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mercoledì 30 ottobre 2024

DI QUATI SOLDI HO BISOGNO PER POTERE GIRARE E VEDERE L'ITALIA (VENEZIA, TOSCANA, ROMA, NAPOLI, PUGLIA, SICILIA....) IN DUE SETTIMANE

Ah mio caro, intuisco dal tenore della tua domanda che sei uno straniero e che come i nobili inglesi dell'800 stai programmando un grand tour per l'Italia e quindi ti stai informando. Bravo bravo. Ti aspettiamo a braccia aperte, l'ospitalità italiana è rinomata nel mondo (boni voi, sto a ffà pubblicità).

Lascia però che ti dica una cosa: due settimane sono poche per vedere l'Italia come vuoi tu. Certe mete che hai accennato nella domanda (Toscana, Roma, Sicilia…) meritano da sole le due settimane. Abbiamo così tante cose da farti vedere e assaggiare che non ti pentirai.

Il mio personale consiglio è quindi di limitare la tua visita ad una sola delle mete che hai accennato e anche così sarà intensissima. Se per esempio, ma è giusto per fare un esempio, volessi visitare la sola Toscana, tra Firenze Siena Lucca Pisa Volterra il Chianti-shire e la Maremma e altro, due settimane passeranno come un incantevole soffio. Tornerai a casa ricco dentro (meno fuori), pasciuto e sazio di bellezza e visioni che ti allieteranno la vita. Ah l'Italia

OFFESA

"Sono veramente offesa."

"Perché? Non capisco."

"Perché tu non mi ami, non pensi a me."

"Certo che ti penso."

"Tu non capisci quello che provo, quello che voglio. Sei stato disattento e questo mi offende."

"Ma se non me lo dici come faccio a capirlo? Perché non me lo dici chiaramente?"

"Se mi ami ci arriveresti da solo!"

"Ma io non so leggere nel pensiero, scusa!"

"Sempre le solite cose, se mi ami lo dovresti sapere! Sei sempre il solito, mi fai piangere!"

"Scusa... Però mica ho capito."

"Non capisci mai niente tu!"

"Che fare in questi casi? Non polemizzate, non siate perplessi, è inutile. Piuttosto trasformatevi in un gatto e ricordarsi che, come dicono i francesi: “Se una donna ha torto, devi chiederle perdono!” Siate affettuosi insomma, apprezzerà le vostre attenzioni."

(dal Manuale per gli ometti, 3* edizione)

MATTIA

E' notte. Un bimbo di 4 anni vaga per la città. Attraversa strade deserte, marciapiedi, ponti. Ringraziando Dio non gli succede niente, fino a quando non lo vede una prostituta che chiama la Polizia.

I poliziotti accorrono ma, abituati a ben altro tipo di segnalazioni, non sanno bene cosa fare. Con l'aiuto della donna scoprono che si chiama Mattia, ha 4 anni e sta cercando suo papà. Il cognome non si capisce e quando gli chiedono dove abita risponde "vicino alla fermata del tram". Si ricorda però il nome del suo asilo e domani lo accompagneranno lì. Per questa notte in Questura dormirà sul divano dell'ufficio del comandante, avvolto in una coperta.

Il giorno dopo una poliziotta lo porterà all'asilo, dove le diranno che il bimbo abita con la nonna e il papà, la poliziotta con bimbo si recano subito lì. La nonna e il padre appena scorgono Mattia scoppiano a piangere. Il padre fa un lavoro notturno e il bambino era scappato dalla nonna che dormiva. Il bimbo era venuto a cercarlo senza sapere dove andare e si era perso.

Convocati a razzo al Tribunale Minorenni, il padre spiega la sua storia: ha avuto il figlio in Puglia da una donna extracomunitaria che poi glie l'ha lasciato e se ne è andata via. Disperato, l'uomo, un tipo semplice, era venuto su al nord dalla madre. Mentre lui lavorava di notte lei l'avrebbe tenuto. Entrambi adoravano Mattia e avrebbero fatto tutto per lui. No, non lo aveva mai fatto prima di andarsene nel cuore della notte.

