenta come moderno Caravaggio che era un noto attaccabrighe, non è un bel biglietto da visita. E' molto contraddittorio e svilisce quello che dice.

Parlando in generale la mancanza di autenticità, me ne rendo sempre più conto, è uno dei grossi problemi del web. Non vedo soluzione a questo problema, perché qui dentro -dietro lo schermo- siamo veramente tutti uguali. Impossibile distinguerci e la "reputazione" è un lontano ricordo di quando ci si conosceva in prima persona.

E se qualcuno commetteva qualcosa di sublime o orrido almeno ci metteva la sua faccia. Oggi non più.



lunedì 18 novembre 2024

GRAZIE

Nonna, come facevi a sapere che sarei invecchiato anch'io? Quando tanti anni fa passavi le giornate a cucire una trapunta di lana con noi fantolini che guardavamo con raccapriccio quei colori, cosa ti faceva andare avanti?

Lo sai vero che quando le regalavi a Natale ai nipotini, noi dicevamo "grazie nonna" solo perché i genitori ci guardavano con occhi di fuoco? Chi te lo faceva fare? Ti è mai passato per la testa che a noi bambini, abituati a Goldrake e Jeeg Robot quei colori facevano senso?

Ormai non ci sei più da tanti anni, ma adesso ho quasi la tua età e sai che le tue coperte sono ancora calde? Sai che quando arriva la sera adesso le metto sulle gambe mentre guardo la tv e non riesco a farne a meno? Come facevi a sapere 50 anni fa che le avrei usate e accarezzate ancora oggi?

sabato 16 novembre 2024

MA PERCHE' LE DONNE DEVONO FARSI BELLE E L'UOMO NO

Chiedilo al pavone e a tutti i maschi che si pavoneggiano. I raffinati usano le parole, qualcuno i soldi, altri la macchina o i muscoli… di modi per farsi belli i maschi ne hanno tanti.

COSA TI DIVERTE DI QUORA

Trovo molto divertente la deriva adolescenziale di Quora. Da qualche tempo, probabilmente dalla chiusura di Yahoo Answers, Quora si è riempita di domande di stampo pre-adolescenziale riconoscibili da lontano:

"…cosa significa se una amica ti manda una faccina sorridente… perché sto antipatica alla mamma del mio ragazzo… come scoprire se è invidiosa di me… che liceo è meglio fare dopo le medie… se marino un compito in classe che succede.." eccetera eccetera

Io mi immagino un gruppetto di adolescenti spaesati in preda ai grandi dilemmi della vita. Improvvisamente uno salta su e fa: "Ho trovato! Chiediamo a quei vecchietti di Quora! Saranno rincojoniti ma magari qualcuno ci è passato e ha un'idea."

Bravo, bene dai, facciamo la domanda al gruppo di saggi babbioni! Ne troviamo uno che risponde no?


C'è anche la babbiona version!



venerdì 15 novembre 2024

LA FIGLIA RIBELLE

 "Ciao Fatima, come mai sei qui al Tribunale Minorenni?"

"Voglio denunciare i miei genitori!"

"Cosa hanno fatto?"

"Mi obbligano a portare lo Hijab quando vado a scuola ma io non voglio! Ho 14 anni e voglio vestirmi come voglio! Mia madre mi minaccia di darmele ma io resisto!"

"Ah, lo Hijab è il copricapo, no? Che differenze ci sono con il Burka?"

"Lo Hijab lascia scoperto il volto, solo i capelli devono restare coperti, il Burka copre tutto. Ma a scuola mi prendono in giro! Mi chiamano capofasciato oppure zuccapelata, tutte le ragazze mi rifiutano, non riesco a farmi delle amiche."

"Sì, la scuola ci ha avvisato che piangevi sempre. Per questo abbiamo voluto vederci chiaro."

"E' orribile. A scuola mi prendono in giro, in casa non vivo più, aaahhh!" (si mette a piangere)

"Ti picchiano?"

"No, ancora no ma mia madre urla sempre e prima o poi lo farà."

"Povera Fatima, divisa tra due mondi. Chiameremo i tuoi genitori, vedremo di arrivare ad una soluzione."

"Io credo in Allah ma non voglio essere obbligata a portare lo Hijab!"

EDIT: quante tragedie nascoste, quante difficoltà. L'integrazione non è mai un processo indolore. Un conto è ciò che la legge permette, un altro è ciò che un adolescente vuole e troppo spesso sono le ragazze a farne le spese. Non è facile trovare un punto di incontro.

martedì 12 novembre 2024

MILTON

Questa storia risale a tanti anni fa, quando lavoravo con i ragazzi disabili. Per favore non ridete, è una esperienza che mi è successa veramente, non pensavo funzionasse e invece mi sono stupito. Ero laureato da poco in Psicologia e facevo di tutto, sparavo in cento direzioni come si dice e le provavo un po' tutte.

