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giovedì 31 gennaio 2019

IL CORAGGIO NON PASSA MAI DI MODA

"Prima gioco un po' con te, poi ti mangio, d'accordo?"
"Non mi fai paura, stronzo!!"
"Che caratterino..."
"Sono piccolo ma cattivo!"

mercoledì 30 gennaio 2019


MISTER, CHE ESERCIZI DEVO FARE?

Come capita a tanti, da ragazzo in quartiere mi iscrissi ad una Palestra.
Diventare il forzuto del circo no, ma almeno non essere una pappamolla dài, restare in forma. Non sono mai stato un grande sportivo ma se non le fai a 20 anni queste cose quando le fai?

Ci andavo tre volte ogni settimana ed è durata almeno un annetto. Ricordo che mentre facevo gli esercizi ero circondato da ragazzi palestratissimi, piccoli Rambo, per loro i muscoli erano diventati un’ossessione.
Parlavano sempre di integratori e attrezzi, discorsi che trovavo un po’ noiosi. Però mi ricordo che una cosa l’ho imparata.

Uno di loro un pomeriggio andò tutto baldanzoso dall’istruttore e gli chiese: “Mister, ma quest’estate in spiaggia che esercizi devo fare? Voglio tenermi bello tonico!”

Combinazione quel giorno in Palestra eravamo tutti maschi. L’istruttore lo guardò stranito e poi sbottò: “TU IN SPIAGGIA NON DEVI FARE UN CAZZO DI ESERCIZI! QUESTA ESTATE TU E TUTTI GLI ALTRI DOVETE TROMBARE! TROM-BA-RE!! CAPITO, TROM-BA-RE!"
"Ma Mister..."
"E’ ADESSO CHE DOVETE SUDARE! ORA! ORA, AVETE CAPITO TUTTI?”

Poi si guardò minaccioso in giro, tutti abbassarono la testa e in silenzio si impegnarono allo spasimo.
Figa, come ci ho dato dentro quel giorno!



domenica 27 gennaio 2019


KETCHUP

All’ora di pranzo, i rudi operai dell’800 che nelle praterie costruivano le ferrovie americane si facevano servire come camerieri dai cinesi.

Poveretti, non solo come lavoratori dovevano sgobbare, poi dovevano pure servire i “bianchi”. Il razzismo, noto con amarezza, esiste da sempre.
Però bisogna ammetterlo, come cuochi ci sapevano fare. Questi cinesi servivano piatti buoni e saporiti, che andavano a ruba. Erano abbondanti e ricoperti da una squisita salsina rossa a base di pomodoro, cipolla e spezie.

Ma come si chiamava questa delizia? “Kesiap! Kesiap!” ripetevano i cinesi, termine che poi diventerà la famosa salsa ketchup (una delle poche parole comuni a non avere origini occidentali).
La verità emerse molti anni dopo: i cinesi dovevano cucinare e mangiare prima dei bianchi, poi radunavano gli avanzi e li ricoprivano di kesiap, che aveva un sapore molto forte e nascondeva il tutto.

Lezioni che ricavo da questa storiella:
1) la mia diffidenza odierna per certi ristoranti ha origini antiche, come il razzismo
2) ma la storia (anche con la esse minuscola) può insegnare qualcos’altro su questo fenomeno
3) guai infatti a credersi superiori e più furbi degli altri, se la penso così il rischio è grosso. Verrò fregato senza manco saperlo e mangerò avanzi. Sai le risate.
4) il razzismo non è una buona cosa insomma, spesso si ritorce contro chi lo usa, forse è meglio essere tolleranti
5) bisogna quindi aprire i porti, frontiere etc? Esiterei, ma alla fine la mia risposta sarebbe sì. Soltanto con una buona integrazione e senza rinchiudersi potrà esserci un futuro migliore per tutti. Mi tireranno addosso di tutto naturalmente ma ne resto convinto.