I giudici in camera di consiglio decidono di soprassedere e di non intervenire se non in forma leggera, con mille raccomandazioni e una ramanzina. Non è il caso di sanzionare quella che è stata una leggerezza, anche se poteva dare conseguenze gravi, ci saranno in futuro comunque controlli a caso. Tutto è bene quel che finisce bene.

Sentirsi come quel bambino. Andare per il mondo alla ricerca di chi vuoi bene, senza sapere nulla. Perdersi.

lunedì 28 ottobre 2024

COLLETTIVO BALTAZAC

La settimana scorsa dopo tante mail e telefonate si è concretizzato il COLLETTIVO BALTAZAC. Finalmente.

Il Collettivo Baltazac riunisce tre scrittori che si sono conosciuti su Quora: Francesco Baldessari , Luca Tartaro e Angela Zaccheroni e che hanno deciso di aiutarsi a vicenda per pubblicare le loro opere letterarie, correggendosi stimolando editando e vedendo come concretizzare. E la settimana scorsa tutti e tre hanno pubblicato le loro ultime "fatiche" (è il caso di dirlo visto l'età attempatella) su Amazon. I libri costano tutti euro 15.60 per la versione cartacea e 3 per quella digitale

Il primo ad essere citato è il nostro decano Francesco Baldessari che ha scritto la sua autobiografia, "Sbirciando dalla finestra mentre gli altri fan festa", il lungo viaggio che l'ha portato dal Veneto al Giappone

BALDESSARI, FRANCESCO: Amazon.it: Kindle Store

Poi il vostro affezionatissimo, Luca Tartaro, che si è buttato in un romanzo storico sulla Milano dei primi dell'800, "La canapa e la croce", quando i soldati di Napoleone saccheggiavano le chiese.

La canapa e la croce

E infine lei, Angela Zaccheroni, che non solo ha rivisto e corretto tutti gli scritti, ma si è pure lanciata in una favola sottomarina, "La bellezza invisibile", dove ha esplorato le creature misteriose del mare. Senza confini. "Da qualche parte c'è una tribù che ci aspetta."

LA BELLEZZA INVISIBILE

A voi la scelta, sostenete il Collettivo Baltazac 😀.

E grazie a Quora che ci ha fatto incontrare 😊. Se poi qualcun volesse entrare a far parte del collettivo perché vuol pubblicare qualcosa ci contatti, porte aperte!

sabato 26 ottobre 2024

PIATTI POVERI

Nonna e nonno mi parlavano che da piccoli (inizio '900) c'era molta fame. "Strano -pensavo io- eppure stavano in campagna", che io da bambino immaginavo opulenta, piena di bestie e cibo.

Ahimè, la realtà era molto diversa, al punto tale che oggi tutti noi, col Super vicino a casa, facciamo fatica ad immaginarla. "Tre cose avevamo noi in campagna, freddo d'inverno, caldo d'estate e fame tutto l'anno". Quando sento parlare di rivolte contadine avverto dietro tanta rabbia e povertà. Non sottovalutiamo la campagna, per favore, veniamo tutti da lì (letteralmente, "uomo" deriva dal latino "humus", terra)

Vabbè, sto divagando. Torniamo al tema dei piatti poveri. Questi tre mi erano rimasti impressi. Sono talmente povera cosa che in internet si trova poco o nulla. Eccoli

1. il PES DE GUERA (pesce di guerra) per invogliare i bimbi a mangiare si presentavano le poche cose che si potevano mettere in tavola in maniera divertente, per esempio componendole a forma di pesce e magari inventando una storia. Sembra che la mia bisnonna fosse bravissima ad inventare racconti che "nutrivano" la numerosa prole. Oggi ho visto che esiste un piatto analogo, che si chiama pesce finto, chissà se è la stessa cosa.

