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domenica 31 gennaio 2016

ACCA’ NISCIUNO E’ FESSO


Sono rimasto piacevolmente stupito. Sarà che vedo poco la tv ma non mi aspettavoi questa pubblicità con la scritta “mal di testa?” in tante lingue diverse. Uno spot veramente per tutti.
E’ vero. E’ giusto. Condividiamo tutti la stessa biologia, italiani e no. E il serbatoio degli extracomunitari ormai si aggira sul 7% della popolazione ed è un valore che aumenterà in futuro. E una fetta così rilevante del mercato ce la facciamo scappare? Non sia mai, avranno pensato quelli del marketing, adeguiamoci ai paesi più progrediti.
E’ ora di lanciare un messaggio di fratellanza, quella vera. Certo, siamo divisi dalla religione, siamo separati dalle culture, ci scanniamo sulla guerra di civiltà. Ma siamo uniti dal mal di testa.

venerdì 29 gennaio 2016

Oggi sono entrato nello staff lavorativo di questo centro a Milano, un gruppo di professionisti molto in gamba. Come si suol dire, un piccolo passo per l'umanità ma un grande passo per me. A volte essere condannati all'inferno della Partita Iva ha un suo perché.

http://www.centroumanamente.it/

mercoledì 27 gennaio 2016

L’AGGUATO

“Ti ho mai raccontato del mio maestro di spada cinese?”
“No! Veramente? Un maestro di spada?”
“Ed era il migliore nel suo campo, ti assicuro. Ne avevo sentito parlare e un giorno mi presentai alla sua porta. Lo supplicai di prendermi come allievo, volevo imparare l’antica tecnica.”
“Come nel film Kill Bill!”
“Un po’, però successe tanto tempo fa. Dopo tante insistenze mi accettò come suo allievo ma dovevo accettare tutte le sue condizioni.”
“Erano molto severe?”
“Mi disse che l’allenamento sarebbe stato quotidiano e imprevedibile. Accettai tutto. Gli chiesi quanto tempo ci sarebbe voluto per diventare come lui. Cinque anni, mi rispose. Ma io volevo applicarmi profondamente, esercitarmi sempre! Quanto ci sarebbe voluto in questo caso? Dieci anni, mi disse.”
“Stava biasimando la tua impazienza.”
“Sì, il maestro sapeva sempre come ricondurmi a terra. Ma da quel giorno non solo mi insegnò tutte le tecniche di combattimento, mi tendeva anche continuamente agguati. In ogni momento poteva balzare fuori e colpirmi.”
“Perché?”
“Perché voleva che sviluppassi la mia vigilanza. La tecnica è nulla se non c’è la vigilanza. E in effetti guarda, bastò ben poco tempo per imparare la lezione. Vivere in uno stato di continua allerta rese il mio stato mentale vigile, lucido come non ero mai stato. Divenni duro come il legno. Sai qual era il suo nascondiglio preferito?”
“Dietro le porte?”
“Sotto i tavoli. Poteva colpire in ogni momento e se riusciva a farmi cadere a terra aveva vinto e mi toccava accettare i lavori più umili.”
“Che stress però.”
“No, non era uno stress inutile. Dovevo prevedere tutto, mi obbligava a pensare. Anche all’impensabile.”
“Almeno mentre dormivi ti lasciava stare, spero.”
“Non ti illudere. Ricorderò sempre quella notte in cui nel dormiveglia mi grattai distrattamente il naso. Proprio in quel momento mi balzò addosso cercando di artigliarmi! Mai tranquillo insomma.”
“Forte questo tuo maestro di spade! Che uomo che era!”

