COME ENTRARE NEI SOGNI
All’inizio
c’era un teatro vuoto. Sul palco non c’era nessuno, silenzio, le assi di legno
del pavimento aspettavano qualcuno che ci camminasse sopra.
E anche in
platea eravamo in pochi, sparsi qua e là. Non siamo in tanti, non possiamo
essere in tanti. Ma siamo tutto ciò di cui ho bisogno, questo teatro è nato per
loro.
Poi sono
arrivati gli attori coi loro costumi, che dopo essersi inchinati hanno messo in
scena la mia vita. Come era strano rivedersi, sapere amaramente quello che
sarebbe successo dopo. Rivivere gli sbagli, i successi, le lontane origini di
tutto. Fumavo nervoso una sigaretta nel ritrovarmi (nel mio teatro si può) e a
volte pensavo “No no, non così! Perché nessuno mi ha avvisato?” ma tutto
proseguiva inesorabile. Un fiume d’oro attraversava il teatro e le sue ombre.
Si riversava sulla platea, mi bagnava i piedi.
E poi sei
arrivata tu, che ti sei sdraiata languida sul letto dell’amore. Un pomeriggio
estivo, un vento tiepido, un fiore. Le donne non si rendono conto della loro
forza in quei momenti. Mi guardavi con le braccia alzate e la testa sul
cuscino, aspettando una parola da me. “Dimmi Ti Amo per favore, ne ho bisogno”.
Ecco, come
un’ape sei entrata nei miei sogni. E non andrai più via.
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