2. la BRODA DEL NEGUS. Questa me la raccontava mio nonno, che da soldato semplice voleva come tanti una buona tazza di caffè, alimento all'epoca però raro e prezioso. Lui e i suoi compagni commilitoni allora che facevano? Accendevano un fuoco e scioglievano in un pentolino di acqua calda un cucchiaio di marmellata. Si otteneva una brodaglia scura chiamata la Broda del Negus che assomigliava al caffè, malgrado il sapore fosse molto diverso. Ma quei soldati erano ragazzi così semplici che si accontentavano.

3. torniamo alla campagna. Quando i bambini gridano per la fame niente di meglio che una bella fetta di pane ma c'erano vari problemi. e il primo pareva insormontabile. Il pane quando c'era era durissimo, secco, immangiabile e i piccoli rischiavano di farsi male ai dentini. Allora le zie ricorrevano al PANECOTTO, vale a dire lasciavano il pane ore ad ammorbidirsi nell'acqua. Poi ti davano quello, il panecotto, e se eri bravo ci strofinavano sopra burro o pomodoro o una spolveratina di zucchero (lusso). Altro che merendine, madames e monsieurs. Le mamme, che per i bimbi non avevano mai fame, si limitavano a bere l'acqua del panecotto.

Non so se c'entra, ma mi fido più di uno di campagna che di uno di città.

mercoledì 23 ottobre 2024

SU INTERNET CI SONO FORUM SPECIALIZZATI SU TUTTO, CHE SENSO HA QUORA?

Quando ero piccolo in casa avevamo una sorta di enciclopedia per bambini, "Conoscere" della Fratelli Fabbri. Si parla degli anni '60 del millennio scorso. Cretaceo quindi.

In altre case vedevo che c'era la loro rivale, i "Quindici". Ogni boomer sa di cosa sto parlando e una furtiva lacrima gli spunta nell'occhio. Erano enciclopedie per bambini, molto economiche (le prime vendite erano porta a porta) e alla portata di tutti.

Torniamo a "Conoscere", che da bambino io ho divorato. Passavo i pomeriggi a sfogliare e leggere i loro volumi enciclopedici e riccamente illustrati. Che avevano una strana caratteristica: non erano sistematici. Ogni due pagine l'argomento cambiava: si passava dai delfini alla scoperta del fuoco all'analisi di un capolavoro artistico alla Polonia alle leggi della matematica etc. Non ci si annoiava mai. Era bello sapere tutte queste cose sul mondo.

Ho avuto tra le mani anni fa qualche volume e l'ho sfogliato curioso. "Chissà se provo le stesse emozioni di bambino". Ahimè son rimasto deluso. Certo le pagine sono scritte semplici e bene, ma troppa acqua è passata sotto i ponti e alcune voci, soprattutto le scientifiche, erano veramente molto antiquate, quasi ridicole.

Eppure a "Conoscere" io devo un pensiero incrollabile, valido ancora oggi: la vera cultura è eclettica, la conoscenza è vasta. La eccessiva specializzazione non è cultura, Se vuoi avere una visione del mondo, non puoi limitarti al tuo orticello. Se vuoi capire e amare il mondo bisogna espandersi, guardare aldilà.

Ecco perché a me oggi piace Quora, in cui a volte ritrovo le stesse sensazioni di bambino. Quora non si limita: le dissertazioni di Heisenberg sulla fisica (di cui non so nulla) o di Francesco Baldessari sul Giappone (ancor meno) o di Francesco J. Galvani sul marketing (terra ignota) o di WANDERER VINCI sull'est (una voce dall'interno) e tanti altri mi affascinano, aprono nuovi orizzonti, nuove porte.

Ne ho bisogno.

domenica 20 ottobre 2024

COME COMPORTARSI

Questo dilemma mi ricorda una esperienza "rischiosa" da me vissuta in Tribunale. Quando le prime volte affiancai i magistrati come giudice onorario, non sapevo bene come comportarmi durante le udienze. Essendo poi un mondo molto formale, non volevo ovvio fare brutte figure ma neanche sapevo bene che cosa fare.

So che ci sono libroni alti così sulle "Procedure" da seguire durante nelle aule ma sono libroni e non avendo io una cultura giuridica ma da psicologo ovviamente non li conoscevo. Che fare allora? Come vestirmi, cosa dire o non dire, come muovermi?