“Non era un uomo, era un gatto."

martedì 26 gennaio 2016

FARE LE FUSA

Chi ha un gatto lo sa. Ogni tanto, quando vuole e a suo insindacabile giudizio, la piccola tigre si avvicina e chiede le coccole. Ti stuzzica, si mette in mezzo fra te e quello che stai facendo, ti tocca, ti blocca sedendosi con sublime indifferenza proprio sulla mano o sul petto.
Qualche volta addirittura si volta a pancia all’aria e ti fissa con occhi imploranti. Voglio te, voglio le tue carezze. Arrenditi.
Impossibile allontanarla anche se sei impegnato, ritornerà senza dire nulla, instancabile. In quei casi ho imparato che è meglio interrompere il mio importantissimo lavoro e dedicarle due minuti di intensi grattini e parole dolci. Spesso sono più che sufficienti, dopo aver ottenuto quello che vuole se ne va via, elegante e altera.
I gattini poi (la mia More ha appena compiuto 6 mesi) dicono siano particolarmente esigenti e non si fanno scrupoli nel chiederti tante carezze. Bella bambina incontentabile e affettuosa, vieni qui.

Ma non si pensi che lo scambio sia a senso unico, con l’umano ridotto al ruolo di grattugia e coccolatore vivente. No, anche il micio dà qualcosa in cambio: fa le fusa.
Cosa sono le fusa? E’ una sorta di vibrazione, come se avesse un motorino interno. Una vibrazione calda e pelosa molto gradevole, lo ammetto. Non ho mai incontrato persone a cui non piacessero le fusa. Allergica, diffidente o che detestava i gatti perché ritenuti opportunisti e ruffiani, sì. Ma le fusa univano tutti.
O forse sono io quello nevrotico, quante volte mi è capitato di arrendermi davanti a te. Ma sì, hai ragione tu, cos’è questa frenesia? Meglio rilassarmi un poco prima di ricominciare.

Il fenomeno mi ha incuriosito e ho cercato spiegazioni: ma cosa sono esattamente le fusa? Con mia somma sorpresa, ho scoperto che non c’è una risposta sola, ci sono varie teorie in ballo. Non si è ancora capito bene il meccanismo che le produce per esempio. Il mistero delle fusa.
C’è un ossicino che vibra nel petto? L’aria attraverso le corde vocali? Una vibrazione muscolare? E poi, perché i gatti fanno le fusa? Tutti i felini fanno le fusa? Immagino una grande tigre sopra di me che vibra. Ah, le tigri non fanno le fusa? Nemmeno se innamorate? Peccato.
Sia lode comunque a chi nella preistoria si accorse per primo del fenomeno e selezionò poi i gatti per avere questo effetto. Non so perché ma sono convinto fosse una donna.

Per esempio adesso, vedendomi scrivere questa nota, More ha deciso che dovevo rivedere le mie priorità. Senza far rumore si è intromessa tra me e ciò che stavo scrivendo, e mi ritrovo ad osservare il suo profilo imperiale.
E poi il colpo di grazia, si è adagiata e ha iniziato a fare le fusa. E io non so perché, veramente non capisco ma mi è impossibile allontanarla, sento che commetterei una cattiveria, verso lei ma anche verso me stesso. La vita mi sta dando un regalo, perché rifiutarlo?

Un bel regalo. Tu mi guarisci e sono contento che ci sei. Sei speciale, More, il mondo è più bello se ci sei tu.

venerdì 22 gennaio 2016

IO NON SONO DEMOCRATICA
Io non sono certo democratica. Tu mi lasci stare quando mangio, dormo o sono in bagno ma non ti aspettare da me lo stesso. La tua privacy mi lascia indifferente. Tu dici che ti rispetto poco? Povero illuso, non sono democratica, te l'ho detto.
Sei tu che devi imparare che questo è il MIO territorio, e che qui comando io. E spegni quella musica, per favore. Sai che mi dà fastidio, mi sono evoluta in un mondo silenzioso.
Piantala con queste cazzate del rispetto e della privacy, ciò che conta è la dignità, anche nell'amore. Se mi chiami perché hai bisogno d'amore aspetta pure, caro. Non trattenere il fiato mentre aspetti, ci vorrà il tempo che decido io.
Se avevi dimenticato la dignità ci sono qua io per ricordartela.
E fidati del tuo istinto guarda, è l'unico consiglio che ti do. Forse non sarà la verità, ma ci andrai vicino come non mai. E impara da me a chiedere senza sembrare servile, umano.
"CHI È?"
John Mc Enroe, il famoso tennista, prima di un incontro importante si rilassava strimpellando la sua chitarra elettrica.
Una sera nel suo residence era lì che provava é riprovava l'inizio di Rebel Rebel, fantastica canzone di David Bowie. 
Ad un certo punto suonano alla porta. E chi sarà mai? Era David Bowie in persona! Stava al piano di sotto ed esasperato veniva ad insegnargli come suonare bene il riff iniziale.
A volte gli dei scendono sulla terra. Immagina. Toc toc. Chi è? David Bowie! Gasp! Chissà se il giorno dopo John ha vinto.
Ne ho visto uno proprio stamattina