giovedì 24 gennaio 2019

PIU' SUDERAI, MENO SANGUINERAI

Dacci dentro, amico, lo sai che è un mondo difficile


martedì 22 gennaio 2019


LA ZINGARELLA

Una vecchina si aggira tra i banchi del mercato. Compara i prezzi di peperoni e zucchine, come ogni giorno fanno tante massaie.
Lestamente, una zingarella di 14 anni le ruba dalla borsetta gli occhiali.
La vecchina se ne accorge e li rivuole indietro, ma la zingarella chiede 20€.
La vecchina piange, 20€ non li ha, ma la zingarella è inflessibile, vuole i soldi e subito.
Disperata, la vecchina ferma un signore per strada, gli spiega la situazione e gli chiede 20€ per gli occhiali.
Tu che fai?

1.Tiri fuori 20€, le dai un'occhiataccia e riprendi gli occhiali
2.Ti incazzi come un pitone e meni la zingarella
3.Chiami i Carabinieri e la fai arrestare
4.Non ti impicci e te ne vai
5 Altro…

Tocca a te.



domenica 20 gennaio 2019


RIUSCIREMO A VEDERE L’INVISIBILE?

“Poche palle Gaetano, io credo solo a ciò che vedo. A quello che posso toccare.”
“Allora ti chiamerò Tommasina, bella mia, che non ci crede finché non ci ha messo il naso.”
“Pigliami pure per il culo ma per me è così. Del resto, come fai a vedere qualcosa di invisibile?”
“Cara la mia Tommasina, i pittori italiani del Rinascimento, quelli bravi, ci riuscivano. Erano capaci di disegnare un paesaggio visto dal vetro di una finestra e farti capire che c’era un vetro, tu saresti capace?”
“Uhmmm... e chi lo sa? Magari mettevo qualche bagliore. Del resto un paesaggio dipinto è uguale se visto attraverso una finestra o no.”
“Questo lo dici tu, cara Tommasina. Provaci e poi mi dirai. I pittori riescono a farti vedere anche l’invisibile, i colori delle ombre.”
“Però....però si può toccare il vetro, non si vede ma è bello solido. Prova a sbatterci contro. Io parlavo di qualcosa di invisibile e che non si può nemmeno toccare. Il tuo argomento non è valido, ciò che è invisibile per me non esiste.”
“Sono tante le cose invisibili e intoccabili di cui non dubitiamo l’esistenza.”
“Dimmene una, Gaetano.”
“La forza di gravità. La forza invisibile e molto potente che fa cadere tutto, la gravità vince sempre.”
“Ma quella è una legge fisica con motivi speciali che vale in tutto l’universo! Non è una novità. Altro?”
“Il tempo, il tempo che passa invisibile. Non puoi toccarlo, non puoi vederlo ma c’è. E con lui tutti i personaggi storici. Dubito che tu consideri Alessandro Magno un personaggio di fantasia.”
“Gaetano bello, cos’è la storia, se non una favoletta su cui tutti si sono messi d’accordo? Io voglio che mi mostri qualcosa di invisibile con prove indubitabili.”
“Qualcosa di invisibile che esperimenti ogni giorno ci sarebbe...”
“Quale?”
“Il pensiero. Non lo vedi, non lo tocchi, Tommasina, ma anche tu sai che c’è. E' impossibile non pensare. Provaci. Dal profondo della tua mente sorgerà sempre un pensiero.”
“E tu, caro il mio Gaetano, mi sa che sei afflitto dalla malattia del pensare. Pensi troppo a queste cavolate, pensa piuttosto a come goderti la vita.”
“Giusto, Tommasina, godermi la vita. Parliamo dell’amore allora? E’ un legame invisibile tra due persone, anche se sono lontane è un filo impalpabile ma resistentissimo, che lascia il segno.”
"L'amore?"
“L'amore. Io lo sento quando c’è amore nell’aria, ho un dono, me ne accorgo dagli occhi di una persona. Non mi scappa. Una persona quando ama ed è amata ha uno sguardo speciale. A proposito Tommasina, fammi un po’ vedere i tuoi occhi...”