Come è iniziata: un pomeriggio ero lì che bevevo il caffé e parlottavo con altri educatori, quando entrò in sala mensa Patrizia, una ragazza sui 30 anni, "ritardata" per un trauma da parto. Patrizia era rimasta una bambina di 7 anni, bisognosa di assistenza in tutto

Questi ragazzi quando diventano maggiorenni di solito finiscono in Comunità insieme a tanti altri come loro (per la cronaca lavoravo all'ANFFAS associazione nazionale famiglie fanciulli subnormali, forse qualcuno conosce). Vi assicuro fu un periodo molto formativo per me, toccai con mano patologie come autismo, schizofrenia, psicosi varie etc sinora solo studiate teoricamente,

Torniamo a Patrizia. Quel giorno entrò in cucina lamentandosi del solito dolore alla mano, nulla di nuovo ma esasperante e lagnosa più del solito. Vi assicuro le avevamo provate tutte nei giorni passati: pomate, iniezioni, fasciature, medicine…. niente le faceva passare il dolore.

Decisi di provare un approccio nuovo. Mi ero letto da poco i libri di Milton Erickson, per me un guru, ma di quelli veri. Presi la mano di Patrizia, la guardai intensamente e dissi serio.

"Allora è tempo di passare ad una medicina più forte, sei pronta? La vuoi questa medicina? Guarda che è molto forte."

"Sì -rispose Patrizia intimorita- la voglio!"

Una studentessa di medicina mi guardava scandalizzata, temeva le propinassi chissà cosa.

Misi la mano su quella di Patrizia, alzai gli occhi al cielo dicendo qualche parola in latino. Poi abbassai gli occhi, feci il segno della croce sulla sua mano e dissi convinto: "male di mano, male di cuore, te l'ha messo il demonio, te lo leva il Signore!" Baciai la sua mano e soffiai vigorosamente, come per scacciare via gli spiriti maligni. Poi disegnai con il dito un cuore sulla sua mano.

"Questo cuore ti proteggerà. Ti senti meglio adesso?"

"Sì. Mi è passato tutto!"

"Vai adesso e non pensare più alla mano, ora è libera."

Patrizia uscì contenta dalla sala mensa. Gli altri educatori mi guardavano straniti.

Suggestione post ipnotica? Catarsi? Fluido pranoterapeutico? Il Mana? Il bacino sulla bua? Altro? Che importa, ha funzionato :). Tra me e me dissi solo una cosa, grazie Milton! Così, sognate.

(Milton Erickson, grande ipnotista e psichiatra americano, autore di libri che aprono un mondo, come "La mia voce ti accompagnerà", oppure "A scuola di ipnosi")

lunedì 11 novembre 2024

SPOSARSI SENZA AMORE

Una volta, nei matrimoni combinati dai saggi o dai genitori, sposarsi senza amore era la regola. Erano pochi i fortunati che riuscivano ad inserire anche questo sentimento. In genere all'amore si rinunciava, il "matrimonio" era un "contratto" per il "patrimonio", con "diritti" e "doveri" coniugali. Succede ancora così in molte società.

Non scandalizziamoci troppo. Pensiamo, tanto per fare un paragone odierno comprensibile, al lavoro. Sono moltissimi quelli che fanno un lavoro che detestano se non proprio odiano, e verso il quale non provano nessuna affezione. Sognano sempre di fare altro. E allora perché hanno iniziato quel lavoro che detestano? Per abitudine, perché così arrivano a fine mese, perché adesso è troppo faticoso e rischioso cambiarlo, perché oramai han preso degli impegni (mutui) o ci sono dei figli etc.

C'è da dire, per amor del vero, che non è detto che un matrimonio combinato sia infelice o fragile. Anzi, a vederli adesso erano più solidi e duraturi di quanto si pensa. Tutti noi conosciamo vecchie coppie (nonni zii etc) in cui l'amore latitava ma c'era comunque rispetto. Poche storie, tu intanto sposati quello lì, dicevano le zie alla fanciulla piangente, l'amore arriverà. Ricordo che una volta chiesi a mia nonna Emilia com'era stato il suo matrimonio e lei rispose alzando il mento "Ho sempre fatto il mio dovere". Una ragazza moderna non risponderebbe mai così, i tempi son cambiati.

Ma oggi allora, avendo sdoganato l'amore, non esistono più matrimoni senza amore? Oh no, esistono ancora e sono tantissimi, mi lancio (in base alla esperienza personale e professionale) in una stima spannometrica e dico verso il 10%. Le motivazioni sono innumerevoli, non sempre limpide.

Ho notato che sono quasi sempre le donne l'anello debole in queste situazioni, quelle che si sposano senza amore. Molte hanno confessato anni dopo il matrimonio di avere avuto, per dirla leggera, dubbi grossi come una casa. Una amica mi rivelò che prima di dire SI' al prete pensò tra sé e sé "tanto c'è il divorzio". Insomma, quando una coppia si sposa, non sarebbe male guardare nel cuore della sposa, per vedere cosa la muove al grande passo. Fosse facile, però proviamoci.