IL NEOLAUREATO

C'è un dottorino che cerca lavoro
Giacca, cravatta, cappello e la borsa
Mancano i soldi non nuoto nell'oro
Così tutti i giorni mi leggo i concorsi

La borsa è vuota ma è per l'apparenza
Che non si noti la mia inesperienza
Mi guardo allo specchio che cosa é cambiato
Da quando sono: un neo laureato




OGNI SERA

Tra gli aspetti meno gradevoli di avere un gatto c'è sicuramente quello di pulire la lettiera. 
Come tanti che tengono un gatto e lo amano, ogni sera bado a pulire la sabbia dove la micia fa i suoi bisognini. È necessario, altrimenti il gatto -molto sensibile agli odori- rischia di non usarla oppure di beccarsi delle infezioni e sarebbe un guaio (mai provato a dare le medicine a un gatto?).
Setaccio con la paletta il piccolo deserto, tiro su e poi butto nel cestino -mai nel water- cacchine e pallette di sabbia agglomerate dalla pipì. Ammazza, questa micia caga come un leoncino.
Vabbè, che ve lo spiego a fare. Chi lo fa lo sa bene cosa intendo, agli altri fa schifo.

È diventato uno dei rituali che compio tutte le sere, come prepararsi per la notte, pulirsi i denti o controllare che la porta di casa sia chiusa.

Certo, pulire la lettiera non è un lavoro gradevole. Ma ultimamente mi è capitato di pensare che no, non affiderei questo compito ad altri. Non è piacevole ma ha un suo perché. Soprattutto per me, me ne rendo conto. Non è solo l'ennesima conferma del legame profondo che c'è tra me è la micia, è qualcosa di più.

Nel mio lavoro (di cui ho parlato altrove) esiste un rischio serio. Mi chiamano dottore, mi aprono le porte, facile insuperbirsi. Me ne accorgo guardandomi in giro. Alcuni -alcuni, non tutti- vanno in giro quasi con una corona sulla testa, e non va bene. Non va mai bene. Si rischia di perdere il contatto con la realtà, di sentirsi diversi dagli altri e non è proprio vero.

E poi capita che ogni sera si pulisce la lettiera, e si abbassa la cresta. Mi accorgo di essere solo l'umile servitore di una onorevole gattina, altro che il dott.
È il mio Atto di Umiltà serale, l'indispensabile gesto che cura la mia superbia nascente. Chi ti pensavi di essere? Sei come tutti gli altri. Devi solo lavorare, bene e in silenzio.
Per questo lo faccio con scrupolo, setacciando la sabbia con attenzione. Forse vi farà ridere, ma serve anche alla mia anima pulire bene la lettiera del gatto. Un monito che dicono sia anche scritto nella Bibbia, sabbietta eri. E sabbietta ritornerai.

IL SOFFITTO

A volte, quando cado in casa, non provo a rialzarmi subito ma rimango un poco sdraiato per terra. Ne approfitto per riprendere energie, controllo se è tutto a posto, mi riprendo un attimo.

La gatta viene ad annusare e capire cosa è successo. No amore, non è un nuovo gioco. Se ne va presto, sospetto che nel suo mondo la mia sia una malattia da prede.
Inutile aspettarsi aiuto da lei. Importa a qualcuno cosa succede qui e ora? Certo che importa, non fare il Calimero. Però è vero che sono tutti lontani. Una banale disavventura, una scivolata in casa, una prevedibile fatalità.

Avessi il piacevole vizio di fumare sarebbe proprio tempo per una sigaretta. Mi è sempre piaciuto guardare il fumo e le sue volute nell'aria. Silenziose e bianche che ogni volta cambiano, disegni meravigliosi che svaniscono in fretta.

E invece eccomi qui a guardare il soffitto. Anche lui bianco. Mi protegge dalle intemperie certo, ma mi chiude.
Una volta non era così. L'uomo preistorico dormiva all'aria aperta, come soffitto aveva le stelle o la volta di una caverna, spettacolo più interessante di una parete bianca.
Quando abbiamo rinunciato alla bellezza per la sicurezza? Eravamo consapevoli di quello che stavamo perdendo?

Da ragazzo mi capitó di dormire in spiaggia. Nel mio sacco a pelo, con amici accanto, ci divertivamo a seguire le stelle cadenti.
Era la notte di San Lorenzo, il 10 agosto, e avevo 21 anni. Dopo aver visto lo spettacolo delle stelle mi addormentai sereno, con il rumore del mare poco lontano.


UN ANNO INTORNO AL SOLE
Sembra che il sole stia fermo, sembra, in realtà gli scienziati hanno scoperto che anche lui rotea su se stesso lentamente. È dato che è composto da gas, senza una superficie rigida, quando gira non è uniforme, alcune parti girano più lentamente di altre.
Come la tua gonna, bambina mia. Quando fai la piroetta la cintura è veloce ma la gonna rotea più lentamente e nasce un movimento bello. Non è meraviglioso tutto questo, che il sole nel cielo e la tua gonna ubbidiscono alle stesse leggi?
Come i vortici che si creano nel cappuccino di papà quando mescoli il latte, piccole galassie, uguali.
Dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande siamo uno, amore mio, valgono le stesse armonie.
Una volta un poeta scrisse che noi siamo stelle in polvere, c'è un infinito sottile dentro dii noi. È vero.
Oggi inizia un anno nuovo, tesoro mio. Possa tu scoprire l'infinito dentro di te, la felicità che non finisce mai.
E se proprio non trovi la felicità e l'amore pensa che hai un anno per andarci vicino!

L'AMORE ANIMALE
Con la mia micina di pochi mesi, More, sto sperimentando un sentimento che non avevo mai provato in vita mia, l'amore animale.
Il legame che una gattina di pochi mesi prova per il suo padrone è un rapporto profondo, di fiducia completa. Così intimo, così personale. 
Molto diverso da quello ondivago, mai definito, che gli esseri umani provano l'uno per l'altro. In cui spesso entrano sospetti, incertezze, dubbi che in un animale semplicemente non ci sono. Loro ti amano, e senza condizioni. Si fidano di te. Come un neonato, ma loro resteranno innocenti tutta la vita.
Sarà che sono un cittadino, che non ci avevo mai pensato, fossi nato in campagna sarebbe più scontato, ma scontato vi assicuro non è.
E tu senti nel profondo che non puoi abbandonarli, che non puoi deluderli. La mia micina fa le fusa e sembra mi dica "questo è per te, ed è per sempre" e io la accarezzo e voglio ricambiare la sua innocenza e il suo amore.
SANTA LUCIA
Stanotte è Santa Lucia, la santa dei bambini. In molte zone d'Italia è una festa ancora più sentita del Natale.
Quando ero piccolo mi raccontarono una storia, che voglio raccontare anche a voi, che mi impressiono molto su di lei.
Uonini cattivi la circondarono perché volevano baciarla (così mi dissero) ma lei voleva solo tornare dai fratellini. E non ci riuscirono perché lei fu inamovibile. Lei non fa nulla contro la sua volontà.
Un esempio di donna giovane ma forte, che protegge.
Vite di Santi, i preti sono pieni di storie così. Santa Lucia, dammi la forza. È ora di resistere.
Donne, siate forti. Uomini e bambini non temete, una donna vi proteggerà.