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giovedì 23 febbraio 2017

COME ENTRARE NEI SOGNI

All’inizio c’era un teatro vuoto. Sul palco non c’era nessuno, silenzio, le assi di legno del pavimento aspettavano qualcuno che ci camminasse sopra.
E anche in platea eravamo in pochi, sparsi qua e là. Non siamo in tanti, non possiamo essere in tanti. Ma siamo tutto ciò di cui ho bisogno, questo teatro è nato per loro.
Poi sono arrivati gli attori coi loro costumi, che dopo essersi inchinati hanno messo in scena la mia vita. Come era strano rivedersi, sapere amaramente quello che sarebbe successo dopo. Rivivere gli sbagli, i successi, le lontane origini di tutto. Fumavo nervoso una sigaretta nel ritrovarmi (nel mio teatro si può) e a volte pensavo “No no, non così! Perché nessuno mi ha avvisato?” ma tutto proseguiva inesorabile. Un fiume d’oro attraversava il teatro e le sue ombre. Si riversava sulla platea, mi bagnava i piedi.
E poi sei arrivata tu, che ti sei sdraiata languida sul letto dell’amore. Un pomeriggio estivo, un vento tiepido, un fiore. Le donne non si rendono conto della loro forza in quei momenti. Mi guardavi con le braccia alzate e la testa sul cuscino, aspettando una parola da me. “Dimmi Ti Amo per favore, ne ho bisogno”.
Ecco, come un’ape sei entrata nei miei sogni. E non andrai più via.



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