COSI’ E’ LA VITA
(un dialogo sottovoce)

“Uè Luca, come va?”
“Ciao Corrado, vecchio amico, tutto bene. E a te? Ti vedo un po’ giù.”
“Cazzo, questa settimana ho perso per sempre la rumena.”
“Chi?”
“Quella prostituta da cui andavo un paio di volte al mese.”
“Ah sì, mi avevi fatto vedere le foto. Bella topolona.”
“Quante ne abbiamo combinate. Io, lei e un po’ di farina magica e la festa era assicurata.”
“E perché l’hai persa?”
“Si è fidanzata e il tipo l’ha tolta dalla strada. Da un lato mi spiace ma in fondo sono contento per lei. Era brava e carina come persona, spero le vada tutto bene.”
“Ce l’ha fatta, insomma. Non essere triste, Corrado, è normale. Anzi, quell'altra prostituta albanese di cui mi dicevi quando trovava marito cambiava regione per non incontrare ex clienti.”
“Beh dipende. Certo se la rumena restasse a Milano sarebbe dura. Giustamente vuole evitare anche lei di incontrare qualche ex. Non ho capito bene, pare che si sia trasferita a Londra.”
“Azzo, ha cambiato proprio tutto.”
“Quando le ho chiesto se sarebbe tornata mi ha detto tutto e le ho fatto gli auguri.”
“Bravo Corrado, hai fatto bene. E’ lo spirito giusto.”
“Ho perso una fighetta, grande pompinara, ma ripeto sono contento per lei.”
“Se ti ha detto tutto vuol dire che si fidava. Non per tutti sarà stato così.”
“Sì, si fidava. Mi aveva confessato anche che la prima volta che ci siamo visti aveva una paura fottuta ma poi ha capito che la mia era solo eccitazione. Ci vedevamo regolarmente un paio di volte al mese.”
“Già ti manca.”
“Eh, la ricorderò a lungo. Qualche volta eravamo pure usciti ma ha due anni meno di mia figlia e mi sentivo un pedofilo. Quindi ho declinato...”
“E sei tornato un cliente.”
“Esatto. Quindi good luck a lei.”
“That’s life.”
“Very true!”



venerdì 18 gennaio 2019



Scaldami per favore in questo gennaio
il calorifero non basta più
nemmeno le coperte possono qualcosa
se anche il materasso è gelato

Ma quando parli, miracolo,
un fuoco si accende
Basta solo una parola dolce
e tutto si illumina

E mi addormento al caldo
Al caldo, al caldo...


sabato 12 gennaio 2019

LA GABBIA APERTA

Vivere in una gabbia con la porta aperta, ma sentirsi comunque imprigionato perché non hai la forza per uscire. Oggi mi sento così.



domenica 6 gennaio 2019

I DOLCETTI DEL BEFANO

Una donna attempata una volta mi confessò sconsolata: “è da qualche tempo che il 6 gennaio non ricevo più i soliti scherzi simpaticissimi sulle befane. Non vorrei essere ritenuta ora una di loro.”

Ne avevo dedotto ai tempi che forse allora è meglio farli (senza esagerare ovvio), tanto le donne sanno bene che la pensiamo all’opposto ed è solo un gioco.
E adesso che invecchiando, conciato come sono, mi avvicino anch’io pericolosamente al “non diciamo niente sennò si offende”, ho deciso di giocare d’anticipo. E che cavolo.

Ho lasciato sul davanzale interno una ciotola piena di caramelle con un bel cartello propiziatorio: “I DOLCETTI DEL BEFANO LUCA”
Accorrete, bambini del condominio! Guardate cosa vi porta il befano Luca. Solo per oggi!
Un po’ di dolcezza prima di tante amarezze.