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domenica 31 luglio 2016

IN-BAR-RAZZISMI
“Chisto caffè è ‘ na monnezza.”
“Uèla, sei napoletano?”
“Di Napoli, per l’esattezza. Chi dice che è napoletano di solito viene da fuori.”
“Allora sai fare la pizza, sai suonare il mandolino e balli la tarantella.”
(sospira) “Senti polentone, io ti voglio bene ma la pizza la mangio solamente, mai ho toccato un mandolino in vita mia e non so ballare la tarantella. Figur’ti.”
“Ma che napoletano sei?”
“Verace. Vengo da Mergellina, guagliò. Ma tu sei... sei di Milano?”
“Certo. Non si sente?”
“Ma Milano-Milano?”
“Ommadonna, questa volta tocca a me sospirare. Io sono di Porta Ticinese.”
“E che è?”
“Un quartiere popolare.”
“Ah, ‘nu rione. E’ la prima volta che vedo un milanese dal vero... Ma è vero che voi milanesi siete tutti ricchi, non tenete cuore e votate Berlusconi?”
“Guarda, al massimo ne hai indovinata una. Per il resto N.C.S.!”
“E che vulite significa’?”
“Non Ci Siamo, pirletta! Ma voi ci vedete così?”
“Tenevo una zia che era stata a Milano…Che brutte storie raccontava. Ma toglimi uno sfizio, ma a te veramente piace la nebbia?”
“Perché no?”
“Oggesù, ma allora è vero. Sono spiaciuto assai, poveretto.”
“Compatito da un napoli, adesso le ho viste proprio tutte. Dai, ti offro il caffè.”
“Ringrazio assai ma qui no, non è bbuono.”
“Ma è un bar tra i migliori del centro!”
“Cumpà, vieni a casa mia che mamma mia ti fa il caffè, ma quello vero. E dopo scendiamo a cattà li taralli! Stavolta offro io.”,
(arriva un terzo) “Aò, ho sentito che quarcuno offre! Che se magna?”
“E’ arrivato o’ malamente.”
“Vabbè ho capito. Vi lascio, che devo andare a lavorare. Oh ragazzi, se non ci vediamo più…auguri!”

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