LA
M DI MORE
“Ciao Luca, hai sentito che
caldo? Come sta la gattina?”
“Ciao bella vicina, non so dove
sia. Sarà nascosta da qualche parte. Però se vuoi conosco un trucco per farla
saltare fuori dal nascondiglio.”
“Agitare le crocchette?”
“No no, piuttosto versale
dell’acqua fresca nella ciotola. Plin plin.”
“Giusto, con questo caldo…”
“Mao!”
“Eccoti qua. Ciao More, fatti
vedere. Che bella, Luca, che è diventata la tua gatta. Si vede che è nel fiore
della vita.”
“Mao!”
“Eccoti l’acqua, tesoro. Luca, ti
sei accorto di una cosa di lei?”
“Cosa? Dimmi.”
“Ti sei accorto che la tua gatta ha
una M sulla fronte?”
“Davvero? Fa vedere…ma sì, hai
ragione! Come ho fatto a non vederla prima? Ha la M di More dipinta sulla fronte!”
“Beh, non proprio di More. Alcuni
gatti hanno la M, ce l’aveva anche una delle mie. Vuol dire che discendono da
una gatta speciale.”
“Quale gatta?”
“La sua bis bis bis bis nonna,
che stava nella grotta dove nacque Gesù Bambino.”
“C’erano già i gatti in
Palestina?”
“La Palestina è piena di gatti,
non lo sai? Sono originari di quelle parti, del resto la parola soriano deriva proprio
da siriano.”
“Ah, non sapevo. E chi era quella
gatta nella grotta?”
“Una gatta normale, nulla di
speciale. Però aveva un gran cuore e si accorse che per riscaldare bene Gesù
Bambino forse il bue e l’asinello non bastavano. Allora quella gatta salì sulla
culla e si accucciò vicino a lui, per tenergli caldo con il suo manto.”
“More, non mi avevi detto che tua
nonna aveva conosciuto Gesù Bambino.”
“Mao.”
“La prossima volta che allestisco
un presepe allora metto anche un gatto. Ma sarà vera questa storia?”
“Certo, c’è la prova. La Madonna,
per ringraziare la gatta, la accarezzò e le scrisse con il dito la lettera M
sulla fronte. Un segno che sarebbe rimasto a tutti i suoi discendenti.”
“More, ma… ma allora tu sei una gatta
preziosa. Conoscevi già questa storia?”
“Mao.”
“Mio Dio, chissà quante storie hai
da raccontarmi.”
“Mao!”
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