So che sembrano discorsi poco da maschio alpha ("sono fatto così!"), che impone se stesso in ogni circostanza, ma ci sono contesti che esigono prudenza e se vi sembrano paturnie (le donne mi sa che mi capiscono meglio), in un certo senso vi invidio, vuol dire che non avete mai vissuto certi momenti. Ma vi assicuro che possono essere molto imbarazzanti. E' un po' come il primo giorno di lavoro, non sai bene cosa accadrà quando entri in un posto nuovo.

Ricordo che qualche notte prima, scervellandomi sul grande ignoto che stava per arrivare, arrivai ad una conclusione: mi comporterò come i bambini di Piaget!

Jean Piaget (1896 -1980) è un notissimo psicologo e pedagogista svizzero che ha studiato il comportamento dei bimbi piccolissimi. Fu lui a scoprire le fasi dello sviluppo mentale ed è autore di libroni che in Università ho studiato volentieri. Rimando a Wikipedia Jean Piaget - Wikipedia

Ebbene, Piaget si era accorto guardandoli di una cosa: che I BAMBINI PRIMA IMITANO E POI CAPISCONO quello che stanno facendo i "grandi". Lo fanno automaticamente, senza malizia, con fiducia, imitano i grandi senza capire granché di quel che fanno (ecco perché bisognerebbe sempre comportarsi bene con i bambini presenti, poi ti imiteranno, giusto o sbagliato che sia)

"Farò come quei bambini, in Tribunale imiterò senza capire i "grandi" fino a quando mi sentirò sicuro e svilupperò uno stile mio". Così ho fatto. Guardate, sembra una stupidata ma è un pensiero che mi faceva stare meglio, mi de-responsabilizzava e che mi è sempre servito quando entravo in posti nuovi. Dovevo solo stare attento, molto attento, a cosa facevano gli altri e adeguarmi.

(Jean Piaget approva)

giovedì 17 ottobre 2024

I CORVI

Sono più che intelligenti, sono attenti. A Milano esiste un negozio in cui il proprietario tiene un corvo a bella vista vicino all'uscita. E' molto pittoresco e amato dai bambini ma ha il suo perché. Ogni volta che un cliente si avvia verso l'uscita, il corvo si avvicina, gracchia e chiede "Hai pagato?"



mercoledì 16 ottobre 2024

I QUATTRO CAVALIERI DELL'APOCALISSE

(uno scritto che posto solo qui e che non divulgo per il suo terrorizzante contenuto)

Quali sono i sintomi peggiori che porta la malattia della sclerosi multipla? Tutti i sintomi sono brutti, intendiamoci, ma questi secondo me sono i peggiori.

1.DEBOLEZZA MUSCOLARE una lenta perdita di forze che porterà  nei casi più sfortunati nel giro di qualche anno alla sedia a rotelle. Tutti hanno orrore della sedia a rotelle. Ecco il motivo di tanta fisioterapia, indurirsi ogni giorno.

2.INCONTINENZA. Sintomo sottovalutato dalla classe medica (in effetti in sé non è molto "pericoloso", c'è di peggio) è invece esiziale per la vita sociale, lavorativa, affettiva. La vergogna che si porta dietro questo sintomo è qualcosa di indicibile. Qualche volta si vince, qualche volta si perde.

3.TRIGEMINO: io ne ho sofferto per mia fortuna poche volte, ma ho capito perché lo chiamano "il dolore del suicidio". Il dolore è talmente grande ma la cosa più brutta è che pare causato da tutto, qualsiasi stimolo, anche la semplice luce accesa e l'aria ti recano dolore, Si può stare solo al buio senza fare nulla.

4.DEPRESSIONE. Indovinate qual è la malattia al mondo con il più alto tasso di depressi? Bravi, indovinato. Infarti, cancro, Alzheimer e altri stanno dietro. Una volta tanto primi. Quante lacrime, quanti "non ce la faccio più", quanti "non ha più senso vivere". Come faremo a fermare questo mare di lacrime? Vivendo.

Per cui io mi sveglio la mattina e mi chiedo: quale di questi Quattro Cavalieri mi verrà a trovare oggi?





lunedì 14 ottobre 2024

BLOCCARE O NO?

Durante un comizio a Parigi del Generale De Gaulle, un fan gridò "morte agli imbecilli!"

Al che lui replicò "programma troppo ambizioso"

Memore del Generale, io ignoro.



domenica 13 ottobre 2024

COSA PIACE ALLE DONNE

Tempo fa venne una amica a casa mia e, tra una chiacchiera e l'altra, le dissi che mi sarebbe piaciuto spostare i mobili della sala per avere più spazio, perché ci fosse una visione diversa, per comodità etc.

"Sono d'accordo. E quando lo fai?"

"Boh. Magari un giorno chiamo 100 boy scout e faccio tutto come mi aggrada."

"Ho capito. Senti Luca, ora vai nell'altra stanza al computer."

"Perché?"

"Così stai bello tranquillo. Mi raccomando non ti muovere."

Andai di là, mi misi al computer e lei chiuse la porta. Dopo pochi minuti iniziai a sentire dei rumori BROOM! SKREEEC! SGUISH! BADABAM! Passarono altri minuti, lei riaprì la porta e disse di venire a vedere. Andai in sala e i mobili erano stati spostati e messi come volevo!

"Ti piace?"

"Sì, bello, ma hai fatto tutto da sola?"

"Certo, che ci vuole."

Era qualcosa che ho notato altre volte. Non so perché, ma alle donne spostare i mobili in casa piace. Ci sono donne che lo fanno ogni anno, gli uomini sono molto più torpidi e restii ai cambiamenti. Le donne no. Anche se i mobili sono pesanti e immobili da centinaia d'anni non importa. Anche se a te, povero ometto, sembra che insomma lasciamo le cose come stanno, va bene così, nulla può opporsi in casa alla loro forza rivoluzionaria.

BRUTTI MOMENTI

"Oh Luca, son disperato. Ayudame por favor. Ayudame…"

"Cosa c'è Pedro?"

"La mia mujer mi ha lasciato dopo tanti anni, ha trovato un altro uomo e adesso vive con lui. Vuole chiedere il divorzio."

"E tu?"

"Soy desperado. Sono uscito de casa e dormo dagli amici sul divano. Piango toda la noche."

"Mi spiace. Ci sono passato anch'io. Sono momenti terribili."

"Voglio morire, Luca. Dopo tanti anni… Ho dato tutto, tutto a quella donna e adesso non ho niente, non mi è rimasto più niente…"

"Avete figli?"

"Sì, due. Un maschio di 10 anni e una femmina di 8."

"Allora bisogna andare avanti per loro, per loro non ti puoi lasciare andare. E' un lusso che non ti puoi permettere, Pedro. Devi dimostrare ai tuoi figli che il loro padre è un uomo, che va avanti nonostante tutto."

"Ma io piango toda la noche, Luca."

"Piangi pure, Pedro, piangi tutte le lacrime del mondo. E' giusto piangere in questi momenti. Ma davanti ai tuoi figli resisti."

"Ayudame Luca, che posso fare?"

"Ti do un consiglio Pedro: lavora, lavora tanto, lavora sempre, cento ore al giorno. Quando lavori non pensi. La cosa peggiore che puoi fare adesso è stare a casa a riflettere, poi ti arriva la malinconia e magari fai delle stupidate."

"Va bien, Luca. Ho già due lavori. Per qualche mese prenderò tutti i turni."

"Bravo. Ricorda Pedro, due sono le cose importanti adesso, il tuo lavoro e i tuoi figli. Quelle sono le uniche cose che hanno valore. Tutto il resto non conta. Altre donne poi arriveranno, magari migliori, e inizierà il secondo tempo della tua vita."

"Il secondo tempo della mia vita, mi piace, va bien."

"Pedro, tu sei un hombre. Ma adesso è arrivata la tempesta e occorre affrontarla da hombre